Questione amalgama: l’opinione di ANDI

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Dopo la pubblicazione dell’articolo “Amalgama dentale, indispensabile per le cure ma rischiosa per il lavoro sanitario odontoiatrico” uscito su Quotidianosanità.it, ANDI ha deciso di approfondire la questione. Sul suo sito, infatti, l’associazione dichiara di essersi sentita in dovere di fare alcune precisazioni, onde evitare «ulteriore e ingiustificato allarmismo tra gli operatori sanitari e presso i cittadini pazienti».

«Nell’articolo – spiega Virginio Bobba – viene citata la recente informativa del Ministero dell’Ambiente, riguardante l’utilizzo e lo smaltimento dell’amalgama dentale che, di fatto, fa seguito e si allinea al Regolamento dell’Unione Europea UE 2017/852 entrato in vigore il primo luglio 2018. In realtà una normativa che nel nostro paese non ha destato alcun sussulto professionale, in quanto gli odontoiatri italiani rispettano da oltre 15 anni le norme presenti nel richiamato regolamento».

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Per quanto riguarda invece l’affermazione che l’amalgama sia a oggi «un materiale indispensabile e non esistano materiali alternativi affidabili, supportati da ampi riscontri della letteratura scientifica possiamo affermare che al di fuori di limitati e specifici casi clinici, ad esempio l’elevata cariorecettività, l’utilizzo dell’amalgama in odontoiatria restaurativa è sensibilmente ridotto negli ultimi anni in tutti i paesi del mondo.»

La letteratura scientifica mondiale infatti è «concorde nell’affermare come l’evoluzione dei materiali resinosi adesivi negli ultimi 15 anni ha profondamente modificato l’approccio restaurativo, contribuendo in larga misura al quasi totale abbandono dei materiali metallici tradizionali.»

Per leggere l’articolo intero di ANDI clicca qui.

 

Questione amalgama: l’opinione di ANDI - Ultima modifica: 2018-09-20T07:12:47+00:00 da redazione

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