Il rischio carie in odontoiatria ricostruttiva

  • Misurazione della capacità tampone della saliva. Utilizzando la saliva raccolta nell’apposito contenitore e una pipetta in plastica deporremo una goccia di saliva su ognuno dei tre riquadri presenti sull’apposita cartina (Figura 18). In rapporto al colore sviluppato dopo due minuti (Figura 19) potremmo definire il paziente in condizione favorevole o no. La situazione è esprimibile con un punteggio da 0 a 4 confrontando il colore assunto dai tre riquadri con quelli dell’apposita scala (Figura 20): più è alto migliore è la situazione.
18. Applicazione della saliva sul test per la valutazione della capacità tampone.
19. Cambiamento di colore in corso.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

20. Interpretazione del risultato del test.
  • Misurazione della capacità di sviluppo di acidi da parte della placca. Sull’ apposito tray di plastica (Figura 21) si trovano tre piccoli incavi. Nel primo inseriremo il liquido per lo sviluppo acido (A), nel secondo il liquido tamponante (B) e nel terzo il colorante della placca che sarà utilizzato per il prossimo esame. Dopo avere raccolto della placca nelle zone interprossimali con lo strumento di plastica (Figura 22), immergerlo nel liquido A (Figura 23). Attesi cinque minuti è possibile confrontare il risultato sulla scala colore che passa dal rosso al giallo e al verde (Figura 24). La colorazione rossa indica una placca molto aggressiva, mentre le altre colorazioni sono indicative di una minore possibilità di sviluppo di carie. Qualora la colorazione sviluppata sia rossa è possibile, immergendo la punta dello strumento nel liquido B, mostrare al paziente come una sostanza tampone possa modificare l’aggressività della placca (Figura 25) in modo da motivarlo all’utilizzo dei presidi che sono in grado di ottenere un risultato analogo nel cavo orale.
21. Tray di plastica.
23. La placca raccolta viene immersa nel liquido A.
24. Esempio di placca molto aggressiva (colore rosso) 
25. Per spiegare al paziente l’azione delle sostanze tampone è possibile immergere la placca nel liquido B.
  • Uso di rivelatore di placca in grado di distinguere tra quella di nuova formazione da quella presente da più giorni. A questo fine si utilizza il colorante che è stato prima versato nel terzo incavo (C) del tray di plastica. Con un pennellino si distribuisce colorante sui denti del paziente (Figura 26) che dopo aver atteso un minuto sciacqua la bocca con acqua; a questo punto è possibile valutare la presenza di placca ma soprattutto differenziare quella colorata di rosso (giovane) da quella colorata di blu (vecchia) (Figura 27). Maggiore sarà la presenza di placca, soprattutto quella di colore blu, maggiore sarà la possibilità di sviluppo di carie da parte del paziente.
26. Il colorante viene distribuito sulle superfici dentarie.
27. Dopo un minuto dall’applicazione del colorante si chiede al paziente di sciacquare; la placca di nuova formazione appare colorata di rosso, mentre quella vecchia di blu.
  • Valutazione del PFRI (indice della velocità di formazione della placca). Questo esame, per via della sua natura, è bene sia eseguito nei pazienti già motivati. Esso potrebbe avere aspetti di demotivazione per via della richiesta di non eseguire manovre di pulizia orale per diverse ore. Dopo una seduta di igiene si chiede al paziente di non spazzolare i denti per 24 ore. Il giorno dopo potremo, tramite rivelatori di placca, verificare quante superfici sono state colonizzate dai batteri.

Per dare una valutazione numerica ai fattori di rischio35 si potrà utilizzare la seguente formula:

n. di superfici colonizzate x 100 diviso n. di denti x 6

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Il risultato sarà diverso in rapporto a svariati fattori (Figure 28, 29) poiché l’elevato PFRI dipende da:

  • quantità totale di batteri in bocca;
  • qualità della flora batterica;
  • anatomia e morfologia di superficie dei denti;
  • bagnabilità e tensione superficiale dei denti;
  • secrezione salivare e altre proprietà della saliva;
  • assunzione di carboidrati fermentabili;
  • mobilità di lingua e labbra;
  • esposizione alle forze di masticazione e all’abrasività del cibo;
  • grado di infiammazione e volume di essudato gengivale;
  • abitudini igieniche individuali;
  • uso di fluoruri e altri mezzi per il controllo della placca.
28-29. Valutazione del PFRI.

 

Il rischio carie in odontoiatria ricostruttiva - Ultima modifica: 2013-02-28T14:54:18+00:00 da Redazione

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