Viene presentato un caso in cui è stata eseguita una riabilitazione implantoprotesica con tecnica Hybrid mediante l’inserimento di due impianti zigomatici in zona tra 1.5 e 1.6 e 2.5 e di due impianti tradizionali nei settori anteriori. La ricerca di materiali che riducano le complicanze protesiche ha orientato gli Autori a utilizzare per il restauro definitivo un particolare tipo di PEEK.
La presenza di gravi atrofie del mascellare superiore pone spesso il clinico di fronte a scelte chirurgiche riabilitative complesse e in termini di tempo lunghe; una delle alternative terapeutiche può essere una riabilitazione protesica con l’utilizzo di impianti zigomatici che permettono di trattare casi complessi in tempi più rapidi.
La riabilitazione mediante impianti zigomatici può, in base alla gravità dell’atrofia ossea, prevedere due tipologie di approccio: la tecnica Hybrid, che prevede l’uso combinato di impianti zigomatici e di impianti tradizionali; la tecnica Quad, che invece prevede l’uso di quattro impianti zigomatici. Entrambe le tecniche trovano in letteratura un’ampia documentazione con alte percentuali di successo. La ricerca di materiali che riducano le complicanze protesiche ha orientato gli Autori a utilizzare per il restauro definitivo un particolare tipo di PEEK (BioHPP, bredent medical GmbH & Co.KG, Senden, Germania).
Presentazione del caso. In questo case report viene illustrato un caso di un paziente di 58 anni di sesso maschile in cui è stata eseguita una riabilitazione implantoprotesica con tecnica Hybrid mediante l’inserimento di due impianti zigomatici con emergenza in zona tra 1.5 e 1.6 e 2.5 e di due impianti tradizionali nei settori anteriori. La riabilitazione protesica è stata realizzata utilizzando per la mesostruttura un polimero di nuova generazione, ovvero un poli-eter-eter-chetone (PEEK) arricchito con 20% di microparticelle ceramiche (BioHPP, bredent medical GmbH & Co.KG, Senden, Germania), finalizzata per la componente ortopedica rosa composito (Crea.Lign, bredent medical GmbH & Co.KG, Senden, Germania) e denti cementati alla struttura in PEEK (Neo.Lign, bredent medical GmbH & Co.KG, Senden, Germania).
Conclusioni. Il caso presentato suggerisce un possibile impiego futuro di polimeri di nuova generazione nelle riabilitazioni di gravi atrofie mascellari mediante impianti zigomatici. A oggi, infatti, sono ancora assenti studi riguardanti l’applicazione di questo materiale nelle riabilitazioni con impianti zigomatici e certamente saranno necessari maggiori approfondimenti clinici per poter validare la metodica.
Andrea Enrico Borgonovo1, Filippo Casotto2,
Christian Dalla Libera3, Andrea Emanuele Luca4,
Paweł Aleksandrowicz5, Dino Re6
1Professore a contratto, Università degli Studi di Milano,
Reparto Universitario di Estetica Dentale, Istituto Stomatologico Italiano, Università degli Studi di Milano
2Libero professionista, Padova
3Odontotecnico, Padova
4 Reparto Universitario di Estetica Dentale, Istituto Stomatologico Italiano, Università degli Studi di Milano
5Reparto di Parodontologia, Università di Medicina di Lublino, Polonia
6Professore associato, Università degli Studi di Milano, Direttore del Reparto Universitario di Estetica Dentale, Istituto Stomatologico Italiano, Università degli Studi di Milano
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