L’invecchiamento dentale e lo sbiancamento professionale: valutazione oggettiva allo spettrofotometro

Materiali e metodi

Sono stati selezionati 48 pazienti adulti (22 uomini e 26 donne, pervenuti alla nostra osservazione ambulatoriale, che richiedevano il trattamento cosmetico di sbiancamento dentale per la presenza di discromie dentarie dovute a traumi e a invecchiamento dentale. I criteri d’inclusione comprendevano: età tra i 50 e i 70 anni, buona salute parodontale, motivazione, consumo di tabacco (da occasionale fino a 10 sigarette die) e un ≥ph maggiore di 7. Sono stati esclusi i soggetti (in riferimento alla comunicazione del ministero della Salute del 21/07/2004):

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  • i pazienti psicologicamente non idonei;
  • le donne in gravidanza;
  • i portatori di pacemaker;
  • i pazienti che presentavano elementi dentari con gravi ipoplasie dello smalto o con presenza di otturazioni estese;
  • i soggetti con otturazioni in amalgama d’argento sugli elementi anteriori, perché gli ossidi di grigio ne alterano il colore.

Le osservazioni si riferiscono al periodo tra gennaio 2010 e maggio 2011. I pazienti sono stati divisi in 2 gruppi: il primo gruppo (G1) è stato sottoposto al trattamento di sbiancamento dentale utilizzando il 25% di perossido d’idrogeno, mentre nel secondo gruppo (G2) è stato impiegato il 38%. Per lo studio sono state previste 3 sedute per ciascun paziente, a distanza di 1 settimana l’una dall’altra.

Acquisizione del consenso informato

Prima di somministrare il trattamento i pazienti hanno letto e firmato un modulo di consenso informato, al fine di produrre e comprovare una corretta informazione.

Preparazione pre-clinica

Prima di procedere alla seduta clinica di sbiancamento tutti i pazienti sono stati sottoposti a un accurato trattamento di igiene orale e all’analisi allo spettrofotometro (Figura 1a) di 4 elementi frontali (11, 21, 12, 22). Le rilevazioni allo spettrofotometro sono state eseguite al baseline, al termine della prima seduta clinica e a una settimana dal termine del trattamento completo basandosi sulla scala colori Vita Classical (Figura 1b). I pazienti presentavano le seguenti discromie dentarie:

  • 34 casi discolorazione dovuta a invecchiamento dentale con interessamento prevalente del terzo cervicale della dentatura;
  • 6 casi discromia dovuta a traumi dentali;
  • 8 casi discromie estrinseche internalizzate dovute prevalentemente al tabagismo.

Il Sistema Extra-White Professional impiega la tecnologia Lampada a LED Dispositivo medico classe II A (465 nm) utilizzata per veicolare l’ossigeno allo stato atomico (o nascente) nella sostanza organica interprismatica dentale. Inoltre, questa tecnica utilizza una miscela a base di polvere e liquido (perossido d’idrogeno). Il trattamento di sbiancamento dentale con il sistema Extra-White Professional è adatto:

  • per le discromie estrinseche (assunzione di sostanze tannine, tabacco);
  • per le discromie patologiche grigio-giallastre con distribuzione uniforme su tutta la superficie dentale;
  • per le ipoplasie dello smalto; dopo lo sbiancamento sarà opportuno prendere in considerazione la necessità di eseguire otturazioni estetiche per eliminare le lesioni dello smalto;
  • per le discromie patologiche localizzate (sarà necessario isolare la parte di smalto indenne da quella da sbiancare).

Protocollo clinico

Di seguito viene descritto un caso clinico e la procedura adottata. La paziente di 59 anni (in terapia parodontale di mantenimento) giunge alla nostra osservazione con l’esigenza di voler sbiancare i denti, soprattutto perché avverte l’invecchiamento del colore. La paziente prima di iniziare il trattamento non presentava fenomeni di ipersensibilità dentinale ed è stata sottoposta a 3 cicli di trattamento, intervallati di una settimana. La paziente è stata sottoposta inizialmente a polishing dentale utilizzando un micromotore con gommino associato a una pasta da profilassi (Figura 2). Prima del trattamento, al tempo 0, è stata effettuata la rilevazione spettrofotometrica secondo il sistema Cie Lab (L* = luminosità, b* =…) (Figure 3, 4) e scattate le fotografie iniziali (Figura 5). Successivamente le guance e le labbra vengono protette integralmente mediante l’applicazione dell’OptraGate (Figura 6), mentre l’inserimento degli aspirasaliva sulla superficie occlusale del 47 e del 37 consentono l’aspirazione del fluido salivare e al contempo distanzia le arcate. I tessuti gengivali sono protetti da una barriera siliconica foto-polimerizzabile (Figura 7) applicata (a partire dal solco gengivale) per 2 mm in senso vestibolare sui tessuti gengivali dell’arcata superiore e inferiore fino alla papilla distale dell’elemento che si intende sbiancare, al fine di evitare l’azione caustica del perossido d’idrogeno a contatto con i tessuti gengivali.

