Sviluppare i modelli in gesso dall’impronta in alginato

Da poco preciste le caratteristiche di una prima impronta in alginato,fatto riferimento alle esigenze dal punto di vista della conservazione da parte di questo materiale, nel momento in cui debba essere trasmessa dall’ambiente clinico al laboratorio, è il momento di valutare come sviluppare i modelli in gesso dall’impronta in alginato. È stato a tal proposito osservato come la colatura immediata (idealmente nel giro di un’ora) dell’impronta sarebbe un valido mezzo per tutelarne il dettaglio, prevenendone alterazioni; verrebbe altresì ridotto il rischio di danneggiamenti, smarrimenti e altri eventi non prevedibili. Fatto salvo che l’odontotecnico sia una figura indispensabile e che non sia possibile portare a termine un qualsiasi piano di cure protesico senza una buona comunicazione con il laboratorio, realizzare in ambulatorio i modelli studio permette proprio uno snellimento di tali procedure, che si vedrebbero alleggerite di un passaggio. Il gesso è un minerale composto da solfato di calcio diidrato (CaSO4 · 2H2O): tramite un processo detto calcinazione, viene trasformato in solfato di calcio emidrato ((CaSO4)2 · H2O), che si ritrova nelle forme α (il comune gesso a uso odontoiatrico) e β, più tenera e porosa, nota anche con il nome di gesso di Parigi. Per completezza, si ricordi l’esistenza della forma anidra (minerale anidrite). I gessi ad uso odontoiatrico sono convenzionalmente distinti in 5 gradi di durezza, dal tipo I (gessi da impronta, oggi non più comunemente utilizzati) al tipo IV-V (gesso extraduro, distinti in base al grado di espansione). Per la colatura di modelli ad alta precisione, eventualmente con monconi sfilabili, si utilizzano dei gessi duri e soprattutto extraduri. Quali saranno le proprietà da considerare nel momento in cui si utilizza questo materiale? Le caratteristiche di un gesso a uso odontoiatrico ideale sono: compatibilità con i materiali da impronta, tempi di lavoro e di indurimento accettabili, fluidità durante la lavorazione, stabilità dimensionale, durabilità, costi contenuti.

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La polvere di gesso va conservata in un luogo fresco e asciutto, in un contenitore in cui non possa infiltrarsi l’umidità. La polvere andrà miscelata con acqua a temperatura ambiente. In linea di massima i gessi più duri verranno miscelati alla minor quantità di acqua: 20-25 cc per 100g di polvere sono una proporzione tipo per un gesso extra-duro, quasi la metà rispetto ad uno duro. È comunque sempre consigliabile seguire le istruzioni del produttore. È bene distinguere il tempo di presa, cioè l’intero periodo che va dall’aggiunta dell’acqua alla polvere all’indurimento del modello, dal tempo di lavorazione. Il tempo di presa viene ulteriormente distinto in tempo iniziale, ovvero quando il gesso perda lavorabilità, e tempo finale di presa Il tempo di lavorazione definisce, invece, il lasso di tempo entro cui la miscela può essere manipolata, in maniera manuale o meccanica (indurimento completo). Parlando di miscelazione meccanica, esistono diversi macchinari professionali, come ad esempio il Vac-U-Mixer. Anche il semplice Alginator è in grado di assolvere a tale compito. Il negativo del portaimpronta costituirà la “parte anatomica” del modello, da addizionare infine ad una base preformata nello stesso materiale.

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Sviluppare i modelli in gesso dall’impronta in alginato - Ultima modifica: 2016-10-12T07:01:06+00:00 da redazione

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