Carcinoma squamocellulare: le procedure per una completa visita di screening

L’ambito delle discipline odontostomatologiche raggruppa un gruppo molto articolato di patologie, il cui riconoscimento è di primaria competenza dell’odontoiatra. Si pone volutamente l’accento sulla diagnosi, perché l’odontoiatra è la figura primaria deputata allo screening dell’apparato stomatologico nel suo complesso, e svolge un ruolo fondamentale anche nella sorveglianza di quelle patologie nel cui trattamento egli non viene direttamente coinvolto. In questo senso, ci si riferisce particolarmente ai quadri trasformativi che interessano la mucosa paracheratinizzata del cavo orale e quella ortocheratinizzata delle regioni cutanee di confine.

Le precancerosi del cavo orale vengono raccolte in due grandi famiglie, quella delle lesioni bianche (che a loro volta raccolgono due condizioni assai differenti, le leucoplachie “vere” e le stomatiti lichenoidi) e quella delle lesioni rosse (eritroplachie o eritroplasie). Si tratta di condizioni in grado tutte di predisporre a viraggio maligno, anche se con delle notevoli differenze in termini di processi patogenetici, potenziale oncogenico e riscontri epidemiologici.

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Il carcinoma squamocellulare (o spinocellulare) rappresenta l’istotipo canceroso più rilevante a livello del cavo orale (copre il 90% della patologia maligna di tale distretto). I fattori di rischio principali sono l’abitudine al tabagismo, che manifesta una sinergia con il consumo di bevande alcoliche, e l’azione costante di un qualsiasi fattore irritativo, come ad esempio la presenza di un elemento dentario o di un qualsiasi manufatto protesico dal margine tagliente. In passato, quantomeno nei paesi occidentali, la patologia era fortemente correlata all’esposizione solare; ha tuttora carattere quasi endemico nei paesi in cui viene abitualmente consumata la noce di Betel.

Dal punto di vista microbiologico, è ormai accertato il ruolo del virus del papilloma umano (HPV), in particolare dei tipi 16 e 18, anche se c’è ancora molto da chiarire sul processo cancerogenico. Va sottolineato anche il ruolo delle patologie immunodepressive.

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Clinicamente, la lesione ha per definizione carattere eterogeneo: può presentare aspetto sollevato, introflesso (tipicamente ulcerato) o misto (eso-endofitico). Al tatto tende a risultare duro e minimamente mobile sui piani profondi, anche in relazione al grado di infiltrazione.

La diagnosi istopatologica si basa su caratteri citologici e architetturali del tessuto e si basa, come normalmente avviene nei tumori solidi, su stadiazione TNM e grading.

La terapia di prima scelta consiste nell’ablazione chirurgica della lesione e, nella maggior parte dei casi, l’asportazione dei linfonodi loco-regionali, veicolo primario di diffusione. Dal punto di vista non chirurgico, la neoplasia tendenzialmente risponde alla radioterapia.

Sono disponibili diversi video riguardanti la chirurgia del carcinoma squamocellulare del cavo orale. Si vuole però ricordare ancora una volta il ruolo indispensabile dell’odontoiatra nella diagnosi precoce della patologia. Viene pertanto allegato un video che illustra passo passo una semplice ma accurata procedura di screening.

Carcinoma squamocellulare: le procedure per una completa visita di screening - Ultima modifica: 2016-05-07T07:07:14+00:00 da redazione

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