La chirurgia guidata nel trattamento delle edentulie parziali

Quando è razionale applicare tecniche di chirurgia guidata nei pazienti parzialmente edentuli? Con quali limitazioni e indicazioni particolari? È quanto chiede Stefano Storelli, assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Scienze biomediche, chirurgiche e odontoiatriche dell’Università degli Studi di Milano a Eugenio Romeo, professore associato di Malattie odontostomatologiche presso lo stesso Dipartimento.

a cura di Pierluigi Altea

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Stefano Storelli

Laureato con lode nel 2005 in Odontoiatria e Protesi dentaria presso l’Università degli Studi di Milano, nel 2007 ha frequentato il Corso di perfezionamento “Gnatologia clinica e controllo di ansia e depressione” e nel 2009 ha conseguito il PhD in “Tecniche innovative in implantologia orale”. Specializzato in Chirurgia orale nel 2012 presso l’Università degli Studi di Milano, è assegnista di ricerca dal 2013 a oggi presso il Dipartimento di Scienze biomediche, chirurgiche e odontoiatriche dell’Università degli Studi di Milano, dove è professore a contratto di Implantologia. Docente al Corso di perfezionamento in Implantologia orale e in Protesi implantologica dell’Università degli Studi di Milano, è relatore a corsi e congressi nazionali e internazionali, oltre che fellow e speaker per i Gruppi di studio dell’International Team for Implantology e socio attivo IAO. Inoltre, è anche autore e coautore di numerose pubblicazioni scientifiche in ambito nazionale e internazionale.

Eugenio Romeo

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1984 e specializzato in Odontostomatologia nel 1988 presso l’Università degli Studi di Milano, dal 2000 è ricercatore universitario e dal 2005 professore associato del Dipartimento di Scienze biomediche, chirurgiche e odontoiatriche dell’Università degli Studi di Milano. Presta servizio presso la Clinica Odontoiatrica dell’Azienda Sanitaria Santi Paolo e Carlo, diretta dalla professoressa Laura Strohmenger, ove è responsabile del Reparto di Implantoprotesi. Docente di Protesi dentaria al Corso di laurea di Odontoiatria e Protesi dentaria dell’Università degli Studi di Milano. Presidente eletto per il biennio 2017-2020 del Corso di laurea in Odontoiatria e protesi dentaria dell’Università degli Studi di Milano, Romeo è past-president della Società Italiana di Osteointegrazione, socio attivo della Società Italiana di Parodontologia e Implantologia, e dell’Accademia Italiana di Osteointegrazione, nonché fellow dell’International Team for Implantology.

L’implantologia moderna ha fatto passi da gigante nel trattamento delle edentulie singole, multiple e totali. A ricordarlo è Stefano Storelli, odontoiatra, docente al Corso di perfezionamento in Implantologia orale e in Protesi implantologica dell’Università degli Studi di Milano.
«Gli avanzamenti sono legati a uno sviluppo crescente in diversi ambiti – spiega Storelli – per prima cosa l’evoluzione dei materiali ha consentito la costruzione di impianti in materiali sempre più performanti, come quelli in lega titanio zirconia; le superfici implantari sono in continuo sviluppo nel tentativo di ottimizzare il livello di integrazione ossea a discapito della proliferazione batterica, tra le principali cause delle perimplantiti; le connessioni protesiche e lo sviluppo digitale della protesi su impianti permettono sempre maggiori alternative e l’impiego di materiali diversi rispetto a quelli producibili con la fusione a cera persa.

D’altro canto, se gli sviluppi merceologici sono sempre costanti, bisogna anche valutare quali di questi sia di reale vantaggio per il paziente».

Due casi emblematici

La riabilitazione implantoprotesica si basa sul corretto posizionamento implantare.
«Impianti posizionati correttamente – osserva Stefano Storelli – permettono di eseguire una protesi più semplice da mantenere ed esteticamente più piacevole.
Pertanto il clinico non solo deve aver ben chiaro quali siano i corretti parametri di posizionamento implantare, ma deve anche dedicare del tempo allo studio del caso».

Oggigiorno, ricorda Storelli, si parla molto di chirurgia implantare computer guidata (Tahmaseb 2014). «La tecnica – spiega – prevede di caricare la tomografia del paziente su di un software dedicato e di pianificare gli impianti in relazione alle necessità chirurgiche e protesiche.
Tale pianificazione viene poi trasferita sul paziente attraverso una dima chirurgica di precisione, costruita sulle indicazioni del software.

Fig. 1, 2 – Caso clinico di un paziente nel quale è già stato eseguito un incremento osseo mediante un rialzo del seno mascellare

Questa tecnica viene spesso utilizzata in pazienti totalmente edentuli con metodica flapless. In letteratura, è stato evidenziato come la chirurgia guidata abbia un indice di errore e come il trasferimento dal computer al paziente presenti sempre delle deviazioni nei tre piani dello spazio di circa 1mm e di circa 4 gradi di angolo (Tahmaseb 2014)».

Tali deviazioni, fa notare Storelli, sembrano però essere molto minori rispetto a casi dove è stata eseguita una chirurgia tradizionale, cioè senza chirurgia guidata. «Nella pratica clinica di tutti i giorni – dice – trovo spesso situazioni implantari in pazienti con edentulie parziali. Tali situazioni sono anche quelle dove il corretto posizionamento implantare può giovare maggiormente alla buona riuscita della riabilitazione del paziente.

Fig. 3, 4 – Caso clinico di un paziente che necessita di una riabilitazione inferiore in condizioni di osso limitato

Trovo anche spesso situazioni dove potrebbero essere necessari incrementi ossei o incrementi di spessore mucoso, ovvero dove la tecnica flapless potrebbe essere deleteria. In sintesi, ho in mente due diverse situazioni: la prima è una riabilitazione superiore in un paziente dove è già stato eseguito un rialzo del seno mascellare (Figure 1 e 2), mentre l’altra è un caso mandibolare in cui è necessario posizionare impianti corti (6 mm) e contemporaneamente incrementare i tessuti duri del paziente (Figure 3 e 4)».

Il dubbio

Quando è razionale applicare tecniche di chirurgia guidata nei pazienti parzialmente edentuli? Con quali limitazioni e indicazioni particolari? È quanto chiede Stefano Storelli a Eugenio Romeo, professore associato all’Università degli Studi di Milano. «Credo che la sua comprovata esperienza, sia in campo implantare, sia in campo protesico – dice Storelli – possa aiutare a chiarire questo quesito, un dubbio piuttosto diffuso tra gli odontoiatri».

La chirurgia guidata nel trattamento delle edentulie parziali - Ultima modifica: 2018-03-01T11:26:45+00:00 da Redazione

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