Errore di diagnosi clinica ortodontica
Scelta di un trattamento ortodontico improprio
- Estrazione immotivata dei premolari. L’argomento delle estrazioni a scopo ortodontico è dibattuto sin dagli inizi del 900, e Angle ne fu uno strenuo avversatore. Dopo di lui i suoi allievi, Tweed e Begg, le introdussero progressivamente fino a raggiungere negli anni ’60 il massimo del loro utilizzo (il 50% dei casi ortodontici era estrattivo). Oggi sono al minimo della loro indicazione (10% dei casi). Le estrazioni trovano la loro indicazione nei casi di affollamento e nei casi in cui sia necessario ridurre la protrusione dentale arretrando gli incisivi. I trattamenti alternativi consistono nell’espansione delle arcate nel primo caso e nei trattamenti chirurgici o nelle modifiche di crescita nel secondo10. Esistono delle linee guida che a partire dalla discrepanza di lunghezza d’arcata forniscono indicazioni sulla tecnica più indicata. Mentre è evidente che esiste una zona di sovrapposizione in cui entrambe le tecniche possono essere utilizzate (discrepanza da 5 a 9 mm), è chiaro che ogni zona estrema ha una specifica e indicata tecnica (espansione e “stripping” fino a 4 mm ed estrattiva oltre i 10 mm). L’utilizzo di una tecnica errata provoca la comparsa di problemi evidenti quali la recidiva di affollamento, una eccessiva protrusione dentale, la mancanza di sigillo orale e le recessioni gengivali per iper-espansione dell’arcata nei casi non estrattivi, mentre nei casi estrattivi possono comparire antiestetici diastemi e l’inestetico e vecchieggiante appiattimento del profilo del volto. Nei contenziosi in cui venga riconosciuto l’errore della scelta del trattamento estrattivo si assiste al riconoscimento di un danno alla persona assai rilevante perché si sono persi 4 denti integri e il trattamento emendativo risulta essere sempre assai complesso. Mai come in questo caso è rilevante l’informazione esaustiva e il conseguente consenso scritto del paziente al trattamento scelto (figura 1 a-e).
- Camouflage vs ortodonzia chirurgica. Con il termine di “camouflage” si intende un trattamento ortodontico di compenso dentale al fine di ridurre una malocclusione (ad esempio, estrazione dei premolari superiori e arretramento degli incisivi superiori in una II classe scheletrica). L’ortodonzia chirurgica invece ha come scopo il riposizionamento delle basi ossee al fine di ottenere una corretta occlusione. Anche in questo caso vi è una zona intermedia di malocclusioni in cui entrambi i trattamenti possono essere indicati e compito del sanitario, per minimizzare le contestazioni, è una completa informazione sui risultati ottenibili spesso facendo ricorso a tecniche di “imaging” digitale che, specie sul piano frontale, possono ben evidenziare i risultati ottenibili. Le tecniche di simulazione digitale dei risultati con immagini sono da alcuni criticate perché possono ingenerare aspettative non realistiche, ma studi recenti hanno dimostrato che questo in realtà non avviene11. Sono invece le situazioni estreme, in cui è indiscutibile quale dei due trattamenti sia chiaramente indicato, a essere fonte di responsabilità. Tipico è il caso di trattamento di compenso (inidoneo) iniziato nella convinzione che tanto in caso di mancato risultato si possa facilmente ricorrere alla chirurgia; ciò non è vero, sia perché i movimenti dentali del camouflage sono compensativi mentre quelli della ortodonzia pre-chirurgica sono decompensativi e quindi esattamente in direzione opposta, sia perché le estrazioni spesso necessarie nell’ortodonzia compensativa non lo sono, o perlomeno non riguardano i medesimi elementi dentari, nella ortodonzia chirurgica.
È inutile ricordare che un consenso informato a un trattamento con una indicazione errata non ha alcuna validità nell’esimere il sanitario dalle proprie responsabilità, in quanto il paziente può esprimere il proprio consenso scegliendo solo tra alternative terapeutiche valide e scientificamente percorribili. Allo stesso modo un sanitario non può intraprendere un trattamento ortodontico, ancorché richiesto e autorizzato dal paziente, se non rappresenta una valida alternativa terapeutica solo per acconsentire ai “desiderata” del paziente.
Errori e complicanze durante la terapia
Inadeguata documentazione clinica durante il trattamento
Profili di colpa professionale sono evidenziabili anche per inadeguatezza della documentazione clinica e radiografica in corso di trattamento ortodontico e non solo prima dello stesso. Infatti svariate sono le complicanze che possono verificarsi in un trattamento ortodontico e un diario clinico non accurato può essere determinante per attribuire elementi di colpa al sanitario; ad esempio, la comparsa di carie per lo scarso livello di igiene orale tenuto dal paziente deve essere riportata puntualmente nel diario, con le rinnovate motivazioni al paziente da parte dell’operatore, associata all’esecuzione di radiografie “bite-wing”, con le eventuali sedute di igiene eseguite e, ove necessario, la rimozione degli apparecchi ortodontici applicati. Altro esempio, la comparsa di rizolisi, mai controllata radiograficamente dal sanitario nel corso di pluriennali trattamenti ortodontici, rizolisi che è rilevata spesso dopo molto tempo da altro curante a causa della mobilità dentale.
Anche la mancanza di fotografie o modelli in gesso in corso di terapia o al termine delle medesime, può comportare per il sanitario l’impossibilità di dimostrare che il trattamento era stato adeguatamente concluso e il disallineamento lamentato è frutto di recidiva.
Discorso a parte per il consenso: è infatti evidente che un trattamento duraturo come quello ortodontico possa richiedere adeguamento del piano di cura, del preventivo e quindi in definitiva del consenso del paziente: pertanto è facile intuire come anche la mancanza di un aggiornamento del consenso per la variazione del trattamento eseguito, purché significativa, possa configurare profilo di colpa professionale per il sanitario che ha variato il piano di cura.
Danni iatrogeni durante il trattamento
Estrazione di dente errato Non sono infrequenti gli errori per estrazione a scopo ortodontico di un dente errato; ciò può avvenire per un errore consapevole del sanitario conseguente a scelta errata del dente o dei denti da sacrificare, oppure può avvenire per errore inconsapevole del sanitario che estrae un dente diverso da quello indicato nel piano di trattamento (evenienza non infrequente quando chi estrae il dente non è l’ortodontista stesso) (figura 2 a-d).