Percezione dell’ortodonzia invisibile con clear aligner da parte dei professionisti: i risultati di un’indagine italiana

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L'ortodonzia invisibile con clear aligner non costituisce propriamente una novità in ambito odontoiatrico, dato che fromalmente Kesling iniziò a sperimentare l'impiego di positioner termoplastici già nel 1946. È però in questi ultimi anni che la metodica ha conosciuto uno sviluppo notevole nella pratica clinica, trovando favore e popolarità anche presso il pubblico: è esperienza comune ricevere dal paziente la richiesta di utilizzare quella determinata sistematica.

Per quanto riguarda il medico utilizzatore, la metodica si rivolge, per decisa ammissione degli stessi produttori, non solo agli specialisti ortodontisti che fanno dell'ortodonzia il proprio core business, ma anche a odontoiatri che svolgono attività generalista e hanno interesse a includere casi ortodontici nella propria pratica. Anche in questo caso si può obiettare il fatto che ciò non costituisca una peculiarità della sistematica: in questo caso, però, tale aspetto è forse maggiormente sentito, tanto che più di uno studio scientifico ha valutato i punti di concordanza e distacco tra odontoiatri generalisti e specialisti ortodontisti.

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Questa trattazione fa riferimento, in modo particolare, a un interessante articolo, recentemente comparso su Progress in Orthodontics, che ha coinvolto diversi autori italiani.

Sondaggio: ortodonzia con clear aligner 

Nello specifico, si tratta di un sondaggio condotto online nei mesi di maggio e giugno del 2017, in cui gli intervistati hanno esposto la propria visione riguardo l'impiego clinico dei clear aligner. Il gruppo degli specialisti a cui il testo è stato sottoposto risulta super-selezionato, in quanto formato da tutti i 129 membri della European Society of Aligners (EAS). 200 sono gli odontoiatri generalisti, estratti randomicamente da una mailing list universitaria. Dei 329 contattati, hanno risposto 245 medici (un tasso pari al 74%) da 25 paesi, con l'Italia in netta prevalenza (69% del totale)

Il sondaggio, dopo un'introduzione riassuntiva dei propositi dello studio, e dopo una serie di domande su dati anagrafici (età, sesso) e professionali (anni e tipologia di pratica) risultava diviso in una sezione dedicata a chi utilizzava clear aligner e a chi non ne faceva uso. Nel primo caso sono stati indagati il training, gli anni di esperienza sulla metodica e il numero di casi condotti negli ultimi 12 mesi, e i casi più frequentemente condotti, per tipo di paziente (dati anagrafici) e di malocclusioni.

La maggior parte dei professionisti hanno riferito di impiegare gli aligner nella propria pratica, con una prevalenza per gli ortodontisti, senza però che questo andasse a influenzare nettamente il numero di casi, rispetto ai colleghi generalisti. Gli ortodontisti si affidano però maggiormente a seminari accademici e congressi scientifici.

Il paziente tipo è un adulto, soprattutto di genere femminile, con un lavoro a tempo pieno, già informato sulla metodica grazie al media advertising esterno.

La malocclusione più frequentemente trattata è di I classe con affollamento: gli specialisti riferiscono più spesso casi di open bite.

Tra i gli odontoiatri che non utilizzano aligner, il 45% dei professionisti considerano la metodica limitata rispetto a quella convenzionale, mentre il 40% degli odontoiatri generalisti non ne fa uso per mancanza di esperienza.

Riferimenti bibliografici

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC6409290/

Percezione dell’ortodonzia invisibile con clear aligner da parte dei professionisti: i risultati di un’indagine italiana - Ultima modifica: 2019-04-26T07:43:15+00:00 da redazione
Percezione dell’ortodonzia invisibile con clear aligner da parte dei professionisti: i risultati di un’indagine italiana - Ultima modifica: 2019-04-26T07:43:15+00:00 da redazione

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