Trattamento di soggetti in crescita affetti da grave ipodonzia

Trattamento di gravi ipodonzie e oligodonzie: un’analisi interdisciplinare

Treatment of severe hypodontia-oligodontia: an interdisciplinary concept  

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Worsaae N, Jensen BN, Holm B, Holsko J. Int J Oral Maxillofac Surg 2007;36: 473-80.

Questo studio tratta la riabilitazione orale di pazienti affetti da oligodonzia in una visione multidisciplinare (pedodontica, ortodontica, chirurgica, protesica) a partire dalla pubertà fino al termine della crescita.   

1. Oligodonzia in un giovane paziente affetto da displasia ectodermica.

L’ipodonzia dei denti permanenti, a esclusione dei terzi molari, è una rara condizione che colpisce circa l’8% della popolazione, con una distribuzione omogenea tra i sessi. Viene, invece, definita oligodonzia l’assenza di sei o più elementi dentali permanenti, con una prevalenza dello 0,1-0,2% della popolazione.
I casi di oligodonzia sono spesso associati a sindromi congenite, quali la displasia ectodermica, e sono accompagnati da malformazioni nella morfologia e nelle dimensioni dei denti presenti e da disturbi della crescita delle ossa facciali, con relativo mutamento dell’aspetto del volto (tabella 1).
Nel presente studio sono stati presi in considerazione 112 pazienti danesi (58 maschi, 54 femmine) di età compresa tra 8 e 48 anni (con età media di 20,5 anni) affetti da oligodonzia (figura 1), allo scopo di programmare la loro riabilitazione orale. 

Dieci di questi pazienti (8,9%) erano affetti da displasia ectodermica. Il numero totale di denti permanenti mancanti era 1.126, con una media di 10 per paziente. 

I denti più comunemente mancanti risultavano essere i secondi premolari superiori e inferiori, i primi premolari superiori, gli incisivi laterali superiori, gli incisivi centrali inferiori e i canini superiori. Dopo la visita iniziale, i pazienti hanno partecipato a una serie di incontri insieme a specialisti di varie branche dell’odontoiatria (pedodonzia, ortodonzia, protesi, chirurgia orale e maxillo-faciale) e di altre scienze mediche (anestesiologia, pediatria, genetica, medicina interna e nucleare). Questi incontri si proponevano di:
1) stabilire il piano di trattamento in accordo con i desideri del paziente (e dei genitori);
2) aggiustare il trattamento in corso e monitorare eventuali terapie intermedie durante la crescita;
3) valutare l’esito finale in modo da creare un’esperienza di gruppo tra gli specialisti per i futuri interventi;
4) informare pazienti e genitori delle conseguenze dell’assenza di denti, delle opzioni di trattamento, offrendo anche un consulto genetico.  Per la pianificazione del trattamento di ciascun soggetto sono stati presi in considerazione gli esami radiografici (ortopantomografia, endorali e teleradiografia latero-laterale), l’esame clinico del paziente, lo studio dei modelli con relativa ceratura diagnostica.  I pazienti in fase di crescita sono stati sottoposti a un trattamento intermedio multidisciplinare, seguito da una rivalutazione insieme ai vari specialisti medici e odontoiatrici prima di decidere il trattamento definitivo all’età di circa 18 anni. La fase protesica consisteva nella temporanea sostituzione dei denti mancanti con protesi rimovibili o ponti e nell’ameloplastica per migliorare l’estetica dei denti presenti tramite l’utilizzo di un composito. Al fine di prevenire l’eccessiva estrusione dei denti permanenti è stato, in alcuni casi, eseguito un build-up con resina composita sui denti decidui antagonisti e, in altri, uno splintaggio dei denti permanenti. Nella fase ortodontica sono stati inseriti apparecchi rimovibili per modificare l’occlusione, correggendo eventuali «cross-bite», per promuovere la crescita sagittale della mandibola e per trattare o prevenire l’estrusione e l’inclinazione dei denti. 

Durante la fase chirurgica sono state effettuate estrazioni seriate dei denti decidui al fine di promuovere l’eruzione guidata dei denti permanenti in combinazione alla chiusura o alla riduzione degli spazi.
Il trattamento finale dei soggetti di età superiore ai 18 anni ha previsto nuovamente l’intervento di ortodonzisti, chirurghi orali e maxillo-faciali e dei protesisti. I pazienti sono stati sottoposti a terapia ortodontica convenzionale o a chirurgia ortognatica e, successivamente, a riabilitazione protesica fissa, prevalentemente su impianti con eventuale innesto di osso autologo (tabella 2).

Dai risultati dello studio gli autori evincono l’importanza del trattamento intermedio per assicurare e stimolare la crescita verticale e trasversale delle ossa mascellari e dei processi alveolari, migliorando così l’estetica complessiva del volto ed evitando alterazioni dell’occlusione a fine accrescimento. Nonostante le evidenze cliniche di successo di impianti osteointegrati per la riabilitazione protesica di pazienti in crescita, gli autori ne sconsigliano l’inserimento prima dei 18 anni per impedirne l’infraposizione. Questo studio suggerisce la pianificazione di un trattamento multidisciplinare intermedio per riabilitare la masticazione in soggetti in crescita affetti da grave ipodonzia prima di procedere alla terapia finale, che è da effettuare a fine accrescimento.
L’uso di impianti dentali osteointegrati è sconsigliabile durante la crescita.    

Consiglio clinico
Questo studio suggerisce la pianificazione di un trattamento multidisciplinare intermedio per riabilitare la masticazione in soggetti in crescita affetti da grave ipodonzia prima di procedere alla terapia finale che è da effettuare a fine accrescimento. L’uso di impianti dentali osteointegrati è sconsigliabile durante la crescita.
 

 

Trattamento di soggetti in crescita affetti da grave ipodonzia - Ultima modifica: 2008-06-14T15:32:28+00:00 da elisabettadolzan

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