Studio dentistico: come scegliere il pavimento giusto

Studio dentistico: come scegliere il pavimento giusto
Fig. 1

A cura di Aldina Tradati

Le scelte progettuali, sia per la realizzazione che per la ristrutturazione di un ambulatorio, sono sempre improntate verso soluzioni funzionali e tecnologicamente avanzate con particolare riguardo all’estetica. Una pavimentazione non adeguata all’ambiente potrebbe comportare una serie di problematiche relative alla gestione e alla pulizia, pertanto è bene considerare attentamente cosa offre il mercato e valutare correttamente tutte le caratteristiche.

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Negli ambulatori vengono utilizzate quasi tutte le principali tipologie di pavimenti, da quelli ceramici alle resine, dai laminati ai resilienti.

La scelta dipende da una serie di fattori, non sempre di carattere esclusivamente economico.

Prima di procedere è opportuno essere a conoscenza delle caratteristiche tecniche dei materiali che possono essere così suddivise:

  • strutturali, riguardano la composizione del materiale;
  • meccaniche massive, indicano la resistenza ai carichi;
  • meccaniche superficiali, indicano la resistenza all’usura;
  • termo-igrometriche, indicano la resistenza agli sbalzi temici;
  • chimiche, indicano la resistenza alle macchie e ai prodotti di uso domestico;
  • assorbimento acustico;
  • di sicurezza, indicano la resistenza allo scivolamento e, in genere, ai rischi infortunistici;
  • di gestione, indicano le modalità di pulizia e di manutenzione.

Le caratteristiche estetiche riguardano:

  • il formato, identifica la dimensione del materiale che si intende applicare. La decisione non può prescindere dalla dimensione dei locali e per avere un’idea del progetto finito è utile sviluppare una tavola con riprodotto il materiale che si intende utilizzare nella corretta scala;
  • il colore, vi è un’offerta di mercato tale da soddisfare le esigenze cromatiche anche più ricercate e bizzarre.

I pavimenti ceramici e lapidei

Di solito sono utilizzati per le zone di intenso traffico quali ingresso e accoglienza.
Si preferiscono prodotti che non trattengano lo sporco grazie all’esecuzione di fughe di dimensioni ridotte, trattate con opportuni materiali inassorbenti.

Di grande utilizzo è il gres porcellanato, l’ultima generazione proposta sul mercato; si tratta di piastre oggetto di particolari trattamenti antibatterici: il più diffuso prevede che vi si applichino particelle micrometriche di biossido di titanio a temperatura elevata. Queste in presenza di luce trasformano le sostanze inquinanti, quali monossido e biossido d’azoto, in ioni di nitrato e sali ecocompatibili tramite la produzione di ossigeno attivo. I sali una volta depositati possono essere rimossi con la semplice pratica di pulizia quotidiana.

Le piastre in gres a tutta massa, di varie dimensioni, colori e spessori, possiedono una buona restistenza all’usura, alle macchie e sono di facile gestione.

In commercio vi sono piastre a basso spessore che permettono la posa sulla pavimentazione esistente.

Una volta definita la tipologia e la dimensione della piastra è possibile, se il progetto lo richiede, abbinare zoccolatura, angoli, spigoli, canalette dello stesso materiale.

Questi vengono definiti “pezzi speciali” e consentono un perfetto raccordo tra il pavimento e le pareti, garantendo condizioni igieniche ottimali.

A posa ultimata è bene accertarsi che il posatore effettui, con l’utilizzo di prodotti specifici, la rimozione dei residui.

Per la pulizia quotidiana sono invece sconsigliati detergenti contenenti oli, cere e prodotti che non richiedono il risciacquo.

Le schede tecniche, rilasciate dalle aziende produttrici, forniscono le indicazioni relative alla corretta manutenzione.

I pavimenti resilienti

Con il termine resiliente si indica un materiale che dopo avere subito una sollecitazione è in grado di ritornare alla propria condizione originale.

In questa categoria ritroviamo i pavimenti in PVC (polivinilcloruro), linoleum e gomma.

