L’insostenibile rischio delle piste ciclabili

Chi è avvezzo all’uso della bicicletta per le piste ciclabili di Milano ha sicuramente notato che spesso queste siano molto più a rischio di una sana pedalata in mezzo alle strade intasate di traffico urbano. Perché? La risposta è ovvia: spesso queste piste terminano nel nulla o addirittura si immettono nelle vie trafficate in punti poco visibili e assolutamente rischiosi. Chi ha avuto l’idea di incanalare il traffico ecologico in maniera più sicura non è riuscito poi a dare contorni e sicurezze necessarie. Così il progetto assolutamente encomiabile termina ex abrupto nel nulla con le ovvie conseguenze del caso.

Questo esempio ci ricorda un aspetto odontoiatrico da non dimenticare. Il paziente e intendo il paziente in senso lato viene “incanalato” verso un odontoiatra di riferimento che di colpo diventa la sua via preferenziale per il monitoraggio e per i controlli. Ė infatti indiscutibile come l’odontoiatra sia il medico di riferimento che nel corso della vita veda più volte i propri pazienti ed in modo continuativo. Perché non fare tesoro di questa straordinaria possibilità invece che far terminare questa opportunità sanitaria nel nulla?

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Ė così impensabile di usare dei dati anamnestici che comunque rileviamo per influenzare le abitudini e di riflesso la salute dei nostri pazienti? La familiarità per alcune patologie, dal diabete alle cardiopatie solo per fare un esempio è nota ed è anche noto come si possa ridurre la morbidità diminuendo fattori di rischio aggiuntivi. Sapere che un paziente fuma non ci indica già di per se che potremmo consigliare un programma di cessazione del tabagismo? Leggere dall’anamnesi che il paziente è allergico – o supposto tale – non ci autorizza a consigliare una visita presso un centro specialistico per identificare la reale portata dell’allergia? Questa potrebbe in situazioni future non avere solo un impatto sul dentista ma sulla salute generale del paziente. Sapere che il paziente ha assunto bifosfonati oppure farmaci anticoagulanti non ci induce a rivedere i possibili approcci chirurgici? E ancora se diventassimo addirittura proattivi e rilevassimo un peso, una frequenza cardiaca, una pressione arteriosa per capire se il paziente abbia una serie di fattori di rischio per la sua salute generale e ne discutessimo con lui?

Ė fantascienza oppure questo lavoro noi lo svolgiamo comunque, magari solo non in modo così strutturato e ci è di indicazione necessaria per quanto noi proponiamo come terapia odontoiatrica. A chi di noi verrebbe in mente di eseguire una terapia ricostruttiva complessa in un paziente che fumi più di 40 sigarette al giorno? Raccogliere i dati anamnestici e renderli al paziente in maniera più fruibile, magari con un consiglio su una sua abitudine comportamentale, con un’indicazione su quale specialista consultare, con un incoraggiamento a questo o quell’esame strumentale sarebbe sicuramente un grande passo avanti per la nostra professione e non ultimo per la nostra categoria.

Invece di essere un pista ciclabile monca la via odontoiatrica potrebbe essere centrale per un percorso di salute globale del paziente. Ė un’occasione unica per noi e per i nostri pazienti e non possiamo permetterci di perderla.

L’insostenibile rischio delle piste ciclabili - Ultima modifica: 2015-11-18T23:48:45+00:00 da Sandro Siervo

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