21. Elemento dentario 23 dopi I ciclo con perossido d’idrogeno al 38%.
21. Elemento dentario 23 dopi I ciclo con perossido d’idrogeno al 38%.

Il materiale sbiancante polvere e liquido a base di perossido d’idrogeno (concentrazione utilizzata al 25%) si attiva immediatamente prima dell’uso quando i due componenti si auto-miscelano (3 coppette di polvere – 10 gocce di liquido). Il gel ottenuto (Figura 8) viene applicato, con una spatolina di plastica o di metallo, con uno strato da 1-1,5 mm sulle superfici vestibolari dei denti (Figura 9) e fotoattivato per 15 minuti con la Lamp Extra-White Professional (Figura 10). Al termine il gel viene rimosso con l’aspirasaliva senza beccuccio (Figura 11). A seguire la rimozione della diga fluida plastificata con uno specillo per una estremità (Figura 12), per entrambe le arcate e dell’OptraGate. Abbondante lavaggio del cavo orale con acqua. Il paziente è stato informato di non assumere nelle prime 48 sostanze tannine (tè, caffè, vino rosso), sostanze coloranti (verdure, pomodoro, zafferano), alimenti acidi (yogurt, mozzarella) o ipertoniche (agrumi, soft drink) poiché l’azione sbiancante è attiva ancora nelle 24 ore successive alla seduta. Al termine del primo trattamento il paziente è stato sottoposto alla rilevazione colore attraverso l’analisi allo spettofotometro, prima valutazione sulla variazione del colore degli elementi sbiancati (Figura 13). A distanza di 7 e 14 giorni viene ripetuto nuovamente il trattamento. Alla fine dell’iter completo il paziente è stato sottoposto a un’ulteriore analisi allo spettrofotometro al fine di confrontare i parametri (tinta, croma, valore) pre e post-trattamento. Inoltre, il calcolo della differenza dei valori L-c-h- ha consentito di valutare il parametro oggettivo (∆E), indice dell’efficacia dell’agente sbiancante, ∆E =√ ∆c* + ∆h* + ∆l*10. Il ∆E è la radice quadrata dei singoli ∆ che rappresentano le differenze di croma, tinta e valore tra due letture. Normalmente quando questa differenza è < di 2 l’occhio non la percepisce. Trattandosi invece di letture su superfici traslucenti anche se questa differenza è < o = a 2 viene percepita se il ∆L (che è la differenza del parametro L [valore] tra due letture) è > di 1.

Risultati

Sono state eseguite 576 rilevazioni: 192 al baseline, 192 al termine del primo trattamento, 192 al termine del terzo trattamento. Al fine di valutare l’efficacia delle 2 concentrazioni di prodotto, in entrambi i gruppi si è calcolato ∆c, ∆h e ∆l per ottenere la media di ∆E (valore ottimale ≤ 2,75, valore non accettabile > 2,75 (Tabella1).

Discussione

Tutti i pazienti in un arco variabile da 1 a 4 settimane di trattamento con perossido d’idrogeno – al 25% in n. di 24 e con
perossido d’idrogeno al 38% in n. di 24 – hanno ottenuto un notevole miglioramento dell’estetica. Nel gruppo G1 (Tabella 1) il trattamento ha portato a un risultato clinico discreto (Figure 14-17) anche in rapporto al decorso, con assenza di problemi relativi alla sensibilità dentinale. Si tratta di 24 casi classificati come invecchiamento dentale. Il dato clinico a nostro avviso è stato relativo anche alla scrupolosità e alla motivazione dei pazienti all’applicazione delle norme igieniche personali durante il trattamento e ai controlli effettuati con precisione. Per il gruppo G2 (trauma, fluorosi e invecchiamento dentale) il risultato clinico è stato ottimale (Figure 18-22). Nessuno degli altri pazienti, periodicamente seguiti, ha presentato complicanze ascrivibili all’utilizzo dei prodotti sbiancanti utilizzati. La recidiva al trattamento, relativa anche alle abitudini personali dei pazienti (fumo, caffè e altre), non si è presentata in media dopo 24 settimane. Per i pazienti a controllo, una seduta di igiene orale professionale e una lucidatura e pulizia delle superfici dentarie con coppette di gomma e polishing sono bastate per ripristinare l’estetica precedentemente raggiunta.

