Attitudini alla terapia antibiotica da parte di implantologi italiani

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Queste pagine si sono più volte soffermate sulla necessità dell'uso razionale della terapia antibiotica in medicina e in odontoiatria in particolare, soprattutto in virtù della crescente preoccupazione legata alle resistenze batteriche.

In apertura del Terzo Congresso dell'Italian Academy of Osseointegration (IAO), tenutosi a Milano tra il 16 e il 18 ottobre scorsi, il presidente Alfonso Caiazzo ha sottolineato l'obiettivo della società di fornire un consenso riguardante l'utilizzo dell'antibiotico terapia in chirurgia implantare.

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Recentemente, lo stesso autore, insieme con alcuni autori internazionali, ha pubblicato su BMC Oral Health i risultati di uno studio osservazionale cross-sectional che ha sondato l'attitudine alla profilassi antibiotica in chirurgia implantare tra professionisti italiani. Obiettivo secondario era stabilire molecole e relative posologie più comunemente impiegate, proprio nell'ottica di lavorare su un consenso e una raccomandazione clinica.

Lo studio si è sabato su un sondaggio, adattato da quello condotto da Deeb nel 2015, somministrato per e-mail ai 400 membri registrati della stessa IAO nell'aprile del 2018. Tutti hanno ricevuto una seconda e-mail come reminder un mese dopo e, dopo altre due settimane, il link al questionario è stato messo offline.

Il sondaggio ha ricevuto un tasso di adesione pari al 40%, equivalente a un campione di 160 professionisti, fortemente sbilanciato verso il sesso maschile (93.6%). Un terzo delle risposte è pervenuto dalla fascia d'età compresa tra i 51 e i 60 anni. Nella maggior parte dei casi si tratta di professionisti dotati di lunga esperienza: 2/3 dei partecipanti hanno riferito infatti una pratica clinica almeno ventennale. I rimanenti sono risultati invece giovani professionisti, con un'esperienza inferiore ai 10 anni.

Una buona quota di risposte è giunta dal Nord Italia: quasi un terzo del campione ha riferito di essersi laureato a Milano e sempre il 30% si è dichiarato attivo in Lombardia. Seguono, tra le Università, Padova (8.3% delle risposte) e Roma-Sapienza (6.4%) e, tra le regioni di appartenenza, appunto Veneto (10.9%) e Lazio (9.6%), poi Piemonte e Toscana (entrambe 7%).

Avendo interpellato professionisti nell'ambito di una società scientifica come IAO, si presume che tutti coloro i quali hanno fornito una risposta si occupino comunemente di implantologia.

Considerando gli estremi, la grande maggioranza degli interpellati (134 su 160, pari all'84% del campione delle risposte) ha riferito di impostare sempre una profilassi antibiotica nell'ambito degli interventi di chirurgia implantare. Curiosamente, un unico professionista ha affermato di non ricorrervi in alcun caso. Il restante 15% (25 clinici), dunque, sceglie di somministrare antibiotici solo nei seguenti casi selezionati: cardiopatie indicate per profilassi antibiotica (24.2%), innesto osseo (23.1%); perforazione del seno mascellare (13.7%), infezione preoperatoria a livello del sito implantare (11.6%), fumatori (9.5%), storia di pregresso malattia parodontale (8.4%), inserimento di impianti multipli (3,1%), pazienti compromessi dal punto di vista medico (3.1%), implantologia postestrattiva (1%).

In ultima analisi, il regime posologico più diffuso prevede la somministrazione pre e postoperatoria (72.9%), preferita a una vera e propria profilassi esclusivamente preoperatoria (18.2%) e alla terapia antibiotica postoperatoria (8.8%). La molecola maggiormente impiegata, preferita dai 3/4 degli interpellati, è rappresentata dall'associazione amoxicillina clavulanato, per lo più (34%) alla cadenza di due volte al dì per 6 giorni. Per quanto riguarda la profilassi, nessuno ha riferito una somministrazione preoperatoria di più di 3 g. In presenza di allergie alle penicilline, viene documentato l'uso di ben 12 molecole diverse: il macrolide claritromicina incontra comunque il favore della metà dei clinici.

In conclusione, data la variabilità di abitudini e la tendenza all'impostazioni di lunghe terapie antibiotiche, in quello che è un campione di clinici selezionato, l'articolo evidenzia la necessità di linee guida, in particolare in riferimento alla gestione del paziente clinicamente sano.

Riferimenti bibliogarfici
Attitudini alla terapia antibiotica da parte di implantologi italiani - Ultima modifica: 2019-12-20T07:58:38+00:00 da redazione
Attitudini alla terapia antibiotica da parte di implantologi italiani - Ultima modifica: 2019-12-20T07:58:38+00:00 da redazione

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