Diverse sono le problematiche e le attenzioni che la ristrutturazione di uno spazio richiede quando si vuole offrire al committente soluzioni che rispecchino, non solo un’immagine di professionalità e competenza, ma anche gusto e organizzazione.
Affrontare la ristrutturazione di uno studio che prevede progettazione, definizione della distribuzione degli spazi, scelte dei materiali e trasloco interno è, di per sé, una decisione cruciale da prendere nel corso della propria vita professionale. Ma se si è accompagnati per mano in ogni fase da professionisti – partendo dal primo sopralluogo fino alla verifica e approvazione dei locali da parte dell’ASL – è tutta un’altra storia. Questo è quello che è successo a un professionista milanese che, dopo vent’anni di attività del suo studio professionale, ha deciso di affidarsi a noi per rimettere a nuovo sia i muri sia l’immagine. L’esigenza era sorta per soddisfare diverse necessità: l’adeguamento alla normativa vigente, la predisposizione di nuovi spazi, una logistica più conforme alle necessità sempre in evoluzione, in sintesi la volontà di soddisfare al meglio le richieste della propria clientela.
La struttura
Lo studio è ospitato in un appartamento di uno stabile signorile, situato in una zona centrale di Milano e adibito, sin dagli anni Sessanta, a studio dentistico. La struttura si presentava obsoleta dal punto di vista dell’arredo, della disposizione degli spazi e anche dell’impiantistica.
Lo studio era suddiviso in reception, sala d’attesa e sala operativa comunicanti tra loro, un ufficio privato e altre due sale operative, il locale sterilizzazione, il guardaroba, il bagno dei pazienti e uno spazio per il personale.
Dopo aver effettuato, insieme al committente e ai suoi collaboratori, un’attenta analisi delle esigenze e delle aspettative è stato elaborato un progetto che proponesse spazi ridefiniti, in modo da affermare una logistica lavorativa corretta e che prevedesse un allestimento di arredi a misura a integrazione di quelli esistenti. Il nuovo progetto proponeva: ingresso, reception, bagno pazienti, sala attesa, tre sale operative, sala di sterilizzazione, ufficio privato, archivio, bagno del personale, spogliatoio e break room.
Il punto focale di ogni nostro progetto è che gli spazi vengano progettati in modo da garantire il corretto svolgimento del protocollo gestionale interno, al fine di agevolare la logistica lavorativa così che, anche in caso di turnover del personale, siano gli spazi e gli arredi stessi a guidare i passi e la mano dei nuovi collaboratori verso le procedure dello studio.
I materiali e gli impianti
I materiali utilizzati sono tutti altamente igienizzabili e specifici in base al loro uso. Attenzione è sempre posta al fatto che i materiali impiegati per l’allestimento di un ambiente, oltre a essere di facile gestione, comportino una minima spesa di manutenzione e siano conformi alle normative di igiene vigenti. Si è provveduto, inoltre, a differenziare la zona clinica da quella extra-clinica grazie al diverso impiego di materiali, illuminazione e colorazione, nel pieno rispetto del gusto del committente.
La zona extra-clinica deve trasmettere un’immagine di accoglienza, quasi salottiera, in modo tale che il paziente si senta subito a proprio agio.
Nella zona clinica, invece, si applica quella che definiamo comunicazione visiva indiretta, ossia la trasmissione di un messaggio di professionalità ed efficienza, in modo tale che il paziente percepisca subito il senso di competenza e serietà con cui verrà trattato.
La progettazione e l’attuazione di tutti gli impianti è stata ottimizzata, come sempre, nel rispetto della dinamica lavorativa, inserendo tutta la componentistica adatta a garantirne la massima efficienza.
Efficienza in un studio significa nella sostanza due cose:
a) progettare gli impianti in modo tale da non avere alcun fermo tecnico: gli impianti, infatti, sono sezionati, così che ogni utenza sia individuabile in caso di guasto e si possa prontamente isolare l’elettromedicale guasto e trasmettere con chiarezza al riparatore i problemi al fine che l’apparecchio venga rimesso in funzione il più velocemente possibile;
b) ogni utenza deve alleggerire il carico di lavoro di ogni singolo componente; è fondamentale, quindi, che la sua collocazione sia consona al suo uso. Per migliorare ancora di più l’efficienza dello studio, sono stati inseriti impianti che rispondono anche a necessità, forse non primarie, ma comunque importanti in una perfetta gestione dello studio, come:
– la diffusione sonora: la musica, in un ambiente di lavoro, garantisce relax e distrazione mentale;
– la comunicazione interna: solitamente viene gestita tramite un centralino telefonico evoluto che permette di mettere in comunicazione ogni spazio all’interno dello studio. Ogni sala operativa è dotata di un pulsante che permette al medico, senza spostamenti fisici, di effettuare una chiamata d’assistenza urgente. Tale pulsante genera una segnalazione sonora e visiva all’esterno dello studio, l’assistente più libero accorre, annulla il segnale con un pulsante all’esterno dello studio ed entra in aiuto del medico;
– orologi sincroni: un orologio madre è sintonizzato con ogni singolo orologio dello studio, garantendo con precisione l’ora in ogni singola sala operativa e in ogni zona dello studio.
