Il rischio carie in odontoiatria ricostruttiva

Esami strumentali

Uno degli esami principali che viene eseguito a ogni prima visita è il sondaggio parodontale. È rilevato a tre siti per i tutti denti sia vestibolarmente che lingualmente. Durante tale procedura si rilevano i siti sanguinanti, le recessioni espresse in millimetri sia vestibolari che linguali, contrassegnata dalla lettera L, e i problemi muco-gengivali, contrassegnati dalla X (Figure 5, 6).

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5-6. Problemi mucogengivali evidenziati tramite sondaggio.

In un secondo momento verrà analizzata la mobilità e le forcazioni dei denti pluriradicolati. Il tutto è riportato in cartella come mostrato nella Tabella 4 riguardante un singolo quadrante. La maggior valenza di questo esame è ovviamente di tipo parodontale. 

Essendo però le radici esposte più facilmente ricoperte di placca queste possono dar luogo a un maggior numero di carie. Per tale motivo questo esame, fornendo una misura dell’esposizione radicolare, è importante anche nella valutazione della possibilità di sviluppo della carie radicolare da parte del paziente. Per esprimere tale valore da un punto di vista numerico è utilizzabile la formula:

mm totali di recessione / numero di denti
sottoposti a sondaggio x 2

I successivi esami strumentali riguardano essenzialmente la qualità e quantità della saliva e la qualità della placca.

  • 7. Asciugatura delle mucose mediante garza.

    Valutazione della velocità di ricomparsa del flusso salivare. Con una garza si asciuga la mucosa vestibolare e linguale inferiore e mantenendo il labbro scostato con le dita si controlla entro quanto tempo ricompare la saliva: se avviene entro 60 secondi la condizione è favorevole mentre, se si superano i 60 secondi, è sfavorevole (Figure 7-9).

8. Le mucose vengono asciugate con una garza per valutare la velocità del flusso salivare.
9. Mucose nuovamente bagnate dalla saliva.
  • Valutazione del tipo di saliva. Occorre prelevare un po’ di saliva con due dita e separandole si controlla l’eventuale viscosità (Figura 10) oppure la presenza di bollicine di aria (Figura 11) o una consistenza acquosa (la più favorevole).
10. Esempio di saliva viscosa.
11. Saliva con presenza di molte bollicine d’aria.
  • Valutazione del pH salivare. Dopo avere raccolto un po’ di saliva chiedendo al paziente di sputare nell’apposita ciotola si potrà valutare il pH tramite le cartine al tornasole (Figure 12, 13). Con la tabella comparativa a colori potremo stabilire se il pH è superiore a sette (Figura 14) o inferiore (Figura 15). Nel primo caso la condizione sarà favorevole, nel secondo sfavorevole.
12-13. Fasi della procedura di misurazione del pH.
14. pH superiore a 7.
15. pH inferiore a 7.

 

 

 

 

 

 

 

 

  • Valutazione del quantitativo di saliva prodotto sotto stimolazione. Il paziente deve masticare un’apposita caramella (Figura 16) contenente sostanze in grado di stimolare la salivazione e a mano a mano dovrà sputare nell’apposito contenitore. Dopo cinque minuti si interrompe la prova controllando il quantitativo prodotto. Nel caso in cui questo sia inferiore a 3,5 ml avremo un paziente a rischio mentre se questo sarà superiore ai 5 ml ci troveremo in una condizione favorevole34 (Figura 17).
17. Misurazione della quantità di saliva prodotta.
Il rischio carie in odontoiatria ricostruttiva - Ultima modifica: 2013-02-28T14:54:18+00:00 da Redazione

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