Profili di responsabilità professionale in ortodonzia: errori e complicanze

Apparecchi di contenzione 

Al termine di un trattamento ortodontico fisso in dentatura permanente la contenzione è sempre necessaria26: fino al termine del periodo di crescita (part-time), fino alla completa riorganizzazione delle fibre dei tessuti molli (3 mesi a tempo pieno e part-time fino a 12 mesi, in caso di occlusione stabile e crescita terminata),  o permanentemente se l’occlusione non è particolarmente stabile (come nelle espansioni di arcata).

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Per ottenere l’effetto desiderato, ed evitare addebiti di responsabilità, devono essere realizzati sistemi di contenzione adatti alle situazioni da controllare. Ad esempio:

  • “retainer” removibile attivo: la placca di Hawley è fra le più utilizzate, ma è poco adatta alla contenzione inferiore, specie nei casi estrattivi;
  • “retainer” removibile attivo avvolgente: la placca clip-on canino-canino è adatta al riallineamento degli incisivi, come la placca inferiore di Moore estesa fino ai molari, ma non è in grado di controllare adeguatamente l’overbite ed è scarsamente tollerata;
  • “positioner” come contenzione: terminato l’effetto attivo può essere utilizzato come apparecchio di contenzione, ma è scarsamente adatto al controllo delle rotazioni ed è di difficile accettazione per lunghi periodi;
  • “retainer” fisso: è utile nei casi di contenzione permanente o duratura come nei riallineamenti incisali a crescita non ancora terminata, nella chiusura dei diastemi, nel mantenimento di spazi aperti a scopo protesico, nel controllo delle rotazioni e nel mantenimento della chiusura di spazi postestrattivi; cautela deve essere posta nelle situazioni di concomitanti patologie parodontali per la difficoltà all’igiene orale che tali sistemi inducono;
  • attivatore (detto anche bionator): è un apparecchio che, oltre a mantenere il controllo della posizione dei denti intra-arcata, permette un certo grado di controllo sull’occlusione inter-arcata, ma non è efficace nell’adulto dopo il termine della crescita.

Inadeguata documentazione a fine cura e nei follow-up

Come già evidenziato nel paragrafo “Errori e complicanze in ortodonzia prima della terapia”, la mancanza, la carenza o l’inadeguatezza della documentazione clinica e radiografica configurano, in caso di danno al paziente, elementi di colpa professionale nei confronti del sanitario.

Appare pertanto evidente e intuitiva l’importanza non solo della documentazione clinica, fotografica e radiografica pre-cure, ma anche quella della documentazione iconografica al termine del trattamento, alla comparsa di eventuali problematiche post-cure, in mancanza della quale il sanitario non può opporre adeguata difesa in caso di contenzioso.

Pertanto è necessario al termine del trattamento eseguire le fotografie e i modelli in gesso della situazione ottenuta e le radiografie ritenute opportune (endorali, panoramica OPT e teleradiografia del cranio).

Inadeguata conservazione della documentazione clinica (dopo il trattamento) 

La documentazione clinica ortodontica, per essere utile al sanitario in caso di contenzioso, deve essere conservata non solo ordinatamente, ma anche per un adeguato periodo di tempo. La legge prescrive per le radiografie un termine minimo di conservazione di 10 anni dalla loro esecuzione (Legge 187/2000), ma tale periodo può risultare però insufficiente ai fini della difesa da una contestazione. Infatti anche se la prescrizione dell’azione civile per la contestazione di responsabilità professionale interviene proprio dopo 10 anni, bisogna considerare che i trattamenti ortodontici durano in media 2 anni e che l’inizio del conteggio per la prescrizione viene fatto sovente coincidere non con il termine del trattamento stesso, ma con il momento in cui il paziente ha cognizione di un danno causato da un trattamento carente (momento che può quindi coincidere con la valutazione del danno da parte del medico legale).

Si pensi pertanto alle conseguenze negative che può avere per un sanitario l’eliminazione della documentazione radiografica di uno studio ortodontico preliminare dopo 10 anni dalla esecuzione, pur nel rispetto della legge.

Infine, si ricorda che copia dei referti radiografici deve essere, per legge, conservata indefinitamente.

Spesso la conservazione della documentazione pone problemi di non facile risoluzione, come nel caso dei consulenti ortodontisti esterni. Sovente avviene che tali professionisti, che non possono conservare copia della documentazione clinica dei pazienti da loro trattati non essendo titolari del trattamento dati (Legge 196-2003), vengono chiamati in causa direttamente dai pazienti che si ritengono danneggiati (spesso dopo la chiusura degli studi in cui sono stati trattati). È evidente che in questi casi, non esistendo documentazione alcuna, i professionisti si troveranno in difficoltà a dimostrare la correttezza del loro operato.

Profili di responsabilità professionale in ortodonzia: errori e complicanze - Ultima modifica: 2012-02-24T23:46:43+00:00 da Redazione