Fasi finali del trattamento protesico

Caratterizzazione delle flange protesiche

La personalizzazione di una protesi totale si basa, in larga misura, sulla capacità di agire su due parametri e variabili fondamentali: da un lato, i denti artificiali adattandoli alle caratteristiche peculiari dei denti naturali del paziente (estetica bianca) e, dall’altro, sulla caratterizzazione e modellazione della base in resina (estetica rosa). La cosiddetta estetica rosa delle flange in resina assume, in tale ottica, una particolare importanza in quanto spetta a essa riprodurre la forma e le diverse caratteristiche cromatiche della mucosa naturale.

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Nei soggetti che presentano un’evidente esposizione gengivale durante il sorriso e l’eloquio, riprodurre le mucose gengivali, oltre che nella forma anche nel colore, riveste particolare importanza. Diverse sono le tecniche che consentono di caratterizzare le flange protesiche al fine di ottenere un risultato più naturale.

Stratificazione in muffola

Nella prassi quotidiana, la stratificazione in muffola si è dimostrata alquanto difficile e può essere eseguita indifferentemente a scelta con due procedure operative diverse: la tecnica «sale e pepe» e quella a «goccia». Nella prima si lavora in negativo, stratificando i vari colori delle resine acriliche all’interno della muffola. Nelle zone interdentali e delle papille si pone un polimero di colore rosa più scuro mentre sulla parte corrispondente alla gengiva aderente e prominenze radicolari un polimero di colore rosa chiaro con aggiunta di pigmenti bianchi e gialli.

14. Colorazione delle flange in muffola: la stratificazione indiretta a goccia richiede una notevole esperienza dell’operatore. Nelle zone interdentali e delle papille si pone la resina di colore rosa più scuro, mentre sulla parte corrispondente alla gengiva aderente e prominenze radicolari si pone un polimero di colore rosa chiaro con aggiunta di pigmenti bianchi e gialli.

Ultimata la disposizione del polimero nelle aree appropriate, lo si fissa con gocce di monomero. Per la parte più profonda, che corrisponde alla mucosa alveolare (molto vascolarizzata), si utilizzano, invece, pigmenti rosa-blu e rosso intenso, al fine di imitare le vene e le piccole arterie. Infine, la stratificazione viene ricoperta con resina di base opaca in fase plastica, in precedenza impastata e zeppata pressando lentamente, al fine di evitare lo spostamento delle aree stratificate. La tecnica «a goccia» definita anche «tecnica indiretta» consiste nel miscelare preventivamente la polvere dei polimeri, scelti per singole zone, con il liquido del monomero fino al raggiungimento cromatico desiderato.

Con un pennellino si applica la resina pigmentata allo stato plastico all’interno della muffola nell’area desiderata (figura 14). Tale fase richiede, da parte dell’operatore, una discreta manualità ed esperienza e non sempre porta a risultati facilmente prevedibili e ripetibili. Inoltre, deve essere eseguita in tempi brevi, giacché vincolati dalla contemporanea preparazione della resina del corpo. Al fine di mantenere le resine miscelate nella stessa posizione, è sempre buona regola prepararle con una consistenza più plastica in confronto alla resina della base. Per quanto riguarda, invece, la distribuzione dei diversi colori e la loro logistica valgono le stesse indicazioni della succitata tecnica «sale e pepe».

Stratificazione a freddo

15. Colorazione delle flange a freddo. Le protesi hanno già subito il rimontaggio
occlusale primario e sono state rimosse dai modelli master: dopo una prima sommaria rifinitura, viene eseguita una mascherina in silicone per conservare i dettagli. Verrà usata per stampare la resina a colorazione terminata.

La stratificazione a freddo, da noi preferita, consente di controllare in qualsiasi momento il risultato ottenuto, di apportare modifiche e ripetere le fasi necessarie anche più volte: l’obiettivo è risolvere al meglio il problema legato alla mancanza del gioco di colore presente nelle flange protesiche costruite utilizzando resine monocromatiche. La procedura viene attuata con le protesi già rimosse dai modelli master dopo rimontaggio e successiva prima rifinitura.

16 a-b. Viene asportata la zona di alloggiamento del muscolo orbicolare per dare spazio in profondità alla colorazione.

Come primo passaggio occorre confezionare una mascherina in materiale siliconico per conservare la forma della flangia protesica e con essa il supporto labiale ricercato (figura 15).

Mediante l’utilizzo di una fresa a pallina del diametro di 2-3 mm si eseguiranno dei solchi verticali paralleli al fine di determinare la profondità della resina da asportare (figura 16 ab); in seguito, con una fresa troncoconica arrotondata i solchi vengono raccordati, allo scopo di creare una superficie candidata a supportare i colori.

17. Dalla polvere di pastelli acquerellabili, miscelata con monomero, si trae la miscela di colore per riprodurre le aree vascolarizzate.

Le diverse sfumature di colore si ottengono utilizzando dei pastelli acquerellabili, dai quali viene prelevata una piccola quantità di colore che, miscelata con il monomero (figura 17), verrà distesa con un pennellino sulle aree preposte (figura 18).

18. Con un pennellino si applica, senza eccessi, il colore e si lascia asciugare.

L’effetto cromatico ottenuto verrà rivestito da un impasto di resina auto-polimerizzante con aggiunta di trasparente stampato con la mascherina siliconica riposizionata sul manufatto (figura 19).

19. Mediante la mascherina in silicone, si procede allo stampaggio di resina trasparente o rosa opaca, a seconda dell’intensità di vascolarizzazione desiderata, sulle colorazioni.

A polimerizzazione avvenuta, la mascherina sarà nuovamente rimossa e gli eccessi eliminati. In genere è possibile ottenere i risultati desiderati di «naturalezza» dopo due o, al massimo, tre passaggi di stratificazione.

Rimossi gli eccessi e le sbavature, si procederà alla cura e definizione della macro e micro tessitura della flangia (figura 20).

20. Rimossi gli eccessi e le sbavature, si procederà alla cura e definizione della macro e micro tessitura della flangia, con successiva colorazione finale.
Fasi finali del trattamento protesico - Ultima modifica: 2009-11-22T09:16:21+00:00 da Redazione

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