Revisione di revisioni sistematiche nell’approccio odontoiatrico alle OSA

DM_il dentista moderno_OSA

A partire dagli anni '90 e soprattutto negli ultimi anni, la gestione clinica del paziente affetto da apnee ostruttive nel sonno (OSA), condizioni patologiche relativamente comuni e potenzialmente invalidanti, si è evoluta, diventando una materia multidisciplinare, con coinvolgimento sistematico dell'odontoiatra e, in modo particolare, dell'ortodontista. Nella fattispecie, l'approccio ortodontico di base – si escluda pertanto l'approccio ortodontico-chirurgico, che porta alla chirurgia bimascellare – è basato sull'utilizzo di apparecchi intraorale, in particolare dispositivi di avanzamento mandibolare.

Recentemente, Satoa e Nakajima hanno condotto una revisione di revisioni sistematica della letteratura, al fine di fornire indicazione massimamente guidate dall'evidenza sul ruolo dell'ortodontista. In particolare gli autori hanno voluto rimarcare l'importanza del follow-up clinico. I risultati sono stati pubblicati su Japanese Dental Science Review.

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La ricerca ha coinvolto esclusivamente la banca dati PubMed e ha permesso di selezionare un pool di 50 paper, dai quali sono stati esclusi lavori di ambito pediatrico e quelli consideranti trattamenti non odontoiatrici (apparecchi intraorali). Alla valutazione finale sono stati portati in totale 27 revisioni sistematiche, pubbicate dal 2004 al 2019. Nel 2016, Al-Jewair aveva fornito un primo feedback sulla qualità metodologica delle revisioni sistematiche sull'argomento, valutata come adeguata.

Un aspetto interessante di un disegno di questo tipo consiste nell'avere a disposizione dati diversi derivanti da revisioni di taglio diverso. Ad esempio, 10 studi hanno confrontato la metodica con un altro tipo di trattamento, 5 si sono soffermati sul tipo di dispositivo di avanzamento mandibolare, di cui sono stati anche studiati effetti ed effetti collaterali (6 revisioni). Due studi, infine, hanno considerato le modificazione indotta dalle terapie sulle alte vie aeree.

Efficacia dei diversi tipi di trattamento delle OSA

Dal punto di vista dell'efficacia, gli apparecchi intraorali sono stati confrontati con la CPAP (ventilazione meccanica a pressione positiva continua), la quale rappresenta l'altro principale trattamento conservativo (ovvero non chirurgico) al paziente con OSA e che, visti i riscontri, deve essere ancora considerata gold standard in questo senso. Nel raffronto, gli autori raccomandano di indagare l'aderenza del paziente a entrambe le terapie e i diversi motivi che portano a discontinuazione.

Considerando gli effetti positivi di maggiore peso, l'articolo valuta una evidenza moderata nell'indicare la capacità della terapia ortodontica di ridurre il rischio cardiovascolare, migliorando la prognosi complessiva, soprattutto nei quadri di maggiore gravità. Trattandosi di terapie protratte, sul lungo termine vengono evidenziati possibili effetti collaterali, soprattutto di natura dentale e scheletrica, in grado di interferire con il compenso masticatorio. È importante, in questo senso, che il paziente sia conscio sin dall'inizio di queste possibili problematiche e venga regolarmente monitorato, anche da questo punto di vista. Gli autori rimarcano infatti la tendenza di molti di questi pazienti al progressivo disinteresse verso il follow-up. Nel prossimo futuro, più che gli effetti biologici, sarà utile valutare gli aspetti psicologici legati alla scelta del trattamento, di modo di poter indicare la tipologia di dispositivi maggiormente accettabile per il paziente.

Riferimenti bibliogarfici

https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S1882761619300638

Revisione di revisioni sistematiche nell’approccio odontoiatrico alle OSA - Ultima modifica: 2019-12-24T07:27:54+00:00 da redazione
Revisione di revisioni sistematiche nell’approccio odontoiatrico alle OSA - Ultima modifica: 2019-12-24T07:27:54+00:00 da redazione

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