Denti inclusi: prevenzione, diagnosi, terapie e prognosi

12a

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12a. Pz. L.N. 11 anni. OPT: pz con notevole ritardo di permuta; dislocazione mesiale del germe di 4.5 la cui posizione ostacola il normale tragitto eruttivo di 4.4 e 4.3. Terapia programmata: estrazione di 8.5-8.4-8.3, posizionamento di un mantenitore di spazio rimovibile che mantenga il contatto occlusale con gli antagonisti e attesa della spontanea eruzione (terapia effettuata 12 mesi dopo questa OPT).

Primi molari

In dentizione mista precoce è possibile riscontrare la presenza di un primo molare, più frequentemente il superiore, ostacolato nell’eruzione dal quinto deciduo. Clinicamente si osserva che la cresta marginale distale del quinto deciduo è in posizione più occlusale di quella mesiale del primo molare permanente. Nei casi di gravità maggiore la cresta marginale mesiale del sesto non è visibile e in rari casi l’intera corona non è presente in arcata. Le principali cause di tale quadro sono:

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  • affollamento dentario;
  • posizione anomala del primo molare permanente.

Trattamento
L’indicazione principale al trattamento di questa condizione è la prevenzione della carie nello spazio interprossimale tra il primo molare permanente e il quinto deciduo.
Le possibilità terapeutiche sono diverse3:

  • estrazione precoce del quinto deciduo, attesa della completa eruzione del primo molare permanente, successiva riapertura dello spazio necessario per l’eruzione del secondo premolare permanente e posizionamento di un mantenitore di spazio;
  • utilizzo di dispositivi ortodontici fissi o mobili che favoriscano il tipping distale del primo molare permanente e la sua conseguente eruzione (Figure 18a-18d);
  • pulpectomia del quinto deciduo e riduzione del diametro mesio-distale (slicing) dello stesso per creare lo spazio necessario all’eruzione del primo molare permanente e mantenere il quinto deciduo in arcata;
  • utilizzo di un elastico separatore o di un altro separatore ortodontico.

Questa metodica può essere utilizzata sono nei casi non gravi. Lo spazio creato tra il quinto deciduo e il primo molare permanente facilita l’eruzione di quest’ultimo.

Conclusioni
Il riscontro di un dente incluso – terzi molari a parte – è molto frequente nella pratica odontoiatrica. È importante, quindi, conoscere quali siano i possibili quadri clinici che lo coinvolgono,come e quando sia il momento migliore per intervenire in modo tale da evitare trattamenti complessi e, in alcuni casi, rischiosi per le strutture adiacenti. Una diagnosi precoce e un trattamento tempestivo sono spesso in grado di favorire la normalizzazione del tragitto eruttivo dell’elemento dislocato, semplificando così il trattamento ortodontico che ne consegue e riducendo i tempi, le difficoltà, i costi e gli effetti collaterali di un intervento tardivo.

Ringraziamenti
Si ringraziano i dottori
Silvia Gianmattei e Federico Ambrogi

Corrispondenza
Prof.ssa Giovanna Garattini
giovanna.garattini@unimi.it

Dott.ssa Elena Bazzini
elena.bazzini@fastwebnet.it

Denti inclusi: prevenzione, diagnosi, terapie e prognosi - Ultima modifica: 2013-04-10T12:44:20+02:00 da Redazione