Un fante dell’odontoiatria

Cesare Robello

Cesare Robello, genovese, classe 1955, ha trascorso oltre due decenni a Saluzzo,  in provincia di Cuneo. Qui, in qualità di socio fondatore, ha visto nascere l’Accademia Italiana di Conservativa, di cui è l’attuale presidente. Alla vigilia del prossimo congresso internazionale di Riva del Garda, spiega l’importanza di questa specialità.

Augusto Biaggi la conservativa l’aveva definita la fanteria dell’odontoiatria, il primo gradino attraverso il quale accedere a tutte le altre specialità. Un’idea che appartiene anche a Cesare Robello, presidente in carica dell’Associazione Italiana di Conservativa, che il prossimo 24 e 25 aprile a Riva del Garda darà il via ai lavori del 13° Congresso internazionale di conservativa dal titolo «Equilibrio tra Ricerca e Clinica».

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Nato a Genova nel 1955, Cesare Robello ha conseguito la laurea in Medicina e Chirurgia nel 1980 e quattro anni più tardi la specializzazione in Odontostomatologia. Socio attivo dell’AIC, socio effettivo degli Amici di Brugg, è membro del gruppo di studio italiano di RVtucker e socio attivo dell’American Academy of Restorativ Dentistry.
Dopo aver trascorso 24 anni come libero professionista a Saluzzo, nello studio del dottor De Chiesa e del dottor Pescarmona, dal 2004 è tornato a vivere nella sua città natale, Genova, dove opera, in qualità di socio, nello studio del dottor Tomaso Vercellotti, insieme ad altri tre collaboratori.

Dottor Robello, per un odontoiatra, quali sono i vantaggi di lavorare in uno studio associato?

Sono nato in uno studio associato molto grande dove ognuno praticava la propria specialità. Oggi lavorare insieme è una necessità sotto molti punti di vista. Innanzitutto perché, pur essendoci l’esigenza di conoscere un po’ tutte le discipline per intravedere perlomeno i problemi dei nostri pazienti e le possibili soluzioni, nella pratica è impossibile avere competenze in ogni ambito. Conoscere bene due specialità è già molto impegnativo, soprattutto per gli oneri relativi all’aggiornamento di cui non si può fare a meno, soprattutto oggi.

I vantaggi riguardano anche per gli aspetti economico-gestionali…

Certo, anche se noi medici abbiamo una scarsa attitudine a essere imprenditori. Eppure la nostra attività si configura come un’impresa. Abbiamo compiti diversi da quelli di un medico generico, abbiamo dipendenti, disponiamo di attrezzature anche molto costose. Dunque, la nostra è un’organizzazione complessa che può funzionare meglio se ben organizzata e godere di numerosi vantaggi se gestita correttamente, proprio come un’impresa.

Che valore ha per un professionista, nella pratica quotidiana, il confronto tra colleghi? 

È essenziale. Se non in prima visita, in sede di rivalutazione è molto raro che sia solo un professionista a dare il proprio contributo. Il consulto con colleghi specialisti in branche diverse è utile per concordare il piano terapeutico e la diversa sequenza dei trattamenti. La tempistica operativa è un aspetto molto importante una volta stabiliti la diagnosi e il piano di trattamento.

Come è giunto a far parte dell’Accademia Italiana di Conservativa? 

Nel 1986, Giancarlo Pescarmona e Fabio Toffenetti ebbero l’idea di dar vita all’Accademia. Chiamarono un gruppo di amici, una ventina, tra cui anche me: fummo noi i soci fondatori. Oggi l’Accademia Italiana di Conservativa, che è costituita esclusivamente da soci attivi, conta 89 iscritti. Per entrarne a far parte è necessario presentare una domanda di ammissione corredata da tre casi documentati secondo un particolare protocollo iconografico. Siamo un piccolo gruppo, ma molto attivo. È un ambiente davvero stimolante. La maggior parte degli amici che ho nell’ambito dell’odontoiatria sono proprio qui, all’interno di questa accademia. L’altra realtà associativa a cui sono molto legato è Gli Amici di Brugg, di cui sono consigliere da circa 15 anni. 

Cosa può insegnare la conservativa a un giovane odontoiatra?