Il sistema informatico
Lo studio è stato dotato di ampio sistema informatico. Tutte le sale operative, la reception/segreteria, l’ufficio privato, sono collegati tra loro con trasmissione di dati e immagini. Il tutto fa capo a un Remote Equipment Kit (REK) che, come solitamente accade, è molto ingombrante. È stata trovata, quindi, una particolare soluzione, smembrando il REK e collocandone i singoli componenti in un piccolo vano a misura sospeso a muro. Il mobiletto a vista è dotato di opportune caratteristiche che permettono una perfetta aerazione dei macchinari. Il vano è stato inserito nella break room, in uno spazio altrimenti inutilizzato, evitando così di doverlo ricomprendere negli spazi operativi.
La vivibilità dello studio
Un altro importante argomento, di questa come di tutte le ristrutturazioni, è stata la vivibilità dello studio, a partire dal microclima per arrivare alla rumorosità. Per quanto concerne la climatizzazione è stato creato un impianto di condizionamento con comandi singoli in ogni locale, in modo che ogni ambiente abbia la possibilità di essere regolato singolarmente sulla base delle esigenze delle persone presenti.
Sono stati garantiti ricambi d’aria nelle zona di maggior transito, non per obbligo normativo, ma per avere un ambiente fresco senza aria viziata che trasmetta appieno una immagine di pulizia e asetticità.
Il riscaldamento centralizzato è stato completamente rifatto e ridistribuito, garantendo la corretta temperatura in ogni ambiente. Per la attutire la rumorosità esterna, sono stati installati serramenti dotati di caratteristiche idonee all’abbattimento del rumore. Per la rumorosità interna invece, si è lavorato a livello di materiali fonoassorbenti utilizzati in fase di costruzione di sottofondi, soffitti e pareti.
L’area di sterilizzazione
Un discorso a parte merita la sterilizzazione. Nel rigore della zona clinica è collocato in posizione baricentrica un locale di colore giallo acceso, circondato di vetrate: il locale di sterilizzazione. Il punto di partenza è stato lo studio del protocollo di gestione approntato dal direttore sanitario e applicato, tutti i giorni, dal personale. L’arredamento è stato realizzato al completo servizio delle apparecchiature garantendo la massima funzionalità.
Le attrezzature, la loro collocazione, i materiali scelti sono stati ritagliati in modo da combaciare perfettamente con la logistica lavorativa quotidiana. In secondo luogo ci si è occupati di rendere centrale e ben visibile anche dall’esterno la zona, in modo da suggerire l’importanza e la centralità di questa funzione e dare la possibilità anche ai pazienti di avere la percezione dei processi di disinfezione degli strumenti. Le ampie vetrate, infine, hanno permesso di dare anche maggiore luminosità e ampiezza al corridoio clinico.
Un dettaglio distintivo
Infine, un importante e innovativo dettaglio: per ogni sala operativa è prevista, all’ingresso, una piccola armadiatura, dove il paziente può porre i propri effetti personali, indossare il camice, disponendo della chiave per tutta la durata della visita. In questo modo si abitua il cliente a piccoli e precisi gesti che infondono tranquillità, garantendo nel contempo sicurezza e privacy e una maggiore igiene, evitando l’introduzione di effetti personali nelle sale operative.
Andare incontro ai bisogni del cliente
I clienti non chiedono solo un progetto provvisto di belle soluzioni architettoniche o che si concretizzi in una corretta immagine visiva, ma chiedono anche di abbinare una precisa e personalizzata ergonomia lavorativa a una logistica organizzativa. Non si tratta di altro che applicare quanto sostenuto da Le Curbusier: “Progettare significa conoscere”. Tutti i piccoli accorgimenti di carattere logistico e organizzativo, progettati a misura per ogni cliente, vanno a suggellare una precisa ergonomia e derivano da una specifica conoscenza della materia. Importante è che l’ambiente supporti la figura del professionista e non il contrario. Non a caso, infatti, il cliente ci ha poi ringraziato affermando che «… alla fine di questo lungo percorso insieme posso gioire e godere, finalmente, di uno studio che mi rappresenta appieno».