Reimpianto intenzionale di un elemento semi-incluso con l’utilizzo di amelogenine e osso bovino de-proteinizzato Follow up clinico-radiografico a 10 anni

In questo case report viene documentata l’estrazione di un elemento incluso in sede canina e il suo successivo reimpianto. La guarigione è stata seguita nel tempo e documentata radiograficamente oltre che clinicamente.

Luca Bonino
Odontoiatra, libero professionista, Roreto di Cherasco (Cuneo)

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Riassunto
Questo case report si riferisce a un caso di reimpianto intenzionale eseguito nel 2007 e seguito prospetticamente per un periodo di 10 anni alle regolari visite di controllo.
Materiali e metodi. Una paziente di sesso femminile di 50 anni presentava in zona 2.3 un elemento ritenuto che si decideva dover esser estratto, in quanto la paziente rifiutava un trattamento ortodontico di estrusione.
Si decise per il trattamento chirurgico di estrazione. Una volta avulso l’elemento, considerata la favorevole condizione del sito post-estrattivo si decise per il reimpianto. La radice venne riallocata in posizione corretta dal punto di vista occlusale e il gap tra osso e radice colmato con un alloinnesto. La radice venne preventivamente trattata con amelogenine, e la corona splintata agli elementi contigui. Un mese piu’ tardi si eseguì il trattamento endodontico e, sei mesi dopo venne rimosso lo splintaggio.
Risultati.Durante il trattamento non si verificarono episodi avversi. La paziente è stata rivista periodicamente e sottoposta a controlli clinici e radiografici. Durante gli anni non sono stati registrati aumenti del sondaggio parodontale, infezioni, o aumenti della mobilità. Dal punto di vista radiologico non sono evidenziabili segni di riassorbimento radicolare.
Conclusioni. La terapia eseguita ha avuto pieno successo e il costo biologico è stato assolutamente giustificato dal risultato. Molta letteratura è stata prodotta sulla procedura di reimpianto, ma i follow-up sono piuttosto limitati nel tempo. Con i dovuti limiti del case report, abbiamo in questo lavoro il risultato a 10 anni di un trattamento che possiamo definire di successo.

 

Per reimpianto intenzionale si intende l’estrazione di un dente e il suo re-inserimento in un alveolo post-estrattivo dopo un qualche trattamento della radice.
L’utilizzo delle amelogenine a scopo rigenerativo in parodontologia è assai diffuso, sia da sole, sia in combinazione con materiali da riempimento. Le amelogenine sono state utilizzate anche in casi di reimpianto intenzionale di denti estratti. Filippi et al.1 trattarono con EMD (Enamel Matrix Derivative) 11 denti estratti e reimpiantati e a 10 mesi non riportarono casi di anchilosi.
Diversi studi sono stati condotti sull’uso delle amelogenine sulla superficie di elementi estratti per ragioni traumatiche e successivamente reimpiantati. Un gruppo turco guidato da Baltacioglu et al.2 ha pubblicato un lavoro in cui vennero reimpiantati 12 elementi parodontalmente compromessi utilizzando amelogenine e alloinnesto liofilizzato come sostegno ai denti estratti e riposizionati. A 12 mesi si osservò un miglioramento sostanziale dei parametri clinici.

Fig. 1 Rx al baseline

Ninoyama et al.3 pubblicò un case report sull’utilizzo di EMD sulla superficie di un elemento impattato con radice immatura successivamente estratto e reimpiantato. A sei mesi si documentò una crescita della radice senza segni di anchilosi.
L’utilizzo combinato di una miscela di proteine della matrice dello smalto (Straumann® Emdogain) e osso bovino deproteinizzato è più che ampiamente documentato in letteratura4-9; il concetto teorico è basato sulle proprietà rigenerative a livello del cemento radicolare apportate dalle amelogenine, e sulle combinate capacità osteoconduttive e di supporto proprie del sostituto osseo di origine bovina.
Studi clinici hanno confermato la capacità da parte delle amelogenine di indurre neoformazione di cemento radicolare10-14, promuovere guadagno di attacco clinico, e facilitare il riempimento dei difetti verticali con miglioramento dei parametri parodontali. In questo case report viene documentata l’estrazione di un elemento incluso in sede canina e il suo successivo reimpianto. La guarigione è stata seguita nel tempo e documentata radiograficamente oltre che clinicamente.

