L’anafilassi nell’ambulatorio odontoiatrico

Anafilassi: definizione

L’anafilassi è una sindrome clinica che rappresenta il grado più severo della reazione allergica e richiede immediato trattamento per il suo esito potenzialmente fatale. L’adrenalina è la terapia di prima linea per qualunque anafilassi di grado severo o anche solo potenzialmente tale. Sebbene l’anafilassi sia stata descritta la prima volta circa un secolo fa e sia oggettivamente una delle condizioni patologiche più allarmanti, non esiste un criterio universale e semplice per definirla.

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Questo fatto, e l’ovvia impossibilità di condurre studi controllati, non consente di diradare del tutto l’incertezza per quanto attiene alla sua epidemiologia, fisiopatologia e terapia. Alcuni punti fermi sono stati stabiliti in un simposio internazionale10, di cui si riportano le conclusioni. Si è deciso che si debba considerare probabile un’anafilassi quando si verifica almeno uno dei seguenti tre criteri.

  • Criterio 1 (“allergene nascosto”). Insorgenza acuta (minuti o poche ore) di una patologia che coinvolge la cute, le mucose o entrambe (per esempio: orticaria generalizzata, prurito, eritema, edema delle labbra, lingua o ugola) e almeno uno dei seguenti segni: a) compromissione respiratoria (dispnea, sibili, broncospasmo, tirage, ipossia), b) ipotensione o sintomi a essa associati (ipotonia, collasso, sincope, incontinenza).
  • Criterio 2 (“allergene probabile”). Insorgenza acuta (minuti o alcune ore) dall’esposizione del paziente a una probabile fonte allergenica e verificarsi di due o più tra le seguenti condizioni: a) coinvolgimento della cute e/o delle mucose (per esempio, orticaria generalizzata, prurito, eritema, edema delle labbra, lingua o ugola), b) compromissione respiratoria (dispnea, sibili, broncospasmo, tirage, ipossia), c) ipotensione o sintomi a essa associati (ipotonia, collasso, sincope, incontinenza), d) disturbi GI persistenti (crampi addominali, colica addominale, vomito).
  • Criterio 3 (“allergene certo”). a) Ipotensione dopo esposizione (minuti o alcune ore) del paziente a una certa fonte allergenica, e precisamente: a1) nei lattanti e nei bambini: bassa pressione sistolica (rispetto l’età, facendo riferimento alle Tabelle allegate10) ovvero sistolica ridotta oltre il 30% rispetto un valore precedentemente noto per quel soggetto, a2) negli adulti: sistolica < 90 mm Hg ovvero ridotta oltre il 30% di un valore precedentemente noto per quel soggetto.

Come si vede, si tratta di criteri complessi, non facili da applicarsi alla realtà clinica. Approssimativamente l’ottanta per cento dei casi di anafilassi è identificato dal criterio 110, a prescindere cioè dal sospetto o dalla certezza di avvenuta esposizione a una fonte allergenica. Il 20% dei casi circa è caratterizzato dai disturbi GI descritti nel criterio 2, in assenza di manifestazioni cutanee (specie bambini con allergie alimentari o soggetti che hanno subito punture di insetto). Infine, il criterio 3 dovrebbe identificare i rari casi nei quali l’ipotensione fa seguito all’esposizione certa a un allergene definito.

Anafilassi: cosa fare mentre i minuti scorrono
Considerazioni preliminari

Il paziente che manifesta un qualunque iniziale segno o sintomo di malessere nello studio dentistico, tipicamente in corso di una manovra medico-chirurgica, e in stato di coscienza, va posto in osservazione in ogni caso in una posizione confortevole, supina o reclinata. Dovranno essere verificati i parametri vitali: pervietà delle vie aeree, corretta respirazione, stato di coscienza (per esempio cercando di mantenere una conversazione rassicurante). Da queste premesse sarà più agevole acquisire le informazioni diagnostiche e prendere le decisioni terapeutiche più adeguate sin dall’inizio dell’episodio critico.

Purtroppo molti pazienti inviati all’attenzione dell’allergologo rientrano nel novero dei soggetti che hanno avuto reazioni di malessere aspecifico, nella totale assenza di obiettività significative, che sarebbero evidenti una volta poste in atto le semplici condizioni di osservazione sopra riportate. Non sarà mai sottolineato a sufficienza che è cruciale dedicare al paziente il tempo necessario affinché, nell’ambito delle specifiche caratteristiche culturali e della documentazione clinica eventualmente disponibile, si stabilisca un rapporto empatico con il medico, ovvero un’alleanza terapeutica nell’ambito della quale l’obiettivo comune è ottenere il miglioramento di una condizione patologica che si è mutuamente compreso e convenuto di affrontare.

È noto come le condizioni di lavoro abituali nello studio odontoiatrico non siano spesso compatibili con l’ottenimento di questo obiettivo, che consentirebbe non solo l’identificazione dei pazienti più a rischio, ma anche una pronta diagnosi delle emergenze eventualmente osservate.

Continua …

L’anafilassi nell’ambulatorio odontoiatrico - Ultima modifica: 2013-10-11T12:15:38+00:00 da Redazione

2 Commenti

  1. Allergia al lattice: dai guanti in vinile allo studio latex-free | DM Il Dentista Moderno

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  2. […] e della possibile gravità delle reazioni allergiche al lattice adottano le linea guida “Latex-safe” per la prevenzione di questa patologia nei pazienti […]

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