Quale tecnica di impronta nel piccolo paziente?

Schoolboy in a dentist chair smiling to a mirror held by a dental assistant sitting next to him


L'approccio clinico al paziente odontoiatrico di età pediatrica è di per sé complesso, il più delle volte. A maggior ragione, lo diventa nel momento in cui lo scopo della visita risulta l'esecuzione (o, ancora di più, la ripetizione) di un intervento che nella realtà delle cose può facilmente risultare non gradevole, anche per il paziente adulto. È il caso della rilevazione dell'impronta, in grado di stimolare il riflesso del vomito, e che alcuni autori descrivono addirittura come la procedura più fastidiosa in assoluto dal punto di vista del soggetto giovane. Nel paziente pediatrico si tratta di un aspetto di interesse principalmente ortodontico, anche se non esclusivamente.

Per questo motivo, sarebbe apparentemente consigliabile suggerire, in quanto meno impattanti sul riflesso del vomito, il ricorso alle metodiche di rilevazione digitale dell'impronta.

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La tecnologia digitale presenta ulteriori vantaggi, soprattutto in termini di conservazione e trasmissibilità, oltre a facilitare la diretta (se non quasi obbligata) integrazione all'interno di uno workflow CAD/CAM.

D'altra parte, è importante valutare i possibili svantaggi di una metodica. Oltre alla ridotta collaborazione, un ulteriore elemento da considerare nel paziente pediatrico è rappresentato dalla precoce stancabilità. Per questo motivo, Grunfield sostiene di preferire ancora la tecnica convenzionale d'impronta, che richiede sulla carta tempi alla poltrona più ridotti.

Impronta convenzionale o digitale nel paziente pedodontico?

Sulla base di tutte le premesse esposte, un interessante studio, recentemente pubblicato da Yilmaz e Aydin su International Journal of Paediatric Dentistry, ha confrontato la procedura digitale di rilevazione d'impronta con quella convenzionale con elastomeri, considerando sia le variabili direttamente correlate (nausea e stimolazione del riflesso del vomito, aspetti olfattivi-gustativi e termici) sia il fattore rappresentato dal tempo alla poltrona.

Lo studio ha coinvolto 28 piccoli pazienti (di cui 17 femmine), tutti in corso di pianificazione di trattamento ortodontico fisso o mobile. Il controllo si è basato sull'impiego di alginato.

Le valutazioni del comfort durante la presa d'impronta è stato valutato dal medico ma anche dal piccolo paziente, al quale sono state sottoposte delle specifiche scale visuo-analogiche basate sulla presenza di emoji, metodica simile alla FACE scale.

Dal punto di vista statistico, sono stati utilizzati il test t di Student e il test U di Mann-Whitney.

Il comfort alla poltrona è risultato significativamente maggiore, sia dal punto di vista del paziente che da quello del clinico, nel gruppo approcciato con metodica digitale di rilevazione d'impronta. La metodica tradizionale ha richiesto effettivamente un tempo di esecuzione inferiore; la differenza, tuttavia, è risultata statisticamente non significativa.

In conclusione, lo studio indica l'impronta digitale come consigliabile nel paziente pediatrico, in quanto in grado di ridurre il discomfort alla poltrona senza dilatare in maniera significativa i tempi operatori.

Riferimenti bibliografici
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/31348834
Quale tecnica di impronta nel piccolo paziente? - Ultima modifica: 2019-11-15T07:58:59+00:00 da redazione
Quale tecnica di impronta nel piccolo paziente? - Ultima modifica: 2019-11-15T07:58:59+00:00 da redazione

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