Recessioni gengivali

Nuovo approccio chirurgico per la copertura della radice di recessioni gengivali localizzate con matrice dermale acellulare (ADMA): 12 mesi di studio clinico-comparativo 

New surgical approach for root coverage of localized gingival recession with acellular dermal matrix: a 12-month comparative clinical study  

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Barros RRM, Novaes AB jr, Grisi MFM, Souza SLS, Taba M jr, Paliotto DB. J Esthet Rest Dent 2005;17:156-164.

Sulla base dei risultati di questo studio è possibile affermare che, per la copertura della radice nei casi di recessione gengivale, la nuova tecnica chirurgica che utilizza l’ADMA risulta apparentemente migliore se confrontata alla tecnica convenzionale.

Nei casi di recessioni gengivali, tra le diverse procedure di copertura delle radici, la tecnica dell’innesto del tessuto connettivo subepiteliale (SCTG) ha raggiunto notevoli livelli di successo ed è praticamente dovuta all’ulteriore apporto di sangue procurato dal lembo coprente, che garantisce la sopravvivenza dell’innesto nel sito. Primariamente, questa tecnica è stata sviluppata con l’innesto di tessuto connettivo, ma l’utilizzo dell’auto-innesto presentava numerosi svantaggi, relativi al secondo intervento chirurgico, e associato sia al discomfort per il paziente sia al rischio di complicazioni post-operative nonché alle limitazioni nel numero di denti che risulta possibile trattare in ciascun intervento chirurgico.

Pertanto, l’utilizzo di matrice dermale acellulare (ADMA) ha cominciato a riscuotere un sempre maggior interessamento da parte dei clinici, come adeguato sostituto del tessuto connettivo donatore.  Questo innesto naturale è ottenuto dalla pelle di un donatore con un processo che rimuove le componenti cellulari, ma preserva le matrici del rimanente collagene non danneggiato e l’elastina, che funziona da impalcatura per permettere la crescita interna nei tessuti ospiti.  L’ADMA presenta un unico processo di guarigione, differente da quello dell’auto-innesto dove l’incorporamento si basa su anastomosi tra i vasi sanguigni del corion gengivale e quelli preesistenti nell’innesto del tessuto connettivo; l’innesto compatibile, quale materiale non cellulare e non vascolare, dipende esclusivamente dalle cellule e dai vasi sanguigni della zona interessata per raggiungere la riorganizzazione.

Nonostante la differenza tra gli innesti, l’ADMA è stato successivamente utilizzato come innesto subepiteliale per il trattamento delle recessioni gengivali attraverso una tecnica che, all’inizio, si era sviluppata  per gli auto-innesti di tessuto connettivo (SCTG), raggiungendo una media di copertura della radice di 65,9% e 66,5%.  Considerando quali uniche caratteristiche dell’ADMA l’assenza di vasi sanguigni e cellule, questa tecnica chirurgica può essere migliorata, al fine di ottenere risultati clinici decisamente superiori. Nella tecnica convenzionale per SCTG, le incisioni realizzate si evidenziano sulla superficie prossimale del dente coinvolto, vicino all’innesto che verrà posizionato sotto l’epitelio. Trattandosi dell’innesto naturale, questa procedura potrebbe non essere adeguata, poiché limita l’apporto di sangue e la sorgente cellulare e permette il formarsi di un’invaginazione epiteliale, così da predisporre l’esposizione dell’innesto, come risulta dalla compromissione dello spessore della copertura della radice.  Questo studio mette a confronto i risultati clinici del nuovo approccio chirurgico con i risultati della procedura convenzionale per il trattamento delle recessioni gengivali localizzate, entrambi trattati con l’utilizzo dell’ADMA e seguiti per 1 anno.  Nel presente studio sono stati esaminati 14 pazienti (età media 33 anni) con 16 paia di recessioni gengivali e rivalutati a 1 anno seguendo le procedure di copertura delle radici.  Dopo il programma di controllo della placca, incluse le istruzioni di igiene orale e la pulizia coronale, i denti selezionati per ciascun paziente venivano a caso assegnati ai gruppi test e controllo.

Entrambi i gruppi venivano trattati con una matrice non cellulare dermica (Alloderm, LifeCell, The Woodlands, TX, USA) quale innesto subepiteliale.  Dopo il periodo programmato, per entrambe le tecniche chirurgiche si sono verificati cambiamenti significativi, inclusa la riduzione della recessione gengivale da 3,4 mm pre-chirurgica a 1,2 mm dopo 1 anno per la tecnica convenzionale e da 3,9 mm pre-chirurgica a 0,7 mm dopo 1 anno per la nuova tecnica.  La percentuale della copertura della radice era rispettivamente del 62,3% e dell’82,5% per la convenzionale e nuova tecnica.  Per quanto riguarda la recessione gengivale il confronto tra i gruppi dopo questo periodo ha rivelato una significatività statistica decisamente maggiore a favore della nuova tecnica.

Recessioni gengivali - Ultima modifica: 2008-04-14T11:25:48+00:00 da elisabettadolzan

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