Materiali e metodi

Una paziente di sesso femminile di 50 anni si presentò in prima visita con una situazione odontoiatrica discreta. Non erano presenti elementi anamnestici di rilevanza, la paziente non era fumatrice.

In sede 2.3 presentava una edentulia; la radiografia evidenziava un elemento ritenuto in posizione apicale normo-configurato. La paziente richiedeva la risoluzione della problematica estetica dovuta alla edentulia. Vennero prospettate le varie alternative terapeutiche che andavano dalla scopertura chirurgica dell’elemento incluso e il conseguente trazionamento ortodontico, alla estrazione e successiva sostituzione con impianto osteointegrato, fino alla protesi tradizionale con coinvolgimento degli elementi contigui.
Venne anche presentata la possibilità di estrarre il dente e successivamente riposizionarlo nella corretta posizione occlusale e splintarlo in attesa di una stabilizzazione fisiologica.
La paziente diede il suo assenso a questa procedura.
L’intervento venne condotto in regime di anestesia locale. Venne somministrata mepivacaina 1:100000. Si scollò un lembo a tutto spessore per evidenziare la cresta ossea sottostante; non fu necessario praticare una abbondante osteotomia, in quanto l’elemento ritenuto si trovava in posizione piuttosto coronale.

Delicatamente venne lussata la corona, cercando di non danneggiare la corticale crestale che avrebbe costituito il futuro alveolo del nostro dente reimpiantato. Condizione essenziale per questo tipo di procedura chirurgica è stata di non toccare assolutamente la componente radicolare del nostro elemento dentario durante le manovre chirurgiche estrattive.

 

Una volta avulso il dente abbiamo provveduto a cospargerne la superficie radicolare con Emdogain. L’elemento dentario è stato poi riposizionato in posizione più coronale, adeguata al piano occlusale. Il gap tra radice e parete ossea è stato circonferenzialmente colmato con un innesto di osso bovino deproteinizzato (Geistlich Bio-Oss®), che aveva anche la funzione di stabilizzare da un punto di vista meccanico il dente. La stabilizzazione è stata poi completata mediante uno splintaggio ai denti contigui. A un mese di distanza venne effettuato il trattamento canalare.

A sei mesi lo splintaggio venne rimosso, il dente si presentatava stabile con buoni parametri parodontali.

Durante il corso degli anni la paziente è stata seguita per altre terapie odontoiatriche e durante il follow-up non si sono registrati problemi a carico del dente reimpiantato. Nessun segno di infezione, normali parametri parodontali e nessun segno radiografico di riassorbimento radicolare.

Risultati

Esistono in letteratura dati contrastanti circa la predicibilità a lungo termine del reimpianto intenzionale. Al controllo a 10 anni dall’intervento non si rilevano segni di infezione o mobilità. Il sondaggio parodontale eseguito ha rilevato parametri nella norma. Da un punto di vista estetico non ci sono state alterazioni cromatiche significative.
L’elemento dentario è tuttora in sede e la terapia può essere definita di successo, anche a un follow-up molto lungo.

Discussione

Il trattamento con terapia rigenerativa ed Emdogain di un dente con compromissione parodontale reimpiantato erano favorevoli secondo un lavoro di un gruppo giapponese guidato da Sugai et al.15.

Filippi et al. trattarono con Emdogain 11 radici di denti anchilosati estratti in bambini; le radici vennero resecate e devitalizzate. Vennero poi ricoperte di amelogenine prima del reimpianto. Gli autori concludevano che Emdogain sembrava impedire o limitare il riassorbimento solitamente associato al reimpianto dei denti estratti.
Anche Ninoyama et al. trattarono con Emdogain la radice di un dente incluso reimpiantato. Essi concludevano che EMD contribuiva alla crescita della radice e alla prevenzione dell’anchilosi.


