Gli adesivi autoindurenti e quelli fotopolimerizzanti si contendono la scena, con esiti a volte chiari e certi, ma non sempre. Come mostra bene uno studio condotto da un gruppo di ricercatori della Facoltà di Odontoiatria dell'Università del Cairo, Egitto. La ricerca ha messo a confronto l'efficacia di queste due tipologie di adesivi dentali nell'ambito di restauri in pazienti con lesioni cervicali non cariose. Lo studio, un trial clinico randomizzato di 18 mesi, è stato poi pubblicato su BDJ Open.
Come s'è svolto lo studio
Gli adesivi giocano un ruolo importante nel processo di restauro. La scelta tra adesivi autoindurenti e fotopolimerizzanti può infatti influenzare la durabilità e la qualità del restauro nel tempo. Utilizzando criteri clinici e valutazioni a distanza di 18 mesi, lo studio in questione ha analizzato il comportamento di 68 lesioni in 28 pazienti, divisi in due gruppi, ciascuno trattato con un tipo di adesivo differente. Dopo 1 settimana, 6, 12 e 18 mesi dal restauro, i ricercatori hanno esaminato la presenza di fratture, la perdita di ritenzione, l'adattamento marginale, la decolorazione e la sensibilità post-operatoria.
I risultati osservati
I risultati dello studio hanno rilevato che entrambi gli adesivi presentano risultati simili in termini di adattamento marginale e decolorazione. Tuttavia, il gruppo trattato con adesivo fotopolimerizzante ha mostrato una minore incidenza di fratture e perdita di ritenzione. Elementi a cui è associata una maggiore stabilità e durabilità del restauro nel tempo. Inoltre, i pazienti trattati con l'adesivo fotopolimerizzante hanno riportato una minore sensibilità post-operatoria, rispetto al gruppo trattato con l'adesivo autoindurente.
Qualche suggeriento per il clinico
Basandosi sui risultati dello studio, secondo i ricercatori l'utilizzo dell'adesivo fotopolimerizzante potrebbe offrire vantaggi significativi. Innanzitutto in termini di durabilità e stabilità del restauro nel tempo, riducendo il rischio di fallimenti precoci. Tuttavia, gli autori dello studio hanno anche evidenziato la necessità di ulteriori ricerche per valutare l'affidabilità dell'adesivo autoindurente in diverse condizioni cliniche e per un periodo di follow-up più lungo. Un'indicazione che suggerisce quanto sia importante per l'operatore considerare attentamente il contesto clinico e le esigenze del paziente nella scelta dell'adesivo più adatto, anche in relazione alla tecnica impiegata per il restauro.