Frequenza e tipologia delle complicanze implantari

DM_il dentista moderno_Fattori di rischio nel fallimento a breve termine in implantologia

L’implantologia, oggi, rappresenta una delle terapie più predicibili, non solo nell’ambito della chirurgia orale e, anche per questo, ha una diffusione oramai capillare nei paesi più sviluppati. Ciò detto, come in qualsiasi trattamento, è nell’ordine delle cose che il paziente possa andare incontro ad alcune complicanze, soprattutto nel caso in cui sussistano fattori di rischio e/o comorbidità.

In Svezia, paese che può rivendicare il diritto di paternità sull’implantologia odontoiatrica, l’8% della popolazione over-70 presenta almeno una riabilitazione su impianto.

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Recentemente, uno studio condotto proprio in Svezia da Karlsson e colleghi e pubblicato su Clinical Oral Implants Research, si è proposto di fotografare la presenza complessiva e il potenziale clustering di complicanze biologiche e tecniche in implantologia e valutarne l’impatto possibile sulla soddisfazione del paziente.

Considerando questo ultimo aspetto, infatti, vi sono evidenze secondo cui una complicanza tardiva come la perimplantite possa deludere le aspettative del paziente e, al contrario, altre che riferiscono come l’insorgenza di complicanze non pregiudichi la soddisfazione del paziente riguardo il trattamento.

Lo studio è stato impostato come indagine retrospettiva di coorte e ha preso in considerazione dati ottenuti da cartelle di pazienti e dati clinico-radiografici raccolti a 9 anni dal completamento della terapia implanto-protesica.

Il campione coinvolto è costituito da 900 dei più di 23mila pazienti, in Svezia, avevano ricevuto una riabilitazione implanto-protesica nel corso dell’anno 2003 e che erano stati richiamati nel 2013. Sono risultati utilizzabili i dati di 596 di questi soggetti. L’età media al momento del richiamo risultava pari a 71.3 anni, con il 55% di pazienti di sesso femminile, il 12.8% di fumatori, il 9.6 di diabetici e il 24.2% che riportava una storia di parodontite. Il 24.3% dei pazienti aveva ricevuto un singolo impianto, il 47.5% una riabilitazione parziale e il restante 28.2% una totale.

In questo pool è stata valutata per la manifestazione di complicazioni tecniche, perimplantite e perdita dell'impianto nel corso dei 9 anni di follow-up. Sono stati considerati timing e clustering degli eventi avversi e i possibili fattori di rischio sono stati valutati attraverso modelli parametrici di sopravvivenza. La soddisfazione del paziente, invece, è stata studiata attraverso appositi questionari.

Il 42% dei pazienti è stato interessato da complicazioni tecniche e/o biologiche durante il periodo considerato, il che fa deporre per considerare queste come un evento relativamente comune. Come fattori di rischio sono stati identificati l’estensione del trattamento (hazard ratio pari a 2.5 e 3.9, rispettivamente per i restauri parziali e totali) e la presenza di una storia di parodontite in anamnesi (hazard ratio di 1.6). Le complicanze tecniche si sono verificate principalmente come eventi isolati, mentre il 41% delle perimplantiti e il 52% delle perdite implantari si è manifestato in associazione con altre complicanze. Il rischio di complicanze tecniche e quello di perdita dell'impianto ha mostrato un picco (rispettivamente a 0,7 e 0,2 anni), mentre quello rischio di perimplantite è risultato costante per tutto il periodo di osservazione. In ultima analisi, la soddisfazione complessiva del campione è risultata pari al 95%: nonostante la differenza significativa fra soddisfazione in pazienti liberi da complicanze (97%) e in pazienti soggetti (92%), quest’ultimo dato è comunque da reputarsi soddisfacente.

Riferimenti bibliografici

https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/32794289/

Frequenza e tipologia delle complicanze implantari - Ultima modifica: 2020-10-23T07:28:41+00:00 da redazione
Frequenza e tipologia delle complicanze implantari - Ultima modifica: 2020-10-23T07:28:41+00:00 da redazione

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