La documentazione per un’adeguata pianificazione ortodontica

La pianificazione ortodontica rappresenta una procedura estremamente complessa, perché comporta la programmazione di una sequenza molto articolata e protratta nel tempo. Il moderno approccio è di tipo multidisciplinare e prevede naturalmente l’organizzazione di una documentazione clinica completa, con il fine di integrare l’esame obiettivo.

Questa breve trattazione, dai fini illustrativi e non didascalici e mossa da una forte impronta clinica, illustra un esempio della documentazione che più frequentemente viene richiesta per approcciare un caso di pianificazione ortodontica.

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È ovvio infatti come nel tempo siano stati codificati protocolli diversi: ogni professionista, orientandosi sempre alla crescita professionale e al comfort per il paziente, avrà dei margini di movimento in ragione della personale consapevolezza scientifica e clinica.

In primo luogo, è necessario rilevare un modello di studio del caso a partire dalle impronte delle arcate. La rilevazione di una cera permetterà il montaggio dei modelli in articolatore.

In ortodonzia, la documentazione radiografica mantiene sempre un’importanza dirimente. È chiaro che l’esposizione di un paziente, a maggior ragione se in crescita, richiede la costante valutazione del rapporto costi/benefici, anche al netto delle evoluzioni tecnologiche, che negli anni hanno sensibilmente abbattuto la dose radiante. A questo proposito, lo studio dei casi ortodontici sulle immagini e ricostruzioni tridimensionali, realizzate a partire da scansione CBCT, inizia a costituire una realtà clinica più percorribile e meritevole di considerazione, sempre considerando i limiti ancora esistenti. Su questa tematica, con un occhio particolare proprio alla questione della dosimetria, si sofferma il podcast allegato a questo articolo.

L’utilizzo razionale della CBCT nella pianificazione ortodontica

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Volendosi concentrare sulle proiezioni radiografiche bidimensionali che più comunemente si utilizzano, viene ricordata per prima l’ortopantomografia, spesso utilizzata per indagare formula dentaria e salute generale delle arcate, oltre che delle basi ossee.

La radiografia più comune, in un certo senso la più iconica in ambito ortodontico, rimane ovviamente la teleradiografia laterolaterale, sulla quale viene costruito il tracciato cefalometrico e su cui viene calcolata anche l’età ossea, come già visto in un precedente articolo. L’immagine può risentire di alcuni difetti di ripresa: i più comuni sono rotazione, rollio e il cosiddetto beccheggio.

In accoppiata alle indagini radiografiche, sono ormai alcuni anni che documentare il caso ortodontico attraverso le immagini fotografiche rappresenta una scelta non opzionale.

Si consiglia l’uso di una fotocamera digitale, da abbinare a obiettivo classico per le foto extraorali e a un obiettivo macro 100 mm e rapporti di riproduzione variabili da 1/1 a 1/10, indispensabile per la realizzazione delle riprese intraorali, dirette o indirette, e da abbinare ad un flash anulare.

La documentazione per un’adeguata pianificazione ortodontica - Ultima modifica: 2016-06-14T07:20:09+00:00 da redazione

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