Fasi finali del trattamento protesico

Personalizzazione dei denti protesici

La verifica in prova estetica dei manufatti protesici in cera, e la loro approvazione da parte del soggetto da riabilitare, consente di procedere con la rifinitura e resinatura. È a questo stadio che si affronta la caratterizzazione dei denti artificiali. Preventivamente, occorre rilevare delle precise mascherine in silicone poste palatalmente e lingualmente ai gruppi da modificare. Si distinguono diversi protocolli di lavoro a seconda dei materiali.

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Denti in ceramica

2 a-b-c. Caratterizzazione di denti ceramici per sottrazione: partendo dalla forma originale selezionata (a), si modificano forma e croma (b) per una migliore definizione dell’estetica bianca a protesi ultimata (c).

È un prodotto eccellente, che consente di raggiungere un elevato risultato estetico. La sua modifica presenta delle criticità, in tema di rischi di frattura, date da fresature e cotture. Nella procedura di addizione, gli elementi selezionati vengono irruviditi e/o rimpiccioliti per poi essere ricostruiti con ceramica per corone a giacca nella loro totalità o parzialità (figura 1): la colorazione e lucidatura viene eseguita secondo le istruzioni del materiale additivo.

Nella modifica in sottrazione, l’obiettivo è ottenere primariamente una forma definita e da non implementare. Dopo la rettifica, eseguita con frese diamantate, si procede con una gommatura cui fa seguito la sabbiatura: i colori di superficie vengono fissati in forno e, come ultimo passaggio, viene stesa una glasure specifica, che fornisce la lucentezza desiderata in una o due cotture (figura 2 abc).

Denti in composito

Utilizziamo questo materiale in limitate circostanze, perché i denti realizzati in composito comportano svantaggi in tema di mantenimento nel tempo della dimensione verticale, ovviamente rapportandoli ai denti ceramici. Si distingue anche qui una procedura di addizione, che può essere eseguita lavorando l’elemento sia dall’interno sia dall’esterno: internamente si procede svuotando il volume per consentire l’applicazione degli stains, per poi essere nuovamente riempito con dentina.

3 a-b. Caratterizzazione di denti acrilici o in composito per sottrazione: la necessità di riprendere la caratterizzazione dominante del gruppo ceramico superiore porta all’individualizzazione del gruppo 3.3-4.3 (a). In questo modo si crea un equilibrio cromatico nella visione d’insieme delle riabilitazioni (b).

Per agire in addizione esternamente, i denti artificiali devono già essere bloccati sulle protesi polimerizzate. Con l’ausilio di mascherine viene rilevata la forma originaria soggetta a riduzione di forma e colorazione per poi essere nuovamente rivestita di smalto stampato a freddo. Nella procedura di sottrazione, dopo rettifica della forma finita e non soggetta a ricostruzione, questa viene sabbiata e vengono applicati supercolori fotopolimerizzabili: il rivestimento di una lacca trasparente foto indurente protegge le cromaticità ricercate e fornisce la lucentezza di superficie (figura 3 ab).

Una volta terminate le procedure di colorazione, si utilizzano le mascherine in silicone rilevanti la posizione originaria, per la ri-collocazione degli elementi sulle basi protesiche in cera. A questo punto, è possibile affrontare la definizione dei livelli gengivali dei volumi delle flange, concordati in fase di prova estetica.

Fasi finali del trattamento protesico - Ultima modifica: 2009-11-22T09:16:21+00:00 da Redazione

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