Fumo e salute oro-facciale: analisi della letteratura e razionale scientifico

7. Gengivite in fumatore.

Riassunto
Il fumo di tabacco è uno tra i più gravi problemi di salute pubblica al mondo: risulta implicato in uno ogni dieci decessi in età adulta e rappresenta un fattore di rischio in almeno sei tra le principali otto cause di morte al mondo. Nei paesi occidentali è ormai assodato essere il capolista tra le cause di mortalità evitabile. Il fumo influisce sia sulla qualità di vita sia sulla durata della stessa: si calcola che 20 sigarette al giorno, per un giovane che inizi a fumare a 25 anni, comportino una riduzione di 4,6 anni della vita media rispetto a un non fumatore. In Italia fuma attualmente circa il 40% degli uomini e il 18% delle donne, con una prevalenza complessiva del 29%; negli ultimi 40 anni si è ridotta la percentuale di fumatori tra i maschi mentre è aumentata in modo preoccupante tra le donne e in generale tra i giovani.

Summary
Smoking and orofacial health: literature review and scientific rational
Tobacco smoke is one of the most severe public health problems in the world: it turns out to be involved in one out of ten deaths in adulthood and proves to be a risk factor in at least six out of eight main causes of death in the world. In the West Countries it is proved to be the main subject among preventable causes of death. Smoking affects both life quality and life duration: it has been calculated that 20 cigarettes per day, for a young man starting to smoke at the age of 25, may reduce as much as 4,6 years his mean life expectation compared to nonsmokers. Presently, in Italy smokers are about 40% of men and 18% of women, with an overall prevalence of 29%; during the last 40 years smokers’ percentage decreased among men while it increased in an alarming way among women and young people in general.

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Luigi Paglia1
Luca Ginocchio2
Annalisa Crespi3
Rolando Crippa4
1Istituto Stomatologico Italiano – Direttore Dipartimento di Odontoiatria Materno-Infantile – Milano
2Istituto Stomatologico Italiano – Reparto di Parodontologia e Implantologia – Milano
3Master Europeo in Medicina Estetica presso l’A.S.P.E.M.
4Istituto Stomatologico Italiano – Direttore Dipartimento di Patologia Orale e Laserterapia – Milano