Le basi dell’odontoiatria. È una disciplina che un giovane dovrebbe praticare almeno nei primi 3-5 anni di attività. Insegna ad avere il rispetto massimo per il risparmio biologico. Noi tutti dell’Accademia Italiana di Conservativa siamo partiti da qui. Poi, ovviamente, con il passare degli anni ci siamo anche occupati di altro. I soci che praticano in modo esclusivo la conservativa in effetti sono pochi. Ma nessuno di noi ha mai rimpianto il fatto di avere dedicato tempo e passione a questa specialità, primo fra tutti Samuele Valerio che purtroppo ci ha lasciati lo scorso anno: un amico, un grande esempio di protesista di altissimo valore le cui fondamenta erano proprio nell’odontoiatria conservativa.

Eppure non tutti i giovani sembrano possedere questa consapevolezza…

Vedo molti giovani ai congressi di implantologia. Temo che si rivolgano a questa specialità un po’ troppo presto. Per contro, sono anche convinto che i chirurghi debbano essere giovani, ma un po’ di cultura e di esperienza in più forse non guasterebbero.

In che rapporto sono conservativa e implantologia?

Chi ha praticato per alcuni anni l’odontoiatria conservativa possiede tendenzialmente maggior sensibilità al tema del risparmio biologico, rispetto a chi invece guarda le problematiche soltanto dal punto di vista implantologico. Un dente naturale è sempre meglio di un impianto. È doloroso per un odontoiatra dover sacrificare un dente recuperabile singolarmente che nell’economia complessiva di una riabilitazione si decide di estrarre.

Com’è altrettanto difficile praticare un’odontoiatria sostenibile, cioè ineccepibile dal punto di vista clinico, ma anche sostenibile per le tasche del paziente…

Certo, il trattamento riabilitativo deve essere sostenibile per le tasche del paziente, ma anche per quelle dell’odontoiatra, perché di fronte a un insuccesso non abbiamo più i margini per poterci permettere rifacimenti a nostre spese. Prevenire ed evitare gli insuccessi deve diventare una priorità da ogni punto di vista. Lo si può fare con una corretta diagnosi e con la giusta progettazione: non sempre infatti gli errori dipendono esclusivamente da fasi operative sbagliate, spesso trovano origine nel piano di lavoro.

E la comunicazione?

L’avvento della fotografia digitale ci ha aiutato moltissimo in questo ambito. Poter disporre immediatamente di immagini ad alta risoluzione, visibili sullo schermo del computer, offre grandi possibilità di comunicazione con il paziente e tramite e-mail con altri colleghi, oltre che con il laboratorio odontotecnico.

Nella conservativa, cosa è cambiato negli ultimi anni e cosa c’è dietro l’angolo? 

Le otturazioni che ieri venivano eseguite con l’amalgama, un materiale con un ottimo rapporto qualità-prezzo e a cui peraltro medici e pazienti devono molto, oggi sono affidate all’impiego di materiali estetici di colore simile a quello del dente. In questo ambito le aziende stanno lavorando con impegno per cercare di risolvere alcune problematiche, come la contrazione da polimerizzazione, la degradazione per assorbimento di acqua e quindi la perdita dell’aspetto estetico a cui a volte possono essere soggetti questi composti, rispetto alle ceramiche, per esempio, più stabili nel tempo. Grande interesse c’è anche nell’impiego di strumentazioni CAD-CAM, attraverso le quali è possibile prelevare un’impronta ottica, trasferire l’informazione a una macchina che poi realizza il manufatto, pronto per la cementazione.

Di cosa si parlerà a Riva del Garda il prossimo 24 e 25 aprile, al 13° Congresso internazionale organizzato dall’Accademia Italiana di Conservativa?  

Roland Frankenberger, dell’Università di Erlangen in Germania, rispecchierà perfettamente il titolo del Congresso «Equilibrio tra Ricerca e Clinica»: in qualità di ricercatore cercherà di dare le risposte che noi clinici vorremmo avere quotidianamente. Lo svizzero Alessandro Devigus ci porterà gli aggiornamenti sulle nuove possibilità Cad-Cam nel campo degli intarsi estetici. Nella giornata di sabato Josè Ignacio Gamborena tratterà gli aspetti estetici legati alla sostituzione di un elemento singolo anteriore, per poi tenere un vero e proprio Corso di Odontoiatria Ricostruttiva. Massimo De Sanctis e Giovanni Zucchelli affronteranno i rapporti tra la nostra specialità e la parodontologia. Infine, Antonello Di Felice insieme ad alcuni Soci AIC completeranno il programma di studio delle due giornate. Sul nostro sito www.accademiaitalianadiconservativa.it sono disponibili: il programma del Congresso e ogni altra informazione sulla nostra società scientifica.

Un fante dell’odontoiatria - Ultima modifica: 2009-04-18T14:56:22+00:00 da elisabettadolzan

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