Minimum intervention come nuovo approccio diagnostico-preventivo

8. Tecnica di prelievo di cellule epiteliali utili alla determinazione del rischio genetico per la parodontite (Periodontal Risk Test, Hain Lifescience, Germany).

Test di rischio genetico per malattia parodontale (esecuzione del test: 1 minuto)
Come descritto in precedenza, la persistenza di infiammazione a livello gengivale e di tutti i mediatori come citochine e complemento produce risultati lesivi sulle strutture parodontali. In modo particolare, è ormai certo che un’azione anormale di alcuni mediatori, come le interleuchine, è particolarmente coinvolta in questo processo. Una di queste, IL-1, in alcuni pazienti presenta un’attività più elevata e le lesioni parodontali tendono a essere più precoci e gravi2,20. È importante, quindi, che di fronte a lesioni parodontali precoci venga identificato questo fattore di rischio, perché i programmi terapeutici e quelli dei futuri mantenimenti devono essere completamente differenti.

Il Periodontal Risk Test (PRT, Hain Lifescience, Germany) permette di eseguire un prelievo di cellule epiteliali superficiali dal lato buccale della mucosa geniena tramite semplice sfregamento di un tampone sterile fornito nella confezione (figura 8). Il campione così prelevato può essere analizzato e, dopo circa sette giorni e con costi contenuti, può essere identificata la positività per l’espressione di un gene che porta a un’azione abnorme di IL-1. Questo test dovrebbe essere eseguito di routine, soprattutto nel trattamento di forme particolarmente precoci.

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9. Sonda Diamond Perio Probe® per la rilevazione dei composti solfurei nelle tasche parodontali.

Test dei solfuri per la progressione della malattia parodontale (esecuzione del test: 10 minuti)
È noto che alcune delle specie parodontopatogene sono in grado di produrre, tra i loro metaboliti, anche alcuni composti solforati, che sono tuttavia presenti in concentrazioni significative solo nella fase attiva della malattia parodontale9.

La possibilità di rilevare, quindi, la presenza di questi composti può consentire di identi care con precisione la fase di attivazione o quiescenza della malattia parodontale, suggerire la presenza di specie batteriche potenzialmente pericolose, ma anche la necessità di re-intervento, qualora una terapia iniziale fosse già stata condotta, ma la malattia continuasse a progredire ugualmente. Diamond Probe è un particolare dispositivo che consente, con una sonda del tutto simile a quella parodontale, di rilevare, grazie a un sensore, la presenza dei composti solforati quando presenti in concentrazioni compatibili con le fasi attive della malattia parodontale ( figure 9 e 10).

10. Diamond Perio Probe®: rilevazione positiva di composti sulfurei nella tasca (spia rossa). In caso di assenza la spia rimane verde.

La presenza di composti solforati è un buon marker per suggerire con tempestività la necessità di instaurare una specifica terapia parodontale, prima che altri segni o sintomi facciano la loro comparsa in maniera clinicamente evidente, ma a volte tardiva al ne di poter ottenere buoni risultati.

Continua …

Minimum intervention come nuovo approccio diagnostico-preventivo - Ultima modifica: 2009-10-28T11:36:13+00:00 da Redazione

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