Dall’odontoiatria all’etica, un passaggio obbligato

Il professor Caprioglio mostra la fotografia di Carlo Zerosi, professore di Conservativa e Istologia, scomparso alcuni anni fa. «Seppe rimanere studente sino a 92 anni», racconta Caprioglio, «è stato il mio grande maestro di vita…».

Pionieri dell’ortodonzia…

Poi arrivò la chiamata dall’Università di Parma… In questo Ateneo sono stato Professore Ordinario di Ortognatodonzia e Gnatologia e direttore dei corsi di Perfezionamento in Ortodonzia Intercettiva e Ortodonzia pre e post chirurgica dal 1993 sino al 2003. Sono stati per me gli anni del Rinascimento e non solo perché nel mio lavoro mi sono ispirato alla storia: se si vuole i imparare una scienza, se ne deve conoscere il passato. Ma anche perché intorno all’Università di Cagliari prima e di Parma poi, si è costituito un gruppo di collaboratori e allievi di grande valore da cui sono nati importanti esperienze e testi universitari.

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Che rapporto conserva oggi con il mondo accademico?

Ottimo, anche perché nel settembre 2004, quando sono andato in pensione, ho avuto la soddisfazione e l’onore di ricevere il Saluto Accademico dalla Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Parma e di lasciare il mio testamento spirituale agli oltre cinquecento ex allievi presenti alla cerimonia e ai cento docenti di discipline odontoiatriche: tutti impegnati in un simposio di tre giorni sulle asimmetrie craniofacciali. Terminato questo capitolo, ne è iniziato subito un altro con un incarico come professore a contratto di Etica e Traumatologia.

Cosa rappresenta per lei l’etica?

Credo che oltre alla deontologia professionale, oggi ci si debba concentrare molto sui rapporti umani, sul rispetto. È questa l’etica. Sto trasformando tutte le mie lezioni, anche quelle di traumatologia, in lezioni di etica. C’è un’etica della comunicazione, come esiste un’etica della responsabilità e della solidarietà. Quando 25 anni fa, nel 1984, fui operato di angioplastica coronarica, uno dei primi interventi eseguiti in Italia, compresi due cose: l’importanza della ginnastica e di una corretta alimentazione per mantenersi in salute e il valore della vita.

Da quell’esperienza trassi l’ispirazione per creare, insieme a un gruppo di amici, la Onlus «SOS Giovani» con l’Opera Don Calabria. Oggi abbiamo diverse case famiglia per ragazzi in difficoltà e seguiamo 400 orfani in Camerun. Credo che d’ora in avanti il mio tempo e i proventi della mia professione saranno dedicati alla solidarietà. Vorrei realizzare un programma per donare il sorriso ai bambini poveri di Milano e provincia che ne hanno i nostri stessi diritti.

Significa mettere l’uomo al centro di tutto?

Sì, è il principio che deve valere anche nella cura dell’uomo. Ippocrate ci ha insegnato a vedere l’uomo prima di ogni altra cosa.

Per un appassionato di storia come lei, cosa rappresenta il passato?

Senza storia non si hanno radici e senza radici una società non può esistere. Norberto Bobbio, piemontese come me, diceva: «Solo chi è nato in un paese dove può ritornare, trova le tradizioni e le sue radici». Ma non solo: nella storia è contenuto anche lo sviluppo di una civiltà o di un sapere. Ecco perché ho scritto anche libri che trattano dell’ortodonzia dell’Ottocento.

È ottimista per il futuro della professione?

Si, anche se non mancano i problemi. Gli odontoiatri sono troppi e spesso poco preparati. Credo ci sia la necessità di tornare indietro, per citare la storia ancora una volta, di ritornare ai modelli europei e a una maggior severità. Oggi molti corsi di specializzazione impegnano due volte alla settimana: troppo poco per imparare una professione così complessa, occorre invece il full-time per tre o quattro anni. Spero che nei giovani possa tornare anche la spiritualità, lasciando da parte l’avidità di denaro che troppo spesso orienta le scelte di molti.

Dental Children quest’anno ha compiuto 50 anni: un traguardo importante. Qual è la filosofia che ha orientato il centro in questi decenni?

Ho cercato di costruire una clinica sul modello di una famiglia. Ho un gruppo di collaboratori, tra medici e paramedici, circa una trentina, molto affiatati, ciascuno con la propria specialità. È questo spirito di gruppo che ha alimentato il centro in questi lunghi anni.

Per concludere, professor Caprioglio, come conserva la vitalità con cui affronta ancora oggi le sue lunghe giornate?

I miei tre figli, che hanno seguito le mie stesse orme, e sono tutti specialisti in ortodonzia, Claudia a Pavia, Maria Sole a Milano e Alberto, Professore Associato e direttore della Scuola di specialità in Ortodonzia a Varese, mi danno grande vitalità: dialogo molto con loro ed è una cosa meravigliosa. Poi, sono arrivati cinque nipoti: ciascuno mi ha tolto dieci anni di vita. Dunque, in fondo, ho ancora solo 25 anni…

Dall’odontoiatria all’etica, un passaggio obbligato - Ultima modifica: 2009-12-16T11:29:42+00:00 da Redazione

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