Odontoiatria pediatrica:l’evoluzione nel trattamento della dentizione decidua

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Negli ultimi anni, il trattamento del soggetto pediatrico in odontoiatria ha conosciuto uno sviluppo professionale notevolissimo, il che ha portato a una regolamentazione europea della figura del professionista che si occupa di odontoiatria pediatrica e all’istituzione di una scuola di specialità. Non si vuole certamente affermare che una così ampia e decisiva classe d’età sia stata sottovalutata in passato.

In un certo senso, però, si ricordava come il dente deciduo lasciasse una “seconda possibilità”. In realtà, è stato poi compreso il valore formativo dell’approccio precoce al paziente. L’odontoiatra oggi accompagna il paziente fin dalla dentizione decidua, ribadisce i concetti del mantenimento dell’igiene orale e, qualora si presentino comunque lesioni cariose a carico dei denti da latte, interviene. La modalità operativa, allo stesso modo, ha ridotto la propria invasività, approfittando dell’introduzione di nuovi materiali, dopo che per diverso tempo ci si era basati su una serie più ristretta di prodotti.

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Oggi, è assodata la possibilità di non procedere a pulpectomia in assenza di un evidente quadro di pulpite irreversibile. Nel momento in cui il dubbio clinico derivi dalla profondità di una lesione cariosa non sintomatica e l’interessamento della polpa sia topografico più che patologico-infiammatorio, si potranno adottare procedure di incappucciamento o pulpotomia parziale. Nella peggiore delle ipotesi, la pulpectomia verrà procrastinata. Nel momento in cui sia dunque necessario procedere alla pulpectomia, il formocresolo è un materiale ampiamente utilizzato nel corso degli anni, come testimonia anche un articolo discusso su queste stesse pagine. Il formocresolo, diluito in rapporto 1:5, costituisce un agente fissante efficace, come dimostrano gli studi che ne valutano il successo (clinico e radiografico) in un range dal 70 al 97%. Nel contempo, tuttavia, si tratta di un prodotto molto discusso, perché potenzialmente tossico e irritante per i tessuti molli.

 

Procedura di una pulpotomia in elemento di dentizione decidua

 

Volendo considerare dunque delle alternative maggiormente biocompatibili, i materiali oggi più diffusi sono rappresentati dal solfato ferrico e dal Mineral Trioxide Aggregate (MTA). Il primo dei due ha un’efficacia paragonabile al formocresolo, ma alcuni Autori ne correlano l’utilizzo a un maggior tasso riassorbimento interno e, quindi, al fallimento radiografico. Il materiale di prima scelta, anche per questo, è l’MTA. Da una parte, il costo elevato potrebbe scoraggiarne l’impiego. Va detto però che la maggiore versatilità di questo prodotto (rispetto al formocresolo) nell’essere addizionato a diversi materiali da otturazione definitiva – a patto che se ne rispettino i tempi di presa, quantificabili in una settimana circa – permette il mantenimento del dente idealmente fino alla permuta, con un risparmio in termini biologici ma anche economici.

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Odontoiatria pediatrica:l’evoluzione nel trattamento della dentizione decidua - Ultima modifica: 2016-12-17T07:33:15+00:00 da redazione

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