Malattie sistemiche croniche e parodontite: quale relazione?

Il legame tra la malattia parodontale e le malattie cardiovascolari è probabilmente l’infiammazione        

The link between periodontal disease and cardiovascular disease is probably inflammation  

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Davé S, Van Dyke T. Oral Dis 2008;14:95-101.

Questo articolo valuta l’esistenza di una relazione tra malattia parodontale e problemi cardiovascolari, indagando il contributo dell’infiammazione cronica parodontale sull’eziopatogenesi dei disturbi circolatori. 

Recenti studi epidemiologici hanno stabilito l’esistenza di una significativa associazione tra la malattia parodontale e le malattie cardiovascolari (CVD), che rappresentano circa il 50% delle cause annue di morte nei Paesi industrializzati. Tradizionali fattori di rischio di queste patologie sono: l’ipercolesterolemia, il fumo, l’ipertensione, la dislipidemia, l’obesità, il diabete mellito, la sindrome metabolica e gli elevati livelli di indici di infiammazione sistemica. Attualmente, si ritiene che la patogenesi delle malattie cardiovascolari (in particolar modo dell’aterosclerosi) e anche della parodontite sia di tipo infiammatorio, nonostante sia riconosciuta l’eziologia batterica di quest’ultima. I marker e/o i mediatori dell’infiammazione più importanti nella patogenesi delle CVD sono: l’interleuchina 1β (IL-1β), l’interleuchina 6 (IL-6), l’omocisteina, l’e-selectina, le lipoproteine aterogeniche, la proteina C-reattiva (CPR) e il fibrinogeno. Questi marker sono stati utilizzati per valutare l’impatto della parodontite e del suo trattamento sulle dimensioni delle lesioni aterosclerotiche nell’uomo e nell’animale. Nel modello animale, è stata osservata una proporzionalità diretta tra la gravità della perdita di osso parodontale e la grandezza delle placche aterosclerotiche, la cui formazione risulta accelerata dalla distruzione dei tessuti parodontali.

Al contrario, la prevenzione della parodontite si traduce in una diminuita dimensione delle placche aterosclerotiche. Nonostante la presenza in circolo di batteri patogeni, come il Porfiromonas gingivalis, induca un’accelerazione nello sviluppo delle lesioni aterosclerotiche per colonizzazione batterica diretta, probabilmente alla base di questi effetti vi è un meccanismo di tipo infiammatorio. Questi studi hanno, inoltre, dimostrato che la predisposizione gioca un ruolo fondamentale nella patogenesi e nella progressione sia della malattia parodontale sia delle malattie cardiovascolari.

A tutt’oggi, non vi sono lavori clinici che abbiano investigato direttamente l’effetto del trattamento della terapia parodontale sul rischio di malattie sistemiche cardiovascolari, ma solo numerosi studi sulle correlazioni tra la parodontite (e il suo trattamento) e i fattori di rischio delle CVD.  Pazienti affetti da un severo grado di parodontite presentano livelli serici più alti di CPR e di IL-6 rispetto a soggetti sani. Inoltre, i pazienti che mostrano una migliore risposta alla terapia parodontale, presentano una maggiore riduzione dei livelli serici di CPR e IL-6 rispetto al gruppo controllo. Le infezioni croniche, causando incrementi nei livelli dei marker dell’infiammazione sistemica possono causare un aumento dell’attività infiammatoria nelle cellule endoteliali con conseguente accelerato sviluppo delle lesioni aterosclerotiche.  Un recente studio randomizzato e controllato ha rilevato che una terapia parodontale intensiva porta a un miglioramento della funzione endoteliale a sei mesi. In particolare, dopo trattamenti di scaling e root planing associati a terapia antibiotica locale, i livelli plasmatici di e-selectina sono risultati più bassi nei pazienti trattati rispetto a quelli sottoposti alla sola detartrasi sopragengivale.

I dati epidemiologici hanno dimostrato che la malattia parodontale risulta in una up-regolazione dei marker serici dell’infiammazione, specialmente della CRP e della e-selectina, il cui valore prognostico è riconosciuto anche dall’American Heart Association. Non è ancora chiaro, tuttavia, se le terapie volte alla riduzione dell’infiammazione sistemica e della disfunzione endoteliale risultino in una riduzione del rischio di CVD.

Implicazioni cliniche

Gli studi scientifici analizzati suggeriscono che la malattia cronica parodontale può aggravare i disturbi cardiovascolari, contribuendo all’infiammazione sistemica e non per diretta colonizzazione batterica delle placche aterosclerotiche da parte dei patogeni parodontali. Si evince l’importanza del mantenimento di uno stato di salute parodontale indipendentemente dall’eradicazione di specifici batteri parodontopatogeni.

Malattie sistemiche croniche e parodontite: quale relazione? - Ultima modifica: 2009-05-18T16:35:56+00:00 da fabiomaggioni

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