I primi passi per la diagnosi in ortodonzia

L’ Ortodonzia è quella branca dell’odontoiatria che si occupa del trattamento delle malposizoni dentarie. Non tutti gli approcci terapeutici però possono essere eseguiti a tutte le età.

Trattamenti basati sul solo movimento dentale possono essere eseguiti a qualsiasi età, sia per giovani che adulti. Questo tipo di approccio va distinto da quella che è l’ortopedia craniofaciale, vale a dire la modulazione dell’accrescimento osseo a livello dei mascellari in funzione dell’ottenimento di corretti rapporti occlusali; questa è  eseguibile solo in età evolutiva, in quanto nell’adulto non c’è più accrescimento osseo sensibile a trattamento.

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Per ottenere risultati di questo tipo in età adulta bisogna rivolgersi alla chirurgia ortognatica.

Qualsiasi sia l’approccio terapeutico previsto, l’ortodonzia mira al raggiungimento di un modello ideale, perseguendo un’ occlusione funzionalmente corretta e un’estetica dento-faciale armonica.

L’approccio tanto nel soggetto in crescita quanto nell’adulto viene sviscerato step by step nei diversi moduli del corso Ortognatodonzia: aspetti diagnostico-terapeutici” organizzato da tecniche nuove.

Animazione realizzata con Chairside:

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Video inserito su Youtube da Giuseppe Montali

Fase cruciale per raggiungere un risultato soddisfacente è la diagnosi ortodontica. Questa inizia proprio con la valutazione delle problematiche e delle aspettative del paziente. L’anamnesi della storia medica viene tipicamente affiancata, per pazienti ortodontici , fotografie del viso e intraorali, una radiografia panoramica e una proiezione latero-laterale su cui sarà possibile eseguire un tracciato cefalometrico; ove necessario si potranno aggiungere anche delle radiografie endorali.  Oltre al loro valore diagnostico, le immagini e le radiografie pre-trattamento sono utilizzate come riferimento per valutare i risultati del trattamento e sono indispensabili ai fini medico-legali.

Le fotografie ortodontiche standard includono due riprese frontali del volto, una con le labbra a riposo e l’altra, mentre il paziente sta sorridendo. Uno scatto laterale del volto è anche eseguito. Infine si eseguono cinque viste endorali: occlusale dell’arcata superiore e inferiore due laterali e una in occlusione.

A questo punto devono essere prese delle buone impronte in alginato e una registrazione interocclusale in occlusione centrica; le impronte vengono sviluppate in gesso realizzando due modelli che permettano lo studio del caso.

Verrà quindi catalogato il paziente in una delle classi molari di Angle:
I classe: la cuspide mesiobuccale del primo molare mascellare si trova nel solco tra le cuspidi vestibolari del primo molare mandibolare.

II classe: la cuspide mesiobuccale del superiore cade anteriormente rispetto al solco formato dalle cuspide del primo molare mandibolare.

III classe: la cuspide mesiobuccale del superiore cade posteriormente rispetto al solco formato dalle cuspide del primo molare mandibolare.

Si prosegue con la valutazione dell’overbite, dell’overjet e della dentizione in senso trasversale.

Solo al termine degli esami clinici e radiografici interpretati sulla base dell’età e dell’anamnesi raccolta dal paziente, si potrà procedere alla realizzazione di un piano di trattamento adeguato al raggiungimento di un risultato che soddisfi le aspettative del paziente ed i principi biologici conosciuti dall’odontoiatra.

Per approfondire questi e molti altri aspetti vi proponiamo il corso “Ortognatodonzia: aspetti diagnostico-terapeutici“, accreditato da Tecniche Nuove Spa valido per il conseguimento di ben 18 crediti ECM, parte dell’offerta formativa de Il Dentista Moderno per il 2015 (Pacchetto ECM da 35 crediti).corsi ecm odontoiatri

I primi passi per la diagnosi in ortodonzia - Ultima modifica: 2015-11-09T08:00:52+00:00 da redazione

2 Commenti

  1. Malocclusioni: la diagnosi in ortodonzia comincia con l’analisi dentale | DM Il Dentista Moderno

    […] La prima fase della diagnosi ortodontica rimane comunque quella dentale. Iniziando con la classe, alcuni dei dati epidemiologici in nostro possesso evidenziano una situazione di forte impatto socio-sanitario, per quanto non ci si stia riferendo a dei pazienti propriamente “malati”. […]

  2. […] limitazioni maggiori rispetto al mascellare superiore. In linea teorica sarebbe possibile recuperare spazio in 2 diverse direzioni: in senso trasversale e in senso mesio-distale (quindi […]

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