No smoking be happy” è la campagna di lotta al fumo di sigaretta della Fondazione Umberto Veronesi finalizzata a educare e sensibilizzare la popolazione sull’importanza della prevenzione e sui danni che il fumo provoca al corpo umano. Il progetto nasce nel 2008 e si articola in attività di comunicazione rivolte ai giovani, alle donne e ai fumatori in generale (Nosmokingbehappy).
Dal 2013 il progetto No smoking be happy, attraverso una partnership con Fondazione ISI (Istituto Stomatologico Italiano – Milano) e Fondazione ANDI (Associazione Nazionale Dentisti Italiani), declinerà il suo messaggio di sensibilizzazione sui danni che il fumo provoca al cavo orale rivolgendosi anche agli operatori odontoiatrici e, quindi, ai loro pazienti. Questo aggiornamento vuole portare un iniziale contributo a questo “percorso”. Il fumo di tabacco è uno dei più gravi problemi di salute pubblica al mondo1. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, ogni anno, sono 6 milioni le persone che muoiono per malattie correlate al fumo2. Questa cifra è destinata a crescere in assenza di rigide misure di controllo: per il 2030 si parla di oltre 8 milioni di morti, di cui l’80% nei paesi economicamente avanzati. Il fumo è implicato in uno ogni dieci decessi in età adulta, manifestando i suoi danni nel lungo periodo, data la latenza tra l’inizio dell’abitudine e l’insorgenza della malattia. Per i fumatori si stima infatti una riduzione dell’aspettativa di vita di circa 10 anni e un aumento del rischio di malattie pneumologiche, cardiovascolari e oncologiche tanto maggiore quanto più è anticipata l’età di inizio dell’abitudine. Fumare è il risultato di scelte individuali, spesso influenzate da fattori sociali e culturali. Oltre al sesso e all’età, altri fattori che incidono in maniera significativa sulla frequenza di tabagismo sono la classe sociale e il livello di istruzione: l’abitudine al fumo risulta più diffusa tra le persone con diploma di scuola media inferiore e con difficoltà economiche. Anzi, a fronte della riduzione complessiva verificatasi a partire dagli anni Ottanta, nel tempo si è ampliato il divario tra classi sociali, con una maggiore incidenza nelle categorie più svantaggiate. Inoltre è di comune riscontro che i figli di genitori fumatori facilmente pratichino la stessa abitudine. All’interno della popolazione dei fumatori si possono individuare alcune categorie di soggetti che richiedono un’attenzione particolare come gli adolescenti, le donne in età fertile e i soggetti esposti al fumo passivo. Negli ultimi quarant’anni è diminuita la percentuale di fumatori tra i maschi, mentre è aumentata tra le donne (fino a raggiungere in alcune zone valori simili a quelli maschili) e i giovani. Nelle statistiche dei decessi e delle patologie fumo-correlati, oltre ai fumatori bisogna considerare anche le oltre 600 mila persone che muoiono ogni anno a causa del fumo passivo, particolarmente pericoloso perché non controllabile. A livello globale, solo l’11% della popolazione mondiale è protetto da leggi smoke free nazionali e il 40% dei bambini ha almeno un genitore che fuma. Per quanto riguarda il continente europeo, secondo i dati riferiti dall’Oms Europa, la prevalenza dei fumatori all’interno della Regione si stima sia intorno al 28,6% con una grande differenza di genere (40% tra gli uomini e 18,2% tra le donne). Emerge inoltre che in Europa in media il 24% dei giovani di 15 anni fuma ogni settimana. Il fumo di tabacco è responsabile del 21% dei decessi della Regione e di 12-20 anni di vita persi in buona salute. I dati della Comunità europea pubblicati nel 2009 su Eurobarometromettono in evidenza che tre cittadini europei su dieci, sopra i 15 anni di età, fumano: il 26% quotidianamente, il 5% occasionalmente, il 22% ha smesso di fumare e la metà circa dichiara di non avere mai fumato. I Paesi europei con più fumatori sono Grecia (42%), Bulgaria (39%) e Lettonia (37%). Quelli con meno: Slovenia (17%) Svezia (18%) e Finlandia (19%). L’Italia si colloca in una posizione intermedia, con una prevalenza del 29%. Secondo i dati riferiti dal ministero della Salute, si stima che in Italia siano attribuibili al fumo di tabacco dalle 70 mila alle 83 mila morti l’anno. Oltre il 25% di questi decessi riguarda persone tra i 35 e i 65 anni di età e oltre un milione sono gli anni di vita in buona salute persi. Questi dati fanno del fumo di tabacco la principale causa prevenibile di mortalità anche nel nostro paese, come nel resto del mondo occidentale. In Italia, secondo i risultati dell’indagine Iss-Doxa 20124, sono 10,8 milioni i fumatori adulti al di sopra dei 15 anni di età (20,8% della popolazione). Di questi, 6,1 milioni sono uomini (24,6%), 4,7 milioni sono donne (17,2%). Tra il 2011 e il 2012 si registra un decremento della prevalenza del fumo di sigarette che è passato dal 22,7% al 20,8%. La fascia d’età con la più alta percentuale di fumatori è quella compresa tra i 25-44 anni, dove si registra un 33,7% per gli uomini e un 24,1% per le donne. Per i giovani fumatori (15-24 anni) si ha una prevalenza del 20,9% per i maschi e del 16% per le donne; per gli ultra 65 enni del 10,9% per gli uomini e del 5,6% per le donne. La percentuale dei fumatori che ha iniziato prima dei 15 anni è diminuita negli ultimi anni passando dal 18,8% nel 2009 al 13,3% nel 2012.

Fumo e salute oro-facciale: analisi della letteratura e razionale scientifico - Ultima modifica: 2013-05-30T15:12:03+00:00 da Redazione

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