La diagnosi è complessa e pertinente allo specialista di malattie del sonno: si basa sull’anamnesi e sulla polisonnografia. Si tratta di un esame molto specialistico, ma ciò non toglie che l’odontoiatra non possa avere tutte le competenze necessarie per considerare in maniera critica i diversi parametri, per poi mantenere un ruolo attivo durante le fasi terapeutiche.
La polisonnografia consiste in uno studio di tipo qualitativo del sonno, attraverso la registrazione di diversi parametri fisiologici: i più significativi sono, probabilmente, elettroencefalogramma (EEG), elettrocardiogramma (ECG), l’Apnea + Hypopnea Index (AHI) o l’Oxygen Desaturation Index (ODI), entrambi calcolati a livello orario, saturazione media e minima e Ct90, ossia il periodo in cui la saturazione scende sotto il 90% durante la registrazione.
Il trattamento dovrebbe essere organizzato sul lungo termine e, come già detto, multispecialistico. In primo luogo, si può dire che l’albero terapeutico sia composto da trattamenti comportamentali, medici e chirurgici.
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Quando necessario e prima di tutto, il paziente dovrebbe essere incoraggiato a correggere l’atteggiamento posturale durante il sonno e a migliorare il proprio stile di vita, diminuendo il proprio peso e l’assunzione di alcolici e fumo.
L’approccio medico è il più utilizzato, dato che permette di rispondere, almeno parzialmente, alle condizioni di OSAS di grado lieve, moderato e severo, e dovrebbe perciò essere proposto ad ogni tipo di paziente. Consiste nell’ottenere, attraverso una maschera nasale, una pressione continua positiva (CPAP).
La CPAP è in grado di mantenere pervio lo spazio retrofaringeo, di modo da mantenere nel sonno una funzione respiratoria efficace.
Accanto alla CPAP sono stati studiati dispositivi accessori di tipo odontoiatrico in grado di migliorare il posizionamento di lingua e mandibola (placche occlusali di avanzamento).
È chiaro che applicando correttamente la terapia medica sarà possibile discernere in maniera efficace quali siano i pazienti che necessitano realmente di una chirurgia risolutiva.
Il piano di trattamento chirurgico può limitarsi a piccoli interventi sui tessuti molli (uvulo-palato-faringoplastica), che sembrano però avere limitata efficacia, o contemplare un più strutturato bypass a carico delle vie aeree superiori. L’approccio più risolutivo prevede di intervenire a livello delle basi ossee e consiste nella chirurgia di avanzamento bimascellare.
In conclusione, è giusto ribadire quale possa essere il ruolo dell’odontoiatra, che ha la formazione di base sufficiente per intercettare alcune importanti problematiche del sonno. L’acquisizione di ulteriore esperienza e l’adesione a gruppi di lavoro con competenze specialiste diverse permette di fornire al paziente un servizio sempre migliore, in un campo delicato e di attualità come è la medicina del sonno.