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L’alito cattivo è naturalmente un sintomo che può limitare fortemente la vita di relazione di un soggetto. Il paziente potrà scegliere di rivolgersi all’odontoiatra al fine di capire le cause del problema.

L’alitosi può derivare in primo luogo dal proliferare di microrganismi, soprattutto batteri anaerobi, all’interno del cavo orale. Questi, in alcuni casi, possono accelerare la propria proliferazione, metabolizzando le macromolecole proteiche contenute nei residui di cibo o nei fluidi salivari. Tra i prodotti di tale metabolismo ritroviamo quei composti volatili solforati responsabili del cattivo odore.

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Può essere quindi una manifestazione di problemi del cavo orale.

L’odontoiatra dovrà capire se il sintomo derivi semplicemente da una gengivite o sia manifestazione di una condizione cronica degenerativa associabile alla vera e propria malattia parodontale. Oltre alla diagnosi parodontale (PSR, sondaggio, eventuali radiografie intraorali) il paziente dovrà essere da subito informato e motivato all’adozione e al mantenimento delle corrette procedure domiciliari di spazzolamento. L’odontoiatra, in questa fase, potrà essere coadiuvato dal ruolo dell’igienista dentale. In alcuni casi, ovviamente, a monte sarà necessaria un’ablazione del tartaro professionale, anche organizzata su più sedute.

Rimanendo in ambito parodontologico, è necessario ricordare una delle patologie più gravi interessanti il parodonto e, soprattutto, la gengiva. Si tratta della gengivite acuta necrotizzante ulcerativa, nota semplicemente come GANU. Ha un quadro sintomatologico caratteristico, che comprende anche una condizione di alitosi molto spiccata. Pur non essendo naturalmente una patologia di riscontro comune, ogni caso richiede una diagnosi precoce e un trattamento efficace, perché può portare a conseguenze drammatiche per il cavo orale, contando poi che colpisce frequentemente soggetti giovani.

L’alitosi, in secondo luogo, può essere l’espressione di malattie di competenza stomatologica, ma a differente base eziologica. È infatti un dato comune nelle diverse forme di candidosi, e anche in tali casi l’odore sarà caratteristico. Nella maggior parte dei casi la diagnosi è semplice e il paziente risponde bene agli antimicotici. Nel caso in cui i sintomi persistano, tuttavia, l’odontoiatra potrà scegliere di rivolgersi ad un collega maggiormente esperto in patologia orale o demandare il caso ad altro specialista medico.

L’alitosi può essere anche presente nell’alveolite secca, a causa dell’accelerata fibrinolisi e alla susseguente macerazione a cui va incontro questo tessuto ricco di proteine.

Sempre per quanto riguarda il distretto cranio-facciale, alcune condizioni innate o acquisite di interesse otorinolaringoiatrico possono causare alitosi.

Un capitolo a se stante è invece quello riguardante le patologie sistemiche. Spesso si tratta di condizioni patologiche importanti, che interessano fortemente il trattamento odontoiatrico del singolo paziente. Una causa frequente e ben riconoscibile di alitosi è sicuramente l’abuso di alcolici. Ricordiamo anche altre problematiche a carico dell’apparato digerente, quali reflusso gastro-esofageo e gastriti. Lo si ritrova anche in condizioni piuttosto gravi, quali epatopatie, nefropatie e patologie polmonari.

Condizioni sistemiche e del cavo orale alla base dell’alitosi - Ultima modifica: 2015-12-17T08:04:39+00:00 da redazione

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