Fumo e salute oro-facciale: analisi della letteratura e razionale scientifico

Fumo e salute generale

È ormai disponibile e facilmente consultabile una grandissima mole di lavori scientifici che hanno dimostrato l’influenza del fumo di tabacco sulla salute, muovendo inizialmente da osservazioni epidemiologiche che mettevano in evidenza, fin dai primi studi, un’incidenza significativamente più alta di problemi sanitari gravi nei soggetti fumatori5. L’assunzione costante e prolungata del tabacco è in grado di incidere sulla durata della vita media, oltre che sulla qualità della stessa6: 20 sigarette al giorno riducono di circa 4,6 anni la vita media di un giovane che inizia a fumare a 25 anni. Ovvero per ogni settimana di fumo si perde un giorno di vita. Si stima che di 1.000 maschi adulti che fumano uno morirà di morte violenta, sei moriranno per incidente stradale, 250 saranno uccisi dal tabacco per patologie a esso correlate. Gli organi colpiti dal fumo di tabacco sono molteplici: l’apparato broncopolmonare e quello cardiovascolare sono i più bersagliati. Il “Center for Disease Control and Prevention” (CDC) degli Stati Uniti ha identificato 27 malattie fumo-correlate7. Ogni malattia ha un particolare rischio correlato al fumo8. Il fumo di tabacco rappresenta un fattore di rischio in almeno sei tra le otto principali cause di morte (Grafico 1). Il numero totale di decessi attribuibili al fumo di tabacco e correlati allo sviluppo di varie patologie quali la cardiopatia ischemica, la cerebropatia vascolare (ictus), la broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) e molte altre patologie è destinato ad aumentare da 5,4 milioni nel 2004 a 8,3 milioni nel 2030, con approssimativamente un 10% in più di decessi in tutto il mondo. È tuttavia nei paesi in via di sviluppo che si concentrerà l’80% dei decessi. Secondo alcune stime, il fumo causa ogni anno più di 440 000 morti negli Stati Uniti e circa 80.000 in Italia ed è capolista tra le cause di mortalità evitabile9 (Grafico 2). Tra le quasi 4.000 sostanze isolate nel fumo di sigaretta ne sono state classificate, al 2006, 69 cancerogene tra cui 10 specie di idrocarburi policiclici aromatici (IPA), l’acroleina, 10 specie di N-nitrosammine e 11 composti (tra cui alcuni radiogenici come il Polonio-210) appartenenti allo IARC group I dei carcinogeni umani. La classificazione delle sostanze cancerogene per l’uomo a cura dello IARC (International Agency for Research on Cancer) suddivide le sostanze analizzate in 5 gruppi (1-2A-2B-3-4) in base alle evidenze sperimentali (e quindi al grado di certezza) della loro azione cancerogena10. Il gruppo 1 comprende i composti sicuramente cancerogeni per l’uomo (Complete list of agents evaluated and their classification, IARC 2006). Diversi composti sono bioattivi secondo differenti modalità, essendo cancerogeni certi, cancerogeni sospetti, irritanti o diversamente interagenti con i nutrienti assunti. I prodotti della combustione incompleta di tabacco e carta e le sostanze volatili (per la elevata temperatura che ne consegue) comprendono:

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  • catrame, prodotto da combustione incompleta e condensazione di sostanze altobollenti;
  • VOC (Volatile Organic Compounds) tra cui il cancerogeno benzene;
  • idrocarburi policiclici aromatici (IPA), provenienti dalla combustione di carta e tabacco, comprendenti i cancerogeni benzopireni; la loro ossidazione produce epossidi mutageni per la loro capacità di alchilare il DNA; aumentano il rischio di tumore al polmone in quanto responsabili di una proliferazione cellulare incontrollata;
  • particolato o polveri fini, e principalmente il particolato carbonioso, anch’esso derivante dalla combustione incompleta, fonte diretta di problemi cardiovascolari e substrato su cui si adsorbono alcuni IPA tra cui il benzopirene, così veicolati direttamente negli alveoli polmonari;
  • nicotina, contenuta nelle foglie di tabacco e volatilizzata col calore; ha effetti neurologici ed è la principale responsabile della dipendenza in quanto aumenta il livello di dopamina nei circuiti cerebrali del piacere. Il fumo di tabacco inibisce le monoammina ossidasi, responsabili della degradazione nel cervello dei neurotrasmettitori monoamminergici, tra cui la dopamina11. Questo genera una sensazione di piacere con meccanismi analoghi a quelli innescati da alcaloidi contenuti in alcune droghe. La dipendenza da nicotina è quindi legata anche alla necessità biochimica di mantenere elevati livelli di dopamina. È inoltre possibile che anche altri composti del fumo di tabacco concorrano a creare questo effetto. La nicotina è inoltre un potente tossico, anche se, per le modalità e le dosi di assunzione (l’assorbimento per via respiratoria è ovviamente parziale), gli effetti tossici da avvelenamento nicotinico non sono tra i principali imputati nei danni del fumo. Ha effetti sulla pressione sanguigna e provoca vasocostrizione arteriosa periferica: riducendo il flusso ematico distale limita l’afflusso di sangue alla pelle contribuendo all’invecchiamento precoce della stessa. In genere il corpo umano impiega 3 settimane per eliminare completamente la nicotina presente nell’organismo12;
  • monossido di carbonio, prodotto dalla combustione incompleta; riduce la capacità respiratoria e “deossigena” il sangue legandosi all’emoglobina più stabilmente dell’ossigeno13. È reputato anche responsabile dell’invecchiamento precoce, della caduta dei capelli e dell’ingiallimento della pelle, conseguenze della minore ossigenazione;
  • sostanze irritanti: provocano danni alla mucosa respiratoria specialmente nei bronchi e in particolare alle cellule ciliate che si oppongono all’entrata di polveri, germi e sostanze tossiche nel polmone; questa continua azione irritante può provocare tosse e aumentata produzione di muco. Sono possibili conseguenti enfisemi e bronchiti croniche. Tosse e catarro, nel fumatore, sono il primo sintomo di questi effetti14. Tra queste sostanze spiccano:° aldeidi (acroleina, acetaldeide), conseguenti a una combustione incompleta ma a maggior livello d’ossidazione, irritanti per le mucose; formaldeide e acroleina15 sono cancerogeni,
    ° acidi organici carbossilici (acido formico), fenoli (fenolo, cresoli),
    ° ammine e ammoniaca,
    ° idrocarburi non aromatici di varie tipologie (principalmente alcani C12-C15) che contribuiscono a intaccare lo strato lipidico protettivo di organi e cellule, predisponendo all’aggressione di altri composti;
  • altre sostanze ossidanti. In questa sede verrà posto l’accento sull’influenza del fumo di tabacco sulle patologie di interesse odontostomatologico e sulle sue conseguenze riguardo l’estetica del viso. Si rimanda ad altra sede la trattazione approfondita della grave e peraltro ben assodata influenza del fumo sulle patologie neoplastiche (primo fra tutti il carcinoma polmonare), cardiovascolari (tra cui l’angina pectoris, l’infarto del miocardio, lo stroke e l’aneurisma aortico) e sui disturbi riguardanti le funzioni riproduttive dell’uomo e della donna.

Fumo e salute oro-facciale: analisi della letteratura e razionale scientifico - Ultima modifica: 2013-05-30T15:12:03+00:00 da Redazione

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