In ambito oncologico, i tumori maligni primitivi del pancreas sono tra i più temuti, dato che presentano un tasso di mortalità elevato, collegato alla sistematica difficoltà nell’ambito della diagnosi precoce, oltre al decorso clinico-patologico spesso aggressivo. Nei giorni scorsi, due ricercatori statunitensi hanno presentato presso il meeting annuale dell’Associazione Americana per la ricerca sul cancro dei dati preliminari promettenti riguardanti proprio questa patologia. I risultati indurrebbero a considerare tra i fattori di rischio per l’insorgenza di tale specie tumorale il dato del microbiota orale. Tra i microrganismi che innalzerebbero il rischio di patologia, infatti, spiccano due batteri particolarmente noti per il loro ruolo nell’insorgenza della malattia parodontale: Porphyromonas gingivalis e Aggregatibacter actinomycetemcomitans. Per quanto si tratti di un lavoro preliminare, è un dato di fatto che negli ultimi anni siano stati fatti sforzi importanti nella ricerca del nesso causale fra patologie di interesse odontostomatologico e malattie sistemiche, alcune delle quali molto diffuse nella popolazione. In questo senso, un ruolo importante è senza dubbio quello della ricerca di ambito parodontale: le scoperte sono state tante e tali che negli ultimi anni si è iniziato a parlare di perio-medicine.
Può essere interessante, in questo ambito, mantenere l’interesse proprio sull’esempio del pancreas. Si parla infatti di un organo chiave dell’organismo, con una doppia funzione sull’apparato digerente e sulla regolazione del metabolismo nel suo complesso, attraverso la sua articolata componente endocrina.
È stata precedentemente presa in considerazione la patologia oncologica del pancreas. Il quadro di maggiore interesse per quanto riguarda la pratica odontoiatrica quotidiana e, in generale, dal punto di vista epidemiologico, rimane senza dubbio la malattia metabolica. Il diabete mellito, come noto, deriva dall’incapacità dell’organismo di produrre o utilizzare l’insulina, ormone prodotto dalle cellule beta del pancreas endocrino. Viene a tal proposito diviso in diabete insulino-dipendente (I tipo) e non (II tipo).
Dal punto di vista stomatologico, un’espressione sintomatica del diabete è la xerostomia: il diabetico è quindi generalmente più predisposto alla carie, oltre che alle infezioni opportuniste come la candidosi.
Tornando all’argomento perio-medicine, è accertato che un soggetto diabetico ha un rischio due-tre volte superiore di sviluppare patologia parodontale rispetto ad un paziente sano: il ruolo degli stili di vita può quindi risultare decisivo. D’altra parte, sembra che la terapia parodontale abbia un ruolo nell’ottenimento di un grado adeguato di compenso, probabilmente anche in virtù di quanto appena detto.
L’aspetto che probabilmente condiziona di più l’operato dell’odontoiatra riguarda però la sfera puramente chirurgica. Il diabete, infatti, condiziona negativamente a livello sistemico il meccanismo fisiologico della guarigione delle ferite, interferendo sia sul microcircolo che su di una serie di processi leucocitari e infiammatori. Ciò predispone a una serie di complicanze intra e postoperatorie. I protocolli concordano quindi sull’importanza di assicurarsi, oltre che della glicemia, del grado di compensazione del diabete (con la verifica dell’emoglobina glicata) prima di effettuare una qualsiasi procedura di chirurgia orale.