Nevralgia del trigemino: sintomi e diagnosi

La nevralgia del trigemino è caratterizzata da un quadro sindromico caratteristico, tra i più frequenti nell’ambito nelle sindromi algiche distrettuali. I dati considerati riportano, tra i soggetti con più di 60 anni, un’incidenza tra i 4-5 fino ai 20 casi / 100000 persone l’anno, con una prevalenza che si attesta sulle 0.1-0.2 ogni 1000 persone.

La nevralgia trigeminale “vera”, definita più correttamente nevralgia essenziale, è tipicamente a base idiopatica, mentre si riconoscono forme secondarie a malformazioni vascolari, a demilienizzazione focale o alla compressione esercitata sul nervo da masse tumorali.

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Dal punto di vista clinico, la patologia colpisce soprattutto soggetti di sesso femminile sopra ai 40 anni di età.

L’insorgere dell’evento algico deriva dalla stimolazione involontaria di precisi trigger point: atti quotidiani come parlare, masticare, spazzolarsi i denti, radersi o truccarsi possono tutti indurre la manifestazione dolorifica.

Il sintomo è un dolore estremamente acuto, distribuito lungo i dermatomeri trigeminali, in particolare delle branche mascellare e mandibolare. Il paziente lo descrive spesso come “una pugnalata” o come “una scarica elettrica”. Clinicamente può essere visibile un segno, nello specifico uno spasmo della muscolatura facciale (tic doloroso). La durata è solitamente di pochi secondi, in casi eccezionali superiore al minuto; all’evento segue poi un periodo di refrattarietà.

La diagnosi differenziale è in primo luogo con le forme di nevralgia trigeminale secondaria, ovviamente, ma anche con neuropatie sistemiche, nevralgia posterpetica, cefalee vascolari, nevralgia facciale atipica. La spiccata responsività della nevralgia essenziale alla carbamazepina è un importante fattore diagnostico.

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Quadri di lieve e moderata intensità possono essere controllati tramite la somministrazione di baclofene o fenitoina. Nei casi più severi e nella prevenzione delle recidive, il farmaco di prima scelta è appunto la carbamazepina; la dose di mantenimento nell’adulto è di 600-1200 mg/die, con un trattamento che inizia solitamente a dosi ridotte, al fine di individuare il dosaggio minimo efficace. Il farmaco, infatti, può causare una leucopenia e può rendere necessario, con il passare del tempo, il costante monitoraggio dell’emocromo. Sembra inoltre che, in ogni caso, l’azione della molecola tenda a scemare nel tempo. Nei casi refrattari alla terapia, infine, sono indicati diversi approcci di tipo neurochirurgico, come ad esempio la decompressione microvascolare.

Interessante anche ricordare come esista una patologia abbastanza similare alla nevralgia trigeminale, ma assai più rara, che colpisce il nono paio di nervi cranici ed è perciò definita nevralgia del glossofaringeo. Il dolore, in questo caso, si localizza nel collo, presso la zona adiacente all’angolo mandibolare e può estendersi alla base della lingua, alla fossa tonsillare, all’orecchio e agli spazi laterofaringei. L’odontoiatra avrà quindi conoscenza di questa seconda patologia, se non altro perché ne interessa alcune aree anatomiche di competenza.

 

Nevralgia del trigemino: sintomi e diagnosi - Ultima modifica: 2016-01-04T08:52:53+00:00 da redazione

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