L’odontoiatria è una specialità medica in cui l’imaging radiografico ha grande rilevanza operativa, in quanto può fare da adiuvante nei casi di dubbio diagnostico e, in generale, supportare il decision making da parte del clinico.

Le metodiche impiegate dall’odontoiatra fanno sostanzialmente tutte parte della radiologia classica, ovvero quella basata sulla somministrazione di raggi X.

Un altro aspetto caratterizzante è rappresentato dal fatto che sia comunemente l’odontoiatra, in prima persona, a raccogliere, oltre che a interpretare poi, gli stessi esami radiografici. In primis, le riprese endorali, soprattutto periapicalibitewing, e in un numero crescente di strutture, esami extraorali come teleradiografia e soprattutto panoramica. Sono disponibili anche sistemi integrati che permettono la realizzazione di TC attraverso metodica cone beam. La CBCT costituisce il vertice della piramide della diagnostica per immagini in odontoiatria: è, in altre parole, l’esame maggiormente informativo, quale che sia l’ambito per cui viene richiesta (chirurgia orale e implantologia, ortodonzia e così via), ma, allo stesso tempo, è quello che sottopone il paziente alla dose radiante maggiore (diminuita negli anni, contestualmente però a tutte le tecniche di radiologia digitale). Per questo motivo, è importante ricordare che la prescrizione di un esame radiodiagnostico deve sottostare ad almeno due principi indispensabili: quello di giustificazione e quello di ottimizzazione, riassunto dalle sigle ALARA (As Low As Reasonably Achievable) e ALADA (As Low As Diagnostically Acceptable). Complessivamente, si intende che l’esame deve essere condotto quando ritenuto necessario e al dosaggio minore possibile.

Le misure radioprotezionistiche, in questo senso, consistono nel ridurre tempo di esposizione e ampiezza del field of view (FOV).

Dal punto di vista della radioprotezione e non solo, il massimo insuccesso consiste nel produrre un esame radiografico non in grado di fornire una risposta al quesito clinico e, conseguentemente, nel dover richiederne la riesecuzione, sia esso una semplice endorale o, a maggior ragione, un esame di secondo livello come una TC.

Quante CBCT in odontoiatria vengono rifatte a causa di errori?

A questo proposito, un gruppo di lavoro di Hong Kong ha voluto fornire, in un articolo recentemente pubblicato su Clinical Oral Investigations, i dati relativi al tasso di retake di TC cone beam e alle relative motivazioni, all’interno della propria struttura operativa.

Il lavoro è consistito in uno studio retrospettivo di un database di 1737 pazienti sottoposti a CBCT, tra febbraio 2016 e maggio 2019, presso il Prince Philip Dental Hospital di Hong Kong, Cina.

Il tasso complessivo di retake ammonta al 4.6%. La prima causa (57.5%) è risultata essere la copertura insufficiente del FOV. In questo senso, è stato rilevato un rischio significativamente maggiore in caso di esami richiesti in ambito gnatologico, per i quali era quindi necessaria l’inclusione dell’articolazione temporo-mandibolare.

La seconda ragione (27.5%) consiste nella presenza di artefatti da movimento: questa diventa la prima causa nei pazienti con età inferiore ai 12 anni, peraltro soggetti a tassi di insuccesso molto maggiori rispetto alle fasce successive. Per questi pazienti, per i quali è lecito attendersi un incremento delle prescrizioni nel prossimo futuro e il rifacimento risulta ancor più inaccettabile, pare importante istruire debitamente il personale radiologico e mettere in atto misure radioprotezionistiche ad hoc.

Riferimenti bibliografici: CBCT in odontoiatria

https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/32488487/

 

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Tassi e cause di riesecuzione della CBCT in odontoiatria - Ultima modifica: 2021-03-25T10:51:52+00:00 da redazione
Tassi e cause di riesecuzione della CBCT in odontoiatria - Ultima modifica: 2021-03-25T10:51:52+00:00 da redazione

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