Nell’attività clinica di tutti i giorni, la malattia parodontale è una patologia di frequente risconto che può manifestarsi con forme e gravità differenti, mantenendo sempre un carattere cronico-degenerativo.
L’Associazione Americana di parodontologia definisce la parodontite cronica come un’infiammazione della gengiva che si estende all’adiacente apparato di supporto del dente. Essa è caratterizzata dalla perdita di attacco clinico (CAL) dovuto alla distruzione del legamento parodontale e dell’osso di supporto adiacente.
Trattandosi di una patologia multifattoriale, non si dovrà sottovalutare alcuna informazione, pertanto si procederà ad un’attenta raccolta dei dati anamnestici.
La compilazione della cartella clinica in ambito medico è una fase di importanza centrale nel contesto di qualunque presidio sanitario, sia esso una struttura pubblica o privata.
Anche la cartella clinica parodontale, quindi, dovrà avere una struttura ben precisa, che si può codificare in tre sezioni.
Innanzitutto saranno indagati i dati sull’età, la scolarità e la posizione lavorativa del paziente. Importantissimo il dato delle abitudini viziate, in primis il fumo e la valutazione di eventuali patologie correlate, in particolare il diabete, a tale scopo verranno poste domande sull’anamnesi patologica prossima e remota.
Problemi parodontali e correlazioni sistemiche
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In seconda analisi si porranno al paziente domande strettamente inerenti le sue abitudini di igiene orale e parodontali, nonché sulla sua percezione di problemi quali alitosi, sanguinamento, mobilità dentale, dolore a diversi tipi di stimolazione.
Infine l’ultima parte della cartella parodontale, verrà compilata grazie alle informazioni che il clinico riscontrerà durante l’esame clinico obiettivo.
Saranno pertanto indagati:
- Accumulo di placca
- Sanguinamento al sondaggio
- Profondità di sondaggio (PPD)
- Perdita di attacco (CAL)
A corredo dell’esame clinico oltre alla panoramica, che deve essere sempre presente, può essere eseguito uno status radiografico, costituito da 16 radiografie endorali + due bite-wing.
Per porre diagnosi nel modo più preciso e corretto possibile, Armitage realizzò una classificazione, poi modificata, ancora tra le più utilizzate oggi, che si proponeva di dividere in 9 gruppi questo tipo di patologie:
Tipo I: malattie gengivali
Indotte da placca
Non indotte da placca
Tipo II : parodontite cronica
Localizzata
Generalizzata
Tipo III: parodontite aggressiva
Localizzata
Generalizzata
TIPO IV: parodontite manifestazione di malattie sistemiche
Associate a malattie ematologiche
Associate a disordini genetici
Non altrimenti specificato
TIPO V: infezioni parodontali necrotizzanti:
Gengivite Ulcerativa Necrotizzante (NUG)
Parodontite Ulcerativa Necrotizzante (NUP)
Aggiornarsi su tecniche diagnostiche e terapeutiche
Il momento cruciale per una corretta diagnosi della malattia parodontale, rimane quello di domandare al paziente le informazioni necessarie all’individuazione dei quadri patologici. Tuttavia, una corretta diagnosi è perseguibile solo grazie ad un costante aggiornamento sulle tecniche diagnostiche e terapeutiche. Per raggiungere questo scopo, sono disponibili specifici corsi di aggiornamento in parodontologia ed è consigliabile confrontarsi sempre con la letteratura scientifica a riguardo.
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