La sigaretta elettronica: evidenze in ambito odontoiatrico

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Negli ultimi anni si è assistito alla vera e propria esplosione del mercato della sigaretta elettronica. Secondo i dati Doxa del 2017, in Italia gli utilizzatori (abituali e occasionali) sono circa 1.3 milioni, la maggior parte dei quali (83.4%) abbinano il consumo di sigarette tradizionali alle e-cig, soprattutto quelle contenenti nicotina. Per questi pazienti non è perciò pensabile soppesare gli effetti dell’esposizione all’aerosol al netto di quelli del fumo. In questo senso è quindi solo parziale la visione della sigaretta elettronica come strumento di cessazione del tabagismo. Chi ha usato la sigaretta elettronica dichiara di aver diminuito il consumo di sigarette tradizionali in maniera leggera (13.8%) o drastica (11-9%). Notevoli però le statistiche di chi non ha cambiato abitudine tabagica (34.9%) e di chi ha ripreso il consumo delle sigarette tradizionali (11.7%) o, addirittura, ha iniziato a fumare (10.4%).

La sigaretta elettronica è un device in grado di scaldare il liquido presente nelle ricariche e contenente un diluente, degli aromi e, normalmente, una quantità variabile di nicotina. Questo, portato alla temperatura di circa 200°C si trasforma in un aerosol che viene aspirato dal consumatore.

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L’invenzione non è recente (risale addirittura a metà degli anni ’60) ma, come già detto, lo è la diffusione su larga scala. Per questo le evidenze scientifiche, soprattutto se di tipo settoriale sono ancora limitate: questo breve articolo vuole fornire lo status quo limitatamente alle aree di competenza dell’odontoiatra.

Le implicazioni sul cavo orale hanno al momento destato un interesse moderato, come si può facilmente verificare con una rapida indagine sulle principali banche dati. Ciò è abbastanza sorprendente, contando che l’aerosol, al pari del fumo di sigaretta, viene a contatto con le mucose orali nel suo momento di massime temperatura e concentrazione. Interessante il fatto che la nicotina veicolata dall’aerosol venga assorbita a livello delle mucose orofaringee più che degli alveoli polmonari.

Un certo numero di sondaggi riporta secchezza e irritazione di bocca e gola come uno degli effetti collaterali più comuni dell’utilizzo della sigaretta elettronica.

Uno studio in vitro del 2014 ha rilevato un effetto dannoso di decremento della proliferazione di fibroblasti del legamento parodontale esposti ad alcune sostanze (e additivi, in particolare mentolo) contenute nell’aerosol.

In ultima analisi, si faccia riferimento alle policy fornite dalla American Academy of Pediatric Dentistry rispetto alla sigaretta elettronica, il cui uso sarebbe aumentato anche nella fascia dei giovanissimi. Significativo il fatto che Altria, la multinazionale detentrice del marchio Marlboro, abbia investito a fine 2018 più di 12 miliardi nell’acquisto di un’azienda del settore e-cig, e contemporaneamente congelato la vendita dei prodotti aromatizzati, in risposta alla discussione aperta dalla Food and Drug Administration.

Riferimenti bibiliografici

https://www.doxa.it/fumo-in-italia-2017/

https://www.oralhealthgroup.com/features/a-dental-perspective-on-electronic-cigarettes-the-good-the-bad-and-the-ugly/

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/29179326

La sigaretta elettronica: evidenze in ambito odontoiatrico - Ultima modifica: 2019-01-21T15:43:43+00:00 da redazione

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