Vite da trazione ortodontica nel ramo mandibolare

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La presenza di molari inclusi e orizzontalizzati costituisce un quadro complesso, non approcciabile con le metodiche ortodontiche di base. I terzi molari sono gli elementi più frequentemente inclusi, seguiti dai premolari superiori e dai secondi molari inferiori, questi ultimi con una prevalenza che raggiunge il 2.3%.

La diffusione dei sistemi di ancoraggio temporanei (temporary anchorage devices, TADs) ha ampliato le opzioni a disposizione dei clinici. Già nel 1994 Roberts documenta l’uso di tale sistema nella chiusura di spazi edentuli in sede mandibolare. Nel caso di un secondo molare in disodontiasi, tale opzione non risultava tuttavia attuabile, mancando uno spazio idoneo distalmente al sito.

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Conseguentemente, Kanomi nel 1997 introdusse l’uso di miniviti da posizionare a livello alveolare in sede interradicolare. Tali sistemi presentano problematiche di altro tipo e non si prestano a loro volta al recupero di elementi orizzontalizzati, soprattutto in sede mandibolare posteriore.

Più recentemente, Chang ha sviluppato delle viti in acciaio del diametro di 2 mm, compatibili con la corticale ossea densa, da inserire in sede vestibolarmente e lateralmente ai primi o ai secondi molari. La trazione di elementi orizzontalizzati rimane comunque difficile da controllare.

L’ultimo sviluppo di questa tecnologia è rappresentato dell’inserimento della vite in corrispondenza del versante anteriore del ramo mandibolare, di modo da impostare un asse di trazione diretto in senso craniale e distale e complanare a quello di inclusione. Gli stessi Chang e Roberts hanno discusso della metodica in un case report apparso su Seminars in Orthodontics nel marzo 2018.

Il caso illustrato riguarda una paziente di 27 anni con un i settimi inferiori in stato in inclusione profonda, in particolare il 37, sottostante a un ottavo pure fortemente mesioinclinato. Tutti i terzi molari si trovavano in disodontiasi e inclinati mesialmente.

In ragione della difficoltà di approccio chirurgico agli ottavi superiori, il piano di cure ha previsto l’estrazione di 17 e 27, per poi guidare l’eruzione degli ottavi stessi in loro vece.

Per quanto riguarda l’arcata inferiore, gli ottavi sono stati estratti e si è preferito mantenere i settimi sia in ragione dei possibili rischi operatori che della complessità della successiva riabilitazione. È stato pertanto impostato l’uprighting di entrambi i settimi tramite l’impianto di viti a livello del ramo mandibolare, appunto.

Il TAD proposto consiste in una vite da 2 x 14 mm in acciaio inossidabile con un doppio collo e una testa liscia a fungo, di modo da ritenere il sistema elastico di trazione e favorire l’igiene, fattore fondamentale nel successo dei trattamenti di questo tipo. Gli autori indicano comunque la metodica come sicura, predicibile (failure rate del 5%) ed efficace nel recupero di molari inferiori inclusi orizzontalmente, anche nel confronto con opzioni cliniche alternative.

Riferimenti bibliografici

Ramus screws: the ultimate solution for lower impacted molars Chris H. Chang, Joshua S. Lin, and W. Eugene Roberts

Vite da trazione ortodontica nel ramo mandibolare - Ultima modifica: 2018-08-13T06:30:44+00:00 da redazione

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