La diagnosi precoce del carcinoma squamocellulare orale ha un’importanza fondamentale nella sopravvivenza e incide incredibilmente sulla qualità di vita dei pazienti che ne sono affetti.
La sopravvivenza globale dei pazienti affetti da questo tumore è ,purtroppo, molto infausta. Il 50% dei pazienti non raggiunge la soglia di 5 anni di follow-up, dimostrando come ancora oggi non ci siano armi adeguate a sconfiggere questa patologia.
In condizioni fisiologiche la crescita tissutale è strattamente regolata da fattori che mantengono l’equilibrio tra promozione e inibizione della divisione cellulare. La cellula neoplastica aggira questo controllo attraverso la mutazione di oncogeni ( ad esempio il gene ras ) e oncosoppressori ( tra gli altri il gene p53 ) che le permettono replicazione incontrollata.
La manifestazione del carinoma squamocellulare è spesso anticipata da placche bianche o aree rosse, vale a dire leucoplachia ed eritroplachia, lesioni precancerose, recentemente definite “precursori” del carcinoma orale nella monografia del WHO.
La leucoplachia si definisce come una placca bianca per la quale non si è riusciti ad identificare una causa precisa, pertanto è una diagnosi per esclusione che viene inserita tra le lesioni precancerose perché ha una potenziale di viraggio neoplastico maligno elevato.
Il fumo, la masticazione del tabacco, l’alcool sono le cause più frequenti associate all’insorgenza di un quadro di lecuoplachia; nel caso di sospensione dello stimolo la lesione può anche regredire.
L’eritroplachia consiste in un’area rossa della mucosa alla quale è sottesa la presenza di una displasia o di un carcinoma, non inquadrabile in un’altra condizione né da un punto di vista clinico, né istopatologico. Per conoscere e comprendere ciò che ha portato al manifestarsi di queste due lesioni, una biopsia è sempre indicata ai fini di scovare,anche in quelle lesioni che appaiono più innocue, possibili quadri di displasia grave e tumore.
Il carcinoma squamocellulare del cavo orale, origina dall’epitelio mucoso che riveste la cavità orale; è il tumore maligno più frequente a livello orale, rappresentando quasi il 90% di tutti i casi di neoplasia maligna del distretto. I dati rilevati mostrano come gli uomini vengano maggiormente colpiti delle donne da questa patologia, per l’uomo questo tumore rappresenta il 5% delle neoplasie maligne, mentre per la donna scendiamo al 2% .
Il carcinoma orale si presenta clinicamente in modi diversi che variano dalla lesione bianca o rossa ad una zona ulcerata o a una tumefazione. Le sedi più frequenti dove osservarlo sono il labbro inferiore, i bordi laterali della lingua, il pavimento orale, il palato molle ed il trigono retromolare.
Il trattamento così come la prognosi dipendono dalle dimensioni e dalla stadiazione (TNM) del tumore. Il trattamento può variare dalla radioterapia all’escissione chirurgica.
La sopravvivenza a 5 anni in caso di diagnosi precoce della patologia,è drasticamente superiore rispetto a quella di un tumore riscontrato in stadi più avanzati; consci dell’inadeguatezza delle armi terapeutiche e dell’importanza di prevenire, più che di curare questa patologia, in tante città sono stati attivati programmi di screening, giornate della prevenzione e visite di controllo gratuite.
La grande adesione già riscontrata da parte di medici e pazienti, fa ben sperare. Occorre remare tutti nella stessa direzione per ridurre sempre di più i tassi di mortalità e per migliorare la qualità di vita a questa patologia correlati.
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