22. Elemento dentario 23 dopo III ciclo con perossido d’idrogeno al 38%.
22. Elemento dentario 23 dopo III ciclo con perossido d’idrogeno al 38%.

Conclusioni

Il miglioramento delle condizioni generali di vita e le suggestioni che provengono dai media hanno indotto una maggiore sensibilizzazione da parte di moltissime persone verso tutto ciò che riguarda gli aspetti estetici e, in particolar modo, alla cosmesi del sorriso. Tutto ciò è stato notevolmente alimentato dai modelli pubblicitari e dello spettacolo che ci vengono proposti: è difficile, infatti, non rimanere affascinati dai sorrisi accattivanti, smaglianti, ma soprattutto bianchissimi dei protagonisti della televisione. Come per altri settori del campo odontoiatrico, inflazionato da un’incessante proposta di nuovi materiali, i prodotti sbiancanti presenti nel mercato sono moltissimi per cui sarebbe necessario poter identificare il giusto prodotto in base alla tipologia di paziente e al suo grado di collaborazione. Operando una giusta anamnesi iniziale e essendo correttamente informati sulle caratteristiche dei metodi di sbiancamento e sulle loro peculiarità, l’operatore sanitario potrebbe ovviare a fastidiosi inconvenienti anche di tipo medico-legale. Occorre informare il paziente che la metodica che utilizzeremo potrebbe non soddisfare le sue aspettative, in quanto l’azione del prodotto sulle superfici dentali è piuttosto variabile, anche se indicativamente i risultati sono in linea di massima prevedibili10. Questo studio ha evidenziato come lo sbiancamento con perossido di idrogeno al 38% risulti più efficace rispetto al trattamento con perossido al 25%, in quanto con l’ausilio di quest’ultimo le variazioni di colore dei denti rilevate con lo spettrofotometro non sono da ritenersi soddisfacenti per il paziente.

Nonostante il perossido di idrogeno alla concentrazione del 38% sia considerato caustico e, di conseguenza, forse meno apprezzato come prodotto per lo sbiancamento dentale, è risultato molto efficace e poco lesivo nei confronti dello smalto dentario. Un sondaggio del CRA (Clinical Research Association) ha prodotto un bilancio positivo: il 92% dei 7617 odontoiatri che hanno accettato di essere intervistati esegue sbiancamenti di routine e oltre il 90% dei pazienti si dichiara pienamente soddisfatto. Solo poche procedure recenti hanno trovato un tale consenso presso il grande pubblico e la nostra categoria professionale. Due terzi del genere umano valutano il fascino altrui dal sorriso e il 70% tiene molto al proprio sorriso smagliante.  Quando vogliamo attirare l’attenzione di qualcuno, ad esempio in una fase di corteggiamento, gli sorridiamo. Secondo un recente sondaggio, il 40% delle persone intervistate sostiene che per avere successo bisogna avere un sorriso smagliante e il 65% sul totale è disposto a spendere di più pur di ottenerlo. La maggior parte delle persone attribuisce grande importanza all’estetica dentale, ma è evidente che molti hanno conoscenze scarse e imprecise sull’argomento, per cui il 35% sarebbe disposto a migliorare la propria estetica dentale mediante otturazioni estetiche, il 29% ricorrerebbe a restauri in ceramica e solo il 4% ricorrerebbe a sbiancamento. Questa indagine evidenzia la mancanza di un’informazione adeguata sull’argomento; è necessario quindi un adeguato supporto da parte di tutto il team odontoiatrico, ma soprattutto sono fondamentali buone tecniche di comunicazione e di marketing, in quanto è risultato che l’investimento nella comunicazione e i trattamenti sbiancanti sono strettamente correlati.

Corrispondenza
Loredana Bellia
loredanabellia@fastwebnet.it

L’invecchiamento dentale e lo sbiancamento professionale: valutazione oggettiva allo spettrofotometro - Ultima modifica: 2014-03-17T10:00:57+00:00 da Redazione

4 Commenti

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