Teriparatide nel trattamento dell’osteonecrosi da bifosfonati

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I bifosfonati e i farmaci antiriassorbitivi in generale rappresentano una classe di molecole largamente impiegate nel trattamento dell’osteoporosi, oltre di gravi patologie osteolitiche primitive e secondarie. Come noto, una delle complicanze potenzialmente più rilevanti legate all’impiego di tali farmaci, assai più frequente proprio nei casi oncologici, è di diretto interesse odontoiatrico: si tratta dell’osteonecrosi dei mascellari (medication-related osteonecrosis of the jaw, MRONJ).

L'American Association of Oral and Maxillofacial Surgeons (AAOMS) inquadra la condizione dal punto di vista diagnostico, come la persistenza per più di 8 settimane, in pazienti trattati con agenti antiriassorbitivi o anche antiangiogenici, non radiotrattati e non affetti da metastasi ai mascellari, di esposizione ossea e/o fistola.

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Le indicazioni terapeutiche della stessa AAOMS prevedono, in fase iniziale, un approccio conservativo con collutori antisettici, antibiotici e interventi minori di debridement dell'osso necrotico e, in fase avanzata, una gestione essenzialmente chirurgica.

A fianco a questo approccio “classico”, sono state considerate altre strategie terapeutiche: tra queste, l’uso del teriparatide. Si tratta di un peptide sintetico ricombinante, che riprende i primi 34 frammenti aminoacidici del paratormone (hPTH 1-34). Esso trova a sua volta la propria indicazione principale nel trattamento dell'osteoporosi: esprime la propria azione farmacologica stimolando in maniera intermittente il recettore 1 del PTH a livello osteoblasti e precursori, avvantaggiandone l’attività anabolica rispetto a quella catabolica.

Usato in soggetti affetti da MRONJ, si è dimostrato in grado di aumentare il volume osseo e ridurre la dimensione del difetto nell'80% dei casi.

Recentemente, dos Santos Ferreira e il suo gruppo hanno condotto uno studio strutturato in modo interessante: considerando i pochi lavori disponibili riguardo all’uso clinico del teriparatide nell’osteonecrosi, gli autori hanno integrato i dati in una meta-analisi di caratteristiche demografiche e cliniche dei pazienti affetti da tale condizione.

I revisori hanno sondato 6 banche dati (PubMed, Web of Science, Scopus, Ovid, Embase e LILACS) aggiornate a fine 2020. Partendo da una base di 283 record, sono stati inclusi 26 tra case reports (18), case series (3) e studi clinici (5).

La revisione fa riferimento a un totale di 111 casi: il paziente tipo è una donna (82% dei casi) anziana (età media di 76.54 anni), comunque in trattamento per osteoporosi (76.5%). Il trigger principale è l’estrazione dentaria (61.7%) e la sede più comune la mandibola (75.8%), con un tempo di evoluzione medio pari a 5 mesi. Dal punto di vista della gravità della patologia, la maggior parte dei casi (61.3%) è stata valutata come MRONJ di stadio 2. Il follow-up medio risulta pari a 8.7 mesi.

Dal punto di vista terapeutico, il teriparatide è stato utilizzato da solo nel 45.1% dei casi, portando a risoluzione totale nel 59.5% dei casi.

Il restante 54.9% dei casi ha visto il teriparatide associato a chirurgia, antibiotici o laserterapia. Questi pazienti hanno visto una probabilità di risoluzione totale 1.21 volte maggiore rispetto a quelli sottoposti a monoterapia.

In conclusione, lo studio ha attestato la validità terapeutica del teriparatide nel trattamento dell’osteonecrosi da farmaci, soprattutto se combinata con altri farmaci e/o procedure cliniche.

Riferimenti bibliografici

https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/34331067/

Teriparatide nel trattamento dell’osteonecrosi da bifosfonati - Ultima modifica: 2021-08-05T06:05:17+00:00 da redazione
Teriparatide nel trattamento dell’osteonecrosi da bifosfonati - Ultima modifica: 2021-08-05T06:05:17+00:00 da redazione

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