Una riconversione riuscita

Il desiderio di creare uno studio giovane ma senza prescindere dalla primaria vocazione ambulatoriale ha condotto il progetto d’interni al tema del vetro,  in particolare a esperimenti pittorici degli anni Sessanta d’arte cinetica e visuale
fig_2Un piccolo gruppo di giovani professionisti ha richiesto la conversione di un’unità immobiliare, quasi un unico vano all’interno di una struttura a vocazione artigianale-industriale, precedentemente occupata da una palestra, a studio odontoiatrico associato (figure 1 e 2).

Lo studio associato ABB ha trovato negli architetti Montini e Zoli, la capacità di far da ponte tra la volontà di creare ambienti piacevoli capaci di rinnovare l’immagine dell’andare dal dentista e la loro ideale realizzazione. Sala d’attesa, reception, quattro ambulatori tutti dotati di riunito, sale di ricevimento, bagno per il pubblico accessibile anche da portatori di handicap, vano sterilizzazione, sala ortopantomografo, laboratorio, ambiente relax, un bagno per il personale, spogliatoi, depositi: queste le richieste primarie. Il progetto ha richiesto, inoltre, la messa a norma di tutti gli impianti e la riqualificazione degli interni (ambienti e arredi) al fine di ottenere un ambulatorio odontoiatrico dove tre-quattro medici, oltre agli assistenti, potessero lavorare contemporaneamente.
Gli ambienti sono stati dotati di un elevato standard tecnologico e supportati da un’immagine estetica dal carattere rassicurante, ma tecnica e pulita; un sistema computerizzato in rete gestisce un microscopio elettronico e un ortopantomografo di ultima generazione, la filodiffusione, computer, la ripresa e la proiezione di ogni tipo di intervento sui pazienti in rete video, al fine di poter proiettare a scopo didattico-informativo le attività dei medici. Ogni studio è fornito, inoltre, di radiologico, il che ha comportato la schermatura ai raggi X di tutti gli ambienti di lavoro.

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Progetto 

La distribuzione è caratterizzata da un doppio accesso e si sviluppa attorno a un corpo di servizi centrale; così facendo, medici e pazienti si incontrano principalmente nella zona degli ambulatori lasciando ai collaboratori l’attività di accoglienza e segreteria. Sono presenti anche due studi per la discussione e illustrazione con il paziente di trattamenti e interventi. La richiesta di una forte suddivisione dello spazio, per accogliere le funzioni necessarie, ha indotto ad alloggiare i vani accessori e il corridoio a “U” per il raggiungimento di tutti gli ambulatori  nella parte centrale dell’unità immobiliare, piuttosto larga ma profonda per un totale di 143 mq.

Il corridoio centrale è contenuto tra due muri: quello interno, più morbido, accompagna il paziente mentre quello esterno divide dai vari ambulatori perimetrali attraverso schermi e anfratti ortogonali. In figura 3 viene illustrata la pianta definitiva del progetto.

 

Colore/ispirazioni pittoriche

Il desiderio di creare uno studio giovane ma senza prescindere dalla primaria vocazione ambulatoriale ha condotto il progetto d’interni al tema del vetro, sia nelle sue finiture di superficie satinate, trasparenti e specchianti sia per le dominanti di colore azzurro e azzurro-verde che investono pavimento, pareti e soffitti.

Alcuni esperimenti pittorici degli anni Sessanta di arte cinetica e visuale, in particolare un opera astratta di Hugo Demarco, hanno ispirato la progettazione: Riflessione mutevole esplora le capacità estetiche del vetro, nella sua componente di colore e nella determinazione sistematica di altre nuance attraverso la sovrapposizione con traslucenti di altri colori.

La prescrizione normativa, che vuole tinte lavabili per gli ambienti ambulatoriali e traspiranti per i vani accessori nonché i corridoi, è diventata spunto sia per ammorbidire i passaggi tra gli ambulatori e il connettivo, facendo fuoriuscire la tinta tra i “tagli” da pavimento a soffitto, sia per cambiare non solo tipo e, inevitabilmente, lucentezza di tinta, ma anche colore: un incisione nell’intonaco segna ulteriormente questo passaggio.

Il colore si fa spessore, esperienza tridimensionale, pannellatura a tutta altezza; diventando esso stesso materia architettonica.

Per il pavimento si è optato per pochi millimetri di resina, di un unico colore azzurrato, applicata direttamente sulla pavimentazione preesistente. Questa soluzione ha permesso non solo di rispondere egregiamente ai requisiti di lavabilità e disinfezione richiesti, ma, al contempo, di risolvere il difficile rapporto tra gli innumerevoli ambienti creati a favore di una spazialità più dinamica e continua.

Vetro satinato e divisori a tinte omologhe; pannelli scorrevoli a filo esterno che determinano nel punto di sovrapposizione nuove coloriture e infissi a filo interno che generano punti d’ombra, inevitabili altri colori: leggere variazioni sul tema che rimbalzano da parete a soffitto, poi sul pavimento e di nuovo a soffitto. Il risultato è un’alternarsi di superfici e colori omogenei, chiaramente di rimando medicale, spezzato soltanto dalla presenza greve, ma domestica, di arredi su misura in legno, di dominante color caffelatte. Uno smalto opaco applicato a spessore sul muro della medesima tinta identifica le scritte, ironicamente macroscopiche, degli ambulatori.

Progetto illuminotecnico 

Il progetto illuminotecnico ha tenuto conto sia della luce naturale sia di quella artificiale.La natura dell’unità immobiliare permetteva luce e ventilazione naturale solamente sui lati minori affacciati a nord e sud. È stato fondamentale individuare quali attività necessitassero di luce naturale e quali potessero essere illuminate artificialmente. Di qui la scelta: a nord, l’intervento sul paziente sfruttando così la luce indiretta; a sud la reception e la sala d’attesa; al centro lo spazio distributivo e i vari servizi.

Per quanto concerne l’illuminazione artificiale si sono sviluppati due temi: la centralità degli spazi dove si permane anche per breve e la punteggiatura ritmica del corridoio. Fatta eccezione per gli ambulatori dove esistono solo lampade fluorescenti anabbaglianti, due sono le fonti luminose che vengono miscelate tra loro: fluorescente e alogena per una maggior vibrazione dei colori e qualità di luce.

Arredi su misura

Il banco reception, gli archivi, le panche d’attesa, i tavoli luminosi, le armadiature, la gipsoteca, i mobili per il bagno, pensati dallo studio di architettura e realizzati prevalentemente in legno naturale permettono di smorzare l’atmosfera
tecnico-ambulatoriale e assumere toni più informali. Nelle immagini delle figure 4-8 si può apprezzare il risultato raggiunto, merito anche della continua e proficua relazione con la committenza.

Si ringrazia Fabio Liverani per l’ottima qualità delle fotografie eseguite.

Una riconversione riuscita - Ultima modifica: 2008-02-14T08:42:43+00:00 da elisabettadolzan

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