La commercializzazione della professione odontoiatrica ha spinto molti a temere che l’odontoiatria fosse ormai solamente una questione di marketing, spinta al ricavo e al ridurre al minimo il tempo alla poltrona del paziente. Nei pellegrinaggi sul web, nelle visite a pagine odontoiatriche sui social, nelle righe di alcune autorevoli riviste si riscoprono però immagini e credo di questa professione. Dedizione alla cura del dettaglio, al considerare ogni incremento apposizionale un cesello al proprio manufatto, a trattare non solo con scienza e coscienza ma con arte, quello che è il suo fine ultimo: il benessere e la soddisfazione del paziente.
Da questa riflessione spontanea sgorga la curiosità di un inaspettato viaggio nella storia dell’arte alla ricerca di opere figurative intense quanto a volte crude, che ritraggono i primordi di una professione.
Le condizioni di lavoro vengono ritratte a volte condite da eccessi per dar spazio all’interpretazione artistica a alla volontà del pittore di far passare alcuni messaggi attraverso dei simboli spesso difficili da decifrare. Quest’ultimo punto concerne soprattutto i pittori fiamminghi e olandesi del XVII secolo, che hanno dipinto un gran numero di scene del genere, e, tra di esse, delle scene scientifiche, mediche e dentistiche.
Nella rappresentazione del IX-X secolo si trova una miniatura che fa parte del Codex Nicetas conservato alla Biblioteca Medicea Laurentiana a Firenze, oltre a un “clinico” è presente un assistente. L’assistente aiuta in questo caso a ridurre una lussazione temporo-mandibolare reggendo la testa del paziente.
Duecento anni dopo, e cioè verso il 1100-1200 una miniatura di Ruggero da Fruggardo illustra la “Chirurgia” conservata alla Master and Fellows of Trinity College Library à Cambridge,un monaco aiuta nella pratica tramite il mantenimento della fiamma che serve a riscaldare gli strumenti.
Il trattamento di certe patologie dentarie attraverso la cauterizzazione era molto in voga durante quest’epoca.
Per il XV secolo, sono presenti diverse scende odontoiatriche nell’arte: innanzitutto possiamo citare un disegno ad illustrazione di un manoscritto tedesco datato al 1467.
Questo manoscritto è conservato a Stoccarda e mostra un “clinico” mentre estrae un dente ad un paziente. Il clinico, di aspetto orientale con la sua cuffia, è perfettamente posizionato. Egli è aiutato da una assistente che regge il paziente per la mano e la spalla.
Del XV secolo anch’esso, un disegno ad illustrazione Châh–Namé (Il libro dei Re) di Abu’l Qasim Firdusi, manoscritto persiano conservato alla Bibliothèque Nationale de France mostra anche esso le metodiche estrattive dell’epoca. Il “clinico” è di fronte al paziente e l’assistente dietro e gli regge la testa.
Il dipinto di Theodore Rombouts (1597-1637) è molto celebre. Questo pittore fiammingo ci ha lasciato numerose versioni di scene odontoiatriche. Una è conservata al Museo delle Belle Arti di Gand, l’altra al Museo del Prado a Madrid. Nel quadro sei spettatori assistono alla scena, di cui due hanno un atteggiamento che mostra che essi sono particolarmente interessati all’estrazione praticata: a sinistra in primo piano un uomo appoggiato sul suo bastone regge i suoi occhiali sul naso per meglio vedere, e l’altro, più giovane, è appoggiato sulla tavola in cui sono collocati gli strumenti e le fiale, anch’essi con aria molto interessata. I due uomini che stanno a destra del parlano, come si può vedere, dei loro denti.
Nel XVII secolo sono presenti numerose rappresentazioni di scene dentistiche.
Adriaen van Ostade (1610-1685), pittore olandese, ci ha lasciato una scena d’interno e conservata al Kunsthistorisches Museum di Vienna. Il “clinico”, posto dietro il paziente, glista estraendo un dente, mentre il piccolo assistente regge un piatto assistendo anch’egli alla scena. Vi sono alcuni spettatori in secondo piano, ed un altro appoggiato su un lungo bastone, guarda attentamente il lavoro del “dentista”.
Gerrit van Honthorst (1590-1659), pittore olandese ha lasciato numerose scene di genere, adepto di Caravaggio e di altri pittori olandesi , firma un quadro ritraente un’estrazione dentale nel 1622.
L’assistente regge una candela per illuminare il campo di lavoro. Il “dentista” è posto dietro il paziente mentre gli spettatori, molto interessati si trovano sul davanti.
Joos van Craesbeck (1608- circa 1654/1662), pittore fiammingo , mostra l’interno di un barbiere-chirurgo. Il pratico si è posto dietro la paziente seduta al suolo. Compie un’estrazione mentre un aiutante regge la mano della paziente tenendo fisso lo sguardo sulla bocca di quest’ultima.
Jan Miense Molenaer, olandese, (1610-1668) rappresenta un dentista, ma in realtà ci mostra un vero ciarlatano che ha l’aria di simulare una cura dentistica.
Il suo intento, di mostrare la disonesta dei ciarlatani, si manifesta nell’espressione furba dell’assistente. Tra gli spettatori interessati alla scena c’è una dama che ha le mani giunte, perché compatisce il dolore del paziente che sta tra le mani del ciarlatano. Questa dama si sta facendo derubare da un ladro, forse un altro complice.
Del XIX secolo possiamo esaminare questa pittura di S. Cox, pittore britannico, conservata alla biblioteca del Wellcome Institute a Londra.
L’assistente regge la testa del paziente mentre il “dentista” lavora. Due spettatori si trovano alcuni metri più in là.
Più vicino ai nostri tempi, possiamo vedere in questa
incisione della fine del XIX secolo di Léon Tynaire, proveniente dal Museo Nazionale dell’Educazione del Mont Saint Aignan, una sala della Scuola Dentistica di Parigi in cui l’insegnante è l’unico spettatore, perché dà dei consigli alla studentessa.
All’inizio del XX secolo c’erano ancora dei dentisti ambulanti che operavano per le strade: alcune fotografie, di dentisti parigini delle strade, sono le ultime testimonianze di queste scene.
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