Apnee ostruttive notturne: ruolo dell’odontoiatra e novità nel codice stradale

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Come già illustrato nel corso di altri articoli, il capitolo delle roncopatie rientra tra i campi di applicazione dell’odontoiatra, perché ne coinvolge il distretto di competenza. Il quadro sindromico originante da un russamento cronico è definito OSAS, e si caratterizza per il manifestarsi di un certo numero di episodi di pausa respiratoria durante il sonno, variamente correlati con altri sintomi quali agitazione, senso di soffocamento, xerostomia.

Quando si dice che la patologia coinvolge il settore di competenza dell’odontostomatologo, si intende che alla base del fenomeno possono esserci importanti dimorfismi anatomici distrettuali, quali ad esempio: obesità con accumulo di tessuto adiposo a livello cervicale, malposizione o ipotrofia del mento, ipertrofia a carico di strutture molli (palato molle, uvula, tonsille, macroglossia), malocclusioni e altro ancora. In alternativa, le cause possono essere di natura funzionale. Non va poi dimenticata la correlazione con fattori ambientali e con altre patologie.

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Come detto, la clinica si caratterizza innanzitutto per i sintomi notturni. Tuttavia, un quadro patologico di una certa gravità non manca di indurre conseguenze nel corso della veglia diurna: cefalee, disturbi nella vita di relazione e, nei casi più gravi, deficit cognitivi e vera e propria sonnolenza.

Parlando proprio di questa conseguenza, bisogna riflettere su di un dato epidemiologico: la OSAS ha una prevalenza che si aggira attorno al 4-6% nei maschi e sul 2% nelle femmine nella fascia d’età 40-60 anni. Si tratta di un gruppo importante della popolazione attiva che, nel caso di sonnolenza improvvisa, può andare incontro a conseguenze gravi, soprattutto incidenti stradali e sul lavoro.

Da una parte, quindi, i professionisti della salute – odontoiatri e medici di base – che vengono frequentemente a contatto con pazienti obesi e che riferiscono di essere dei russatori, o comunque di fronte al sospetto clinico, sono spesso chiamati ad approfondire il quadro.

In secondo luogo, è naturale e, anzi, condivisibile il fatto che il legislatore sia intervenuto sulla propria area di interessi: nel corso del mese di gennaio, infatti, è stata promulgata una direttiva europea del Codice della strada, la quale prevede che la patente non sia rilasciata o rinnovata “a candidati o conducenti affetti da disturbi del sonno causati da apnee ostruttive notturne che determinano una grave ed incoercibile sonnolenza diurna, con accentuata riduzione delle capacità dell’attenzione non adeguatamente controllate con le cure prescritte”. È chiaro il riferimento ai casi OSAS più gravi, ma in realtà è proprio il curante a dover verificare se il paziente si trova effettivamente in una condizione di incompatibilità con la pratica della guida. La patente verrà rilasciata al paziente che assicuri “un adeguato controllo della sintomatologia presentata con relativo miglioramento della sonnolenza diurna, se del caso confermato da parere specialistico di strutture pubbliche”. In più, questi stessi soggetti saranno tenuti a rinnovare il documento ogni 3 anni nel caso delle patenti A e B, e ogni anno se conducenti professionali (categorie C e D e abilitazioni professionali KA e KB).

Apnee ostruttive notturne: ruolo dell’odontoiatra e novità nel codice stradale - Ultima modifica: 2016-03-07T07:49:18+00:00 da redazione

1 commento

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