Impronta di precisione in protesi fissa: caratteristiche dei materiali

Rigidità-flessibilità

Clinicamente, il materiale che conferisce maggiore o minore flessibilità all’impronta è quello che rappresenta e occupa il volume maggiore all’interno del cucchiaio: si tratta della pasta definita “di spinta” o “supporto”, che viene generalmente caricata nelle viscosità heavy oppure medium. Completata la reazione di indurimento, il superamento dei sottosquadri intraorali è facilitato da un materiale da impronta flessibile; una rigidità eccessiva, al contrario, potrebbero rendere più difficoltosa la rimozione del cucchiaio. Anche il successivo sviluppo in laboratorio, ovvero la delicata separazione del modello in gesso o resina dall’impronta, risulterà più agevole qualora il materiale impiegato per la riproduzione possieda un certo grado di flessibilità.

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Uno studio di Berg et al. sulle proprietà viscoelastiche ha mostrato come la flessibilità di un PVS, analizzato nelle versioni medium o low, sia superiore a quella del polietere tradizionale o nella versione soft di analoghe viscosità (sia a 25° che a 33 °C, a un tempo di indurimento di 15 minuti)28. I valori numerici del modulo di Young (grandezza fisica che esprime la rigidità di un corpo) di alcuni materiali da impronta sono stati riportati recentemente da Papadogiannis et al.: per il polietere testato essi sono compresi fra 10.6 e 12.5 MPa, mentre per i siliconi esaminati rientrano nel range di 1.8-6.5 MPa29. La maggiore rigidità del polietere è attribuita a una reazione chimica di cross-linking che si propaga nel tempo (oltre i 15 minuti), determinando una perdita di massa e una durezza Shore maggiore rispetto ai siliconi per addizione28.

Stabilità dimensionale

L’impronta, indipendentemente dal materiale con la quale viene rilevata, è soggetta a fenomeni di contrazione o espansione dipendenti dalle reazioni chimiche di polimerizzazione (che possono generare sottoprodotti molecolari) e dall’interazione con l’ambiente esterno. Tuttavia, siliconi per addizione e polieteri possiedono la più bassa variazione dimensionale fra i materiali da impronta oggi disponibili (valori percentuali: -0.15%; -0.2%)19. In particolare, i PVS possiedono una stabilità dimensionale ideale: sono cioè relativamente inerti alle condizioni ambientali circostanti di umidità o temperatura; questa proprietà consente di colare l’impronta a distanza di 1-2 settimane19. Alcuni studi hanno comparato la stabilità dimensionale di PVS e polieteri.

Quando l’impronta può essere colata in tempi molto brevi (entro 1 h o 24 h dalla rimozione dal cavo orale) le due categorie di materiali rappresentano entrambe valide soluzioni per una registrazione di precisione in grado di fornire un modello di lavoro accurato30; i PVS sono dimensionalmente più stabili rispetto ai polieteri, e restituiscono riproduzioni significativamente più fedeli se sviluppate a distanza di una o più settimane31,32. Si ritiene che l’idrofilia che caratterizza il polietere sia responsabile della minore stabilità dimensionale, predisponendo il materiale a uno scambio di molecole d’acqua con l’esterno (assorbimento o eliminazione)33.

L’inerzia dell’impronta è strettamente correlata al tempo di esposizione ambientale, successivo alla polimerizzazione; altri fattori in grado di influire sulla stabilità dimensionale sono la modalità di conservazione o la disinfezione. Nello studio di Kanehira è stato suggerito di conservare le impronte rilevate con il polietere Impregum® in condizioni di umidità inferiori al 50%, al fine di ottimizzare l’accuratezza dimensionale dei modelli (discrepanze di 1-60 μm per una colatura a distanza di 24 h); nella stessa indagine, il PVS Flexitime® è invece risultato estremamente stabile e insensibile alle varie condizioni di conservazione testate (0, 50 o 100% di umidità relativa, e tempi di colatura fino a 5 giorni)33.

Interazioni chimiche fra i materiali da impronta e svariati agenti di disinfezione sono state riportate, ma queste sembrano influire marginalmente sulla stabilità dimensionale34; l’assorbimento delle molecole di acqua da parte del polietere impone una disinfezione per mezzo di spray e successiva asciugatura, evitando l’immersione completa dell’impronta per tempi prolungati34.

Impronta di precisione in protesi fissa: caratteristiche dei materiali - Ultima modifica: 2013-07-10T14:35:15+00:00 da Redazione

1 commento

  1. Fili di retrazione gengivale nella rilevazione di impronte dentali | DM Il Dentista Moderno

    […] protesi fissa su dente naturale le impronte dentali di precisione è una fase clinica dall’importanza […]

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