La differenza è data dalla composizione dei materiali. In estrema sintesi, il PVC è sintetico, il linoleum è di origine vegetale, mentre la gomma può essere sia sintetica che naturale.

In commercio ne esistono di differenti tipologie. Tutti e tre i prodotti si possono avere sia in teli che in piastre di diverse dimensioni.

Il PVC, in particolare, offre una scelta di design straordinaria: dai colori brillanti alle riproduzioni dei materiali naturali come il legno e la pietra ma anche colori in tinta unita, cangianti, variegati o sfumati, disegni di ogni forma.

Le pavimentazioni in PVC vengono suddivise in due grandi categorie: omogenee ed eterogenee. Il PVC omogeneo è tutto strato di usura e viene ottenuto con la tecnica della calandratura o pressatura. Il PVC eterogeneo, invece, si ottiene con la tecnica della spalmatura che consiste nello stendere diversi strati di PVC su una base in fibra di vetro.

I nuovi PVC vengono trattati con resine poliuretaniche che impediscono allo sporco di attecchire o di annidarsi in micro particelle.

Queste pavimentazioni sono utilizzate negli ospedali e nelle case di cura in virtù di alcune loro caratteristiche quali la fono assorbenza e l’isolamento termico, vantaggi non trascurabili anche per gli ambulatori.

Sono in commercio pavimenti con proprietà antistatiche (diminuzione a pavimento della corrente antistatica) e conduttive (dispersione in buona percentuale di cariche elettrostatiche), pavimenti acustici (abbattimento del rumore nell’ambiente) e antiscivolo (la superficie è trattata con micro particelle di carburo di silicio), pavimenti con battericida permanente che inibisce il proliferare di batteri.

Rispetto ai gres, la pavimentazione resiliente offre un maggior comfort al camminamento, peculiarità di rilevanza in ambienti a elevata percorrenza.

Essendo un pavimento “morbido” può attutire i danni dell’accidentale caduta di uno strumentario.

In merito alla manutenzione e alla pulizia, le ditte produttrici rilasciano schede tecnico/informative alle quali è bene attenersi.

I pavimenti in laminato

Possedendo anch’essi una notevole resistenza all’usura risultano idonei per i luoghi collettivi.

Hanno proprietà ignifughe e idrorepellenti e sono di facile pulizia e manutenzione. Si presentano in doghe singole che vengono costruite per stratificazione di 3 componenti distinti:

  • una parte inferiore che funge da supporto;
  • l’anima costituita in genere da HDF (High Density Fibreboard) o MDF (Medium Density Fibreboard);
  • un foglio decorativo di laminato plastico.

Infine, una pellicola opportunamente trattata, funge da protezione e le rende maggiormente resistenti all’abrasione, allo strofinamento e al calpestio.

Vari sono gli spessori reperibili in commercio; come è facile immaginare, i laminati più costosi hanno uno spessore più elevato, mentre spessori minimi risultano più economici. L’alta gamma del prodotto prevede uno spessore che si aggira intorno ai 10 mm. Tra le caratteristiche principali vi è la resistenza alla luce, che permette il mantenimento del colore originale; il buon isolamento acustico e termico, la facilità di pulizia e manutenzione.

Il mercato, anche in questo caso, offre un’ampia gamma di colori e decori.

La posa è realizzabile su qualsiasi tipo di superficie, una volta ultimata, la pavimentazione è immediatamente praticabile.  L’unica riserva riguarda il fatto che, nonostante l’uso di idonei materassini usati come isolante, permane una (seppur leggera) rumorosità al calpestio. Oltre alla scheda tecnica e alle peculiarità estetiche sarà necessario valutare il fondo a disposizione e le caratteristiche gestionali relative alla pulizia quotidiana e alla manutenzione.

In sintesi, è di fondamentale importanza non perdere la visione progettuale d’insieme e perciò valutare il progetto nella sua globalità. 

Studio dentistico: come scegliere il pavimento giusto - Ultima modifica: 2014-05-23T10:41:48+00:00 da Redazione

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