D’altro canto in caso di reimpianto vari approcci sono stati utilizzati.
Demiralp e coll.16 trattavano le radici con tetraciclina-acido cloridrico, mentre Tozum e coll.17 utilizzarono PRP. Entrambi riportarono esiti di buone guarigioni e assenza di anchilosi o riassorbimento.
L’applicazione di tecniche rigenerative alle radici reimpiantate ha il suo razionale nei risultati ottenuti applicando EMD e xenoinnesto nei difetti parodontali.

Sculean e coll.18 riportarono che in uno studio istologico umano il trattamento di difetti infraossei con amelogenine e osso bovino deproteinizzato portava alla formazione di nuovo cemento, legamento parodontale e osso alveolare.
Noi abbiamo reimpiantato una radice di un elemento semiincluso in posizione più coronale trattando il difetto residuo con un innesto di osso bovino deproteinizzato al fine di riempire gli spazi e stabilizzare il dente.

La radice è stata ricoperta di EMD al fine di favorire la formazione di nuovo cemento e ridurre il riassorbimento o l’anchilosi.

Conclusioni

Con tutti i limiti del case report, il presente lavoro riporta i risultati clinici e radiografici a 10 anni di una procedura di reimpianto. L’elemento in questione sarebbe stato destinato all’estrazione e alla sostituzione con un impianto osteointegrato. A oggi esso risulta perfettamente integrato da un punto di vista funzionale ed estetico senza mostrare alcun segno radiografico di riassorbimento.

Corrispondenza
lb2095@gmail.com

Intentional replant of an impacted tooth with use of amelogenins and de-proteinized bovine bone. 10-years radiological follow up

Summary
This case report refers to a case of an intentional replant performed in 2007 and prospectively followed up for a period of ten years thanks to regular monitoring visits.
Materials and methods. A 50-year-old female patient had an impacted element in area 2.3 that had to be extracted since the patient refused to undergo a treatment of orthodontic extrusion. Surgical extraction was decided to be performed. Once the element had been detached, given the favorable condition of the post-extraction site, it was decided to re-implant the tooth. The root was reallocated in the correct position from the occlusal point of view and the gap between the bone and the root was filled with allograft. The root was previously treated with amelogenin, and the crown was splinted to the contiguous teeth. The endodontic treatment was performed a month later and the splinting was removed six months later.
Results. During the treatment no adverse episodes occurred. The patient has undergone regular visits and clinical checks and x-ray. Over the years no increasing periodontal probing depth, infections or increasing mobility have been detected. From the radiological point of view, no signs of radicular resorption are noticeable.
Conclusion. The performed therapy has been a success and the biological cost has been entirely justified by the result. A lot of literature has been produced on the replant procedure, but follow-ups are rather limited in time. With the due limits of the case report, this work shows the result of a 10-year treatment that can be defined as a success.

Bibliografia
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  2. Baltacioglu E, Tas,demir T, Yuva P, et al. Intentional replantation of periodontal hopeless teeth using a combination of enamel matrix derivative and deminaralized freeze-dried bone allograft. Int J Periodontics Restorative Dent 2011;31:75-81.
  3. Ninoyama M, Kamata M, Fujimoto R, et al. Application of enamel matrix derivative in autotransplantation of an impacted maxilary premolar: A case report. J Periodontol 2002;73:346-351.
  4. Sculean A, Donos N, Schwarz F, et al. Five-year results following treatment of intrabony defects with enamel matrix proteins and guided tissue regeneration. J Clin Periodontol 2004;31:545-549.
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  17. Tozum TF, Keceli ,HG,Serper A,Tuncel B. Intentional replantation for a periodontally involved hopeless incisor by using autologous platelet rich plasma. Oral Surg. Oral Med Oral Pathol Oral Radiol Endod 2006; 101:119-124.
  18. Sculean A, Windisch P, Keglevich T, et al. Clinic and histologic evaluation of homan intrabony defects treated with an enamel matrix protein derivative combined with a bovine-derived xenograft. Int. J Periodontics Restorative Dent 2003;23:47-55.

Reimpianto intenzionale di un elemento semi-incluso con l’utilizzo di amelogenine e osso bovino de-proteinizzato Follow up clinico-radiografico a 10 anni - Ultima modifica: 2018-08-16T12:06:37+00:00 da Redazione

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