Abitudini d’impiego e attitudine al riciclo di strumenti rotanti NiTi

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A partire dalla loro comparsa sul mercato, gli strumenti endodontici rotanti in lega di nichel-titanio si sono imposti per la loro capacità di ridurre il rischio di errori procedurali, i tempi operativi e, potenzialmente, migliorare gli outcome complessivi. Per questa ragione, essi oggi non costituiscono semplici alternative, bensì hanno ridefinito lo standard operativo in ambito endodontico.

La preoccupazione principale connessa all’impiego di questi strumenti è probabilmente rappresentata dal rischio fratturativo, che non è determinata da una fragilità intrinseca delle leghe ma può essere determinata, in alcuni casi da un controllo imperfetto nel riutilizzo. La maggior parte dei prodotti disponibili, infatti, può essere sottoposta a sterilizzazione e quindi riutilizzata.

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In un survey condotto nel 2009 e pubblicato sul Journal of endodontics, Bird aveva rilevato, da parte del 60% degli endodontisti statunitensi, un’attitudine all’utilizzo degli strumenti endodontici nel 100% dei casi. La metà dei professionisti ha riferito di riutilizzare tali strumenti.

Recentemente, Logsdon e colleghi si sono proposti di aggiornare le precedenti indicazioni: i risultati sono stati pubblicati sulla stessa rivista.

Endodontisti americani e strumenti rotanti NiTi

Il questionario è stato inviato a circa 4000 soci attivi dell’American Association of Endodontists e i risultati sono stati raccolti nell’arco di 6 mesi. Il tasso di risposta è poco al di sotto del 25%: praticamente tutti (98.3%) i professionisti hanno riferito di impiegare strumenti rotanti NiTi. I clinici con maggiore esperienza, ovvero quelli laureati da più di 25 anni, hanno mostrato una grande familiarità con tali strumenti (92.6%), comunque in misura inferiore rispetto ai professionisti più giovani (99%), che potremmo definire la generazione dei “nativi rotanti”. Curiosamente, gli endodontisti board certified mostrano una preferenza leggermente inferiore (94.6%) rispetto ai non board certified.

Uno dei dati di maggiore interesse riguarda l’abitudine al riutilizzo degli strumenti: si consideri che l’81% dei professionisti impiegati in strutture monoprofessionali riutilizza gli strumenti, mentre il 96.3% dei medici militari riferisce di non farlo. Indicazioni più in linea con la prima arrivano dalle strutture corporate, in cui gli strumenti vengono riutilizzati dal 75% dei clinici. Poco più della metà (56.3%) degli odontoiatri attivi in ambito universitario riferisce di riutilizzare gli strumenti.

Tra gli stessi dentisti di studio monoprofessionale, il 40.5% tende a scartare gli strumenti dopo il terzo utilizzo. Si tratta della proporzione più elevata per quanto riguarda l’abitudine al numero di riutilizzi. Ciò evidenzia una certa variabilità tra le diverse situazioni professionali.

In conclusione, i risultati del survey evidenziano la diffusione degli strumenti rotanti NiTi, con un incremento del 38% rispetto a quanto rilevato da Bird. Nel contempo, tuttavia, essi denotano una marcata disomogeneità per quanto concerne i protocolli di gestione degli strumenti, soprattutto per quanto riguarda un elemento importante come il riutilizzo.

Per il prossimo futuro, gli autori si sono proposti di approfondire l’aspetto più commerciale delle preferenze verso le sistematiche disponibili, dato che i protocolli d’uso sono comunque anche dettati dalle indicazioni dei diversi produttori.

Riferimenti bibliografici

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/32029265

Abitudini d’impiego e attitudine al riciclo di strumenti rotanti NiTi - Ultima modifica: 2020-04-28T07:33:37+00:00 da redazione
Abitudini d’impiego e attitudine al riciclo di strumenti rotanti NiTi - Ultima modifica: 2020-04-28T07:33:37+00:00 